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martedì 12 giugno 2012

Misteri di Sicilia. Secondo il Corriere della Sera nella diocesi di Trapani gravano gravi sospetti

E nella vicenda del vescovo Miccichè, rimosso dalla diocesi di Trapani dalla Santa Sede, spunta l’ombra della primula rossa della mafia: Matteo Messina Denaro.
Il fatto:
Il Vescovo Miccichè è stato rimosso dopo un'indagine interna del Vaticano condotta dal collega-vescovo Domenico Mogavero, Vescovo di Mazara del Vallo.
Miccichè aveva denunciato di essere vittima di un complotto nei suoi confronti, teso a infangarlo con accuse di ruberie dalle fondazioni ecclesiali. Egli faceva riferimento all'indagine della Procura di Trapani che vedeva l’ex amministratore diocesano, don Ninni Treppiedi, ai ferri corti con Miccichè che lo sospese "a divinis" (sospensione confermata tra l'altro dalla Congregazione per il Clero nonostante Treppiedi sostenga il contrario).
La Procura di Trapani indaga lungo una ipotesi: qualcuno interno alla Diocesi ha venduto dei beni per avvantaggiarsene personalmente. Si tratta di quadri e di opere di valore. Questo qualcuno interno alla Diocesi intrattiene un conto allo Ior, l'Istituto per le Opere Religiose, la Banca del Vaticano.
Essendo un istituto bancario estero, lo Ior è stato sempre nell’immaginario collettivo un luogo di grandi misteri e di conti inaccessibili.
La rimozione di un vescovo nella vita
della Chiesa è caso più unico che raro
La Procura di Trapani ha inoltrato una richiesta di rogatoria internazionale e contemporaneamente alla richiesta è avvenuta la rimozione del Vescovo di Trapani.
Finora alla richiesta di rogatoria il Vaticano ha risposto picche, anche se questa mattina padre Lombardo, portavoce vaticano, ha dichiarato che la richiesta avrà una risposta.
L'ex numero uno dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, ha scritto un lungo memoriale per denunciare gli scandali dell'istituto bancario vaticano, e pare - secondo Il Corriere della Sera e La Stampa - che citi anche la Diocesi di Trapani. Esisterebbero conti aperti presso lo Ior - secondo Gotti Tedeschi - a disposizione della mafia trapanese.
Gotti Tedeschi ha detto di temere per la sua vita, e ha scritto un memoriale che ha affidato "a tre persone - dichiara - nel caso in cui dovesse succedermi qualcosa". "Tutto è cominciato - scrive Il Corriere della Sera -quando ho chiesto di avere notizie sui conti che non erano intestati ai prelati". Depositi riconducibili a politici, faccendieri, costruttori, alti funzionari dello Stato. Ma anche a personaggi ritenuti prestanome dei boss della criminalità. Secondo il Corriere allo Ior potrebbero essere arrivati addirittura parte dei soldi del latitante Matteo Messina Denaro.
La Procura di Trapani questa circostanza però non l’ha mai confermata (anche perchè, se così fosse, le indagini sarebbero di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia).
Secondo il Corriere della Sera: La procura di Trapani agli inizi di maggio aveva inviato una rogatoria alla Santa Sede per chiedere elementi su due conti correnti da don Ninni Treppiedi, ex gestore delle casse della Curia ed ex fedelissimo del vescovo Francesco Miccichè, indagato per una serie di ammanchi.
Il prete è stato sospeso a divinis, mentre il vescovo Miccichè è stato sollevato dall'incarico "per non aver vigilato sull'operato del suo sottoposto".
Miccichè aveva iniziato a collaborare con i pubblici ministeri e secondo taluni è proprio questo il motivo della rimozione. La Procura Trapanese ha comunque precisato: «L'istanza di rogatoria avanzata allo Stato della Citta del Vaticano è in pieno spirito di totale e reciproca collaborazione e riguarda esclusivamente l'accertamento dei fatti che costituiscono oggetto del procedimento pendente presso la Procura stessa, in stretta e diretta correlazione con le configurate fattispecie di appropriazione di somme da parte dei soggetti indagati in danno di enti ecclesiastici della Diocesi di Trapani, con esclusione di qualsivoglia ulteriore ipotesi investigativa».

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