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sabato 21 luglio 2012

E' vero. Quando la crisi economica si abatte su un paese ad entrare in crisi è la politica, la cultura, la civiltà

Il paese precipita e molti segni lasciano intendere che il peggio non è ancora arrivato.
Il paese precipita non solo sul piano economico ma anche nelle relazioni fra le forze sociali e fra gli stessi individui.
Pd-Idv ed altre forze che fino all'insediamento di Mario Monti a Palazzo Chigi stavano insieme all'opposizione adesso cominciano ad odiarsi. All'origine dello scontro fra i partiti di Bersani e Di Pietro c'è la vicenda delle indagini Stato-Mafia e l'iniziativa di Napolitano di rivolgersi alla Corte Costituzionale in merito alle intercettazioni (occasionali ed indirette) effettuate dalla procura di Palermo dei colloqui Mancino-Quirinale..
Ormai i rapporti fra i due partiti sono alla rottura, con Di Pietro che attacca verosimilmente in maniera esagerata Giorgio Napolitano e con Bersani che probabilmente non aspettava occasione per collocare su posizioni di centro-destra il suo partito, alleandosi con Casini.

Questa l'uscita di oggi di Antonio Di Pietro.
“I dirigenti del Pd sono degli ipocriti. Dicono di non voler più avere a che fare con l’Idv? Benissimo, ma a queste condizioni è l’Idv che non ci sta più. Ce ne andiamo”. 
In mattinata Di Pietro aveva accusato Napolitano di “tradire la Costituzione”, scatenando le ire degli ormai ex alleati. “Frasi indecenti”, secondo Pier Luigi Bersani, ma Di Pietro continua a rincarare la dose "Se fossi ancora pubblico ministero farei una requisitoria chiedendo la condanna politica del presidente della Repubblica sulla base di una prova documentale, la prova principe. Da parte di Giorgio Napolitano c’è una confessione extragiudiziale di reato politico".
"Quelli del Pd predicano bene e razzolano male, esattamente come il presidente della Repubblica e la ragion di Stato. Sulle politiche del lavoro, sulla spending review, sulla giustizia sociale, su tutto ciò che fa il governo Monti sono sempre contrari a parole, ma in Parlamento votano tutto. Fino a quando la fa Berlusconi, che da sempre cura solo i suoi interessi, non c’è nulla di strano. Ma se lo fa un partito che dice di essere dalla parte dei lavoratori c’è qualcosa che non va.
Con un partito che gioca al ribasso in maniera ipocrita e truffaldina non vogliamo avere nulla a che fare. Loro non ci vogliono più, ma siamo noi che ce ne andiamo".

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