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venerdì 15 giugno 2012

Sicilia. Le problematiche, non risolta in tempi di vacche grasse, vengono al pettine

I precari degli enti locali siciliani sarebbero 18.947 e  se non arriva una "vera" novità legislativa, a partire dal primo gennaio del 2013, potrebbero rimanere senza lavoro.
I 90 di Palazzo dei Normanni (assillati dal timore di non essere più rieletti, a causa del quinquennio inconcludente finora vissuto) promettono, iniziative in cui da buoni siciliani sono insuperabili, la sistemazione o la proroga. L'ennesima.
Il commissario dello Stato Carmelo Aronica, con una impugnativa lunga quasi quaranta pagine, ha fatto sapere nelle settimane scorse che in mezzo ci sono norme inibitorie di finanza pubblica e l’articolo della Costituzione che prescrive lo svolgimento dei concorsi  per essere assunti in una amministrazione pubblica.
Con una  presenza ridottissima di “politicanti” il Parlamento siciliano ha votato nei giorni scorsi una  "legge voto"  che ha  più il sapore di manifesto politico-propagandistico  che di provvedimento effettivo.
 Per i precari infatti, se il Parlamento nazionale non approva la legge (di deroga al patto di stabilità) che è stata auspicata da Palazzo dei Normanni, non vi è più possibilità di proroga in applicazione di norme nazionali contenute nelle leggi 102/2009 e 122/2010.
La stabilizzazione dovrebbe avvenire entro il 31 dicembre 2012 ed il muro contro cui si imbatta è l'incidenza delle spese per il personale  pari o superiore al 40% delle spese correnti nei comuni, vincolo che inibisce di procedere all'assunzione di personale a qualsiasi titolo.
In Sicilia oltre il 70% dei Comuni ha costi del personale superiori al 50%.
I sindacati intanto hanno indetto una manifestazione per il 4 luglio.

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