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venerdì 13 luglio 2012

Sicilia. Da noi la spending review non serve; parola dell'Assessore che intende conservare parassitismo e privilegi

Per l’Italia si avvicina sempre più il momento di dover guardare giù, nel burrone.
I titoli di stato della Repubblica Italiana sono stati declassati fino al punto di essere a soli due punti avanti alla classificazione della “spazzatura”. Il che significa che difficilmente -da ora in avanti- riuscirà lo Stato a piazzare il debito pubblico ad interessi ad una sola cifra.
Non c’è Monti che tenga. Berlusconi, D’Alema e Prodi hanno governato danzando e chiudendosi gli occhi; hanno s-governato senza mai dire la verità agli italiani.
I governanti irresponsabili, da rinchiuderre in un edificio per evitare che continuino a fare danni, purtroppo sono ancora in opera e puntano di portarci -a nuoto- in Grecia.
E’ da irresponsabile -infatti- ascoltare da Armao, assessore della Regione Sicilia, che “lo spending review è  insostenibile per il bilancio regionale”.
Avete capito ?
Nella Regione in cui il 95% della spesa è tutta parassitaria, da spreco e da privilegi, oltre che da occasione di corruzione, lo sprending review è insostenibile !
Gaetano Armao a sostegno della sua visione, da tutore –evidentemente- dei privilegi esistenti invoca pure quanto avrebbe sostenuto la Corte dei Conti.
Dice “Per le Autonomie speciali il concorso alla finanza pubblica sancito dal dl 95/2012 e’ di 600 milioni sul 2012 (700 per le ordinarie), 1,2 miliardi sul 2013. Per gli anni a seguire, di piu’ di quanto si richiede a tutte le Regioni ordinarie. Per la sola Sicilia, in aggiunta alle previsioni delle precedenti manovre, nel triennio 2012-14, pesa per oltre 1,5 miliardi (totale patto di stabilita’ per i bilanci regionali nel triennio -4 miliardi). Mentre gli accantonamenti sulle entrate previsti ammontano, da quest’anno, ad oltre 354 milioni. A questi vanno aggiunti i minori trasferimenti erariali in favore degli en ti locali previsti dal d.l. n.95/2012 (che pesano complessivamente nel biennio 2012-13 2,5 md). Per la Sicilia, in termini presuntivi, nel biennio l’ulteriore taglio e’ di circa 250 milioni. Se colleghiamo poi questa compressione finanziaria – aggiunge Armao – al gia’ appesantito bilancio regionale, alle ricadute del nuovo articolo 119 della Costituzione, che limita ulteriormente la possibilita’ di indebitamento delle Regioni, e di fronte alla progressiva riduzione dell’investimento dello Stato nel meridione, non si comprende come la Sicilia potra’ finanziare gli investimenti e la compartecipazione alla spesa europea. Proprio con riguardo alla spesa europea, da un lato lo Stato comprime i livelli di spesa regionale, e quindi anche di compartecipazione, dall’altro chiede di accelerare la spesa europea (e quindi i livelli di compartecipazione). Con questi saldi non potranno raggiungersi i target necessari per il pieno impiego dei fondi europei”. “Abbiamo avviato – prosegue Armao – ed applicato, e siamo tra le prime Regioni italiane, la Spending Review, a partire dalla sanita’, alle societa’ partecipate, introducendo drastiche riduzioni nella spesa che la stessa Corte dei conti, nel richiamato giudizio di parificazione, ha definito un’azione di’moralizzazione politico-finanziaria di riduzione della spesa’. Gli ulteriori tagli per la sanita’ non solo violano il principio pattizio, ma appesantiscono la situazione e peseranno nel triennio 2012-2014 quasi 400 mlioni”.
“Per quanto attiene alle societa’ regionali, emergono – conclude Armao – seri problemi applicativi connessi all’obbligo di mettere sul mercato le societa’ che producono servizi, con gravi conseguenze sul piano sociale. L’obbligo di dismissione, senza garanzie ed in tempi troppo brevi, portera’ alla svendita o allo ’spezzatino’ di queste societa’, con rilevante perdita patrimoniale per le Regioni. Non si comprende perche’ gli affidamenti in house siano incompatibili con i risparmi, comunque verificabili, anche a base comparativa, con riguardo al valore dei servizi offerti; in questo senso e’ chiaro che le spinte sono altre”.
Discorsi di una persona che vive sulla luna.
Costui non è a conoscenza che in Sicilia esistono 2000 dirigenti regionali quando ne basterebbero 120/130. Esistono retribuzioni del personale regionale del 40% eccedenti i corrispondenti compensi statali e/o comunali. Esistono 90 parlamentari regionali pagati a 20.000,oo euro mensili quanto potrebbero riscuotere 1.200 euro mensili, quanto i normali umani. Esistono consulenze a sostegno dei 2.000 dirigenti che nemmeno la struttura dell’ONU ne conta quanto la regione Sicilia.
Esistono appalti conferiti a livelli di prezzi 3 o 4 volte superiori al livello a cui li affidano i landers tedeschi (gli esperti giudicano che da questi alti livelli degli appalti provengano quei settanta miliardi di “regalini” che finiscono nelle tasche dei politicanti per “corruzione”).
Si, Armao vuole salvaguardare questo sistema parassitario.
E’ bene che il bravo giurista Armao vada a casa sua, assieme al suo Raffaelo Lombardo.
Siamo in mano a gente che non governa, ma intende assecondare il sistema che ci ha portato al precipizio. Questa è, a ben giudicarla, gente semplicemente gestori del "sistema". Essere "governanti" è altra cosa.
Incredibile !: in Sicilia non c’è nulla da tagliare in termine di sprechi ?
Ma Armao ritiene che la sua auto blu e la sua indennità di assessore super-governativa siano meritate ?
Ma dove vive ?

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