StatCounter

mercoledì 27 giugno 2012

Sicilia. La malagestione del sistema rifiuti


Cgil, Cisl e Uil e Confindustria Sicilia sono allarmati dall'emergenza rifiuti nella nostra regione.
L’applicazione della riforma degli Ato rifiuti, varata due anni fa' e' rimasta inapplicata, e le società continuano a vantare un miliardo di euro di crediti nei confronti dei Comuni.
Il rischio è che la Sicilia si impantani in un’emergenza rifiuti peggiore di quella attuale. La legge regionale 9 del 2010, la cui applicazione è stata rinviata di anno in anno, prevede la liquidazione degli Ato entro la fine del 2012 e la creazione di dieci Società di Regolamentazione dei Rifiuti (Srr), una per ogni provincia più una per le isole minori. 
Le vecchie società devono pero' prima poter chiudere i relativi  bilanci di liquidazione, cosa che non riescono a fare per i crediti che vantano dai Comuni.
Per sindacati e confindustria inoltre la riforma degli Ato è già vecchia perche' non tiene conto del decreto Monti sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali. Probabilmente, quindi, dovrà essere modificata. 
La Regione aveva previsto un mutuo decennale da 100 milioni di euro all’anno per il pagamento dei crediti agli Ato, ma il prestito non è stato concesso/ammesso dalle banche.
Il timore inoltre e' che i problemi continueranno anche con l’istituzione delle Srr.
Secondo Mariella Maggio, segretario della Cgil Sicilia, alcuni sindaci mentre lamentano disagi, avallano pero' assunzioni clientelari e tralasciano la lotta all’evasione della tarsu.
Claudio Barone, segretario della Uil regionale, teme che quest’estate assisteremo a cumuli di rifiuti per le strade, ad epidemie e lavoratori licenziati. Il timore infatti e' che le aziende possano mandare via il personale, non avendo soldi per gli stipendi.
Con le Srr si ritiene infatti che sarebbero in mille a perdere il posto di lavoro.
 La Regione ha rilevato recentemente il numero degli  addetti al servizio di raccolta rifiuti degli Ato e delle società di gestione e questi sono risultati essere 13.500. Con tanti iscritti a  libro paga di Comuni e Ato: la Sicilia mantiene un addetto ogni 398 abitanti, contro i 4.000 della provincia di Milano e una media nazionale che si aggira intorno a un addetto ogni 680 abitanti.
In sintesi, nell’Isola si pagano il doppio degli stipendi del resto d’Italia e 10 volte di più che nel milanese.

Nessun commento:

Posta un commento