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venerdì 25 maggio 2012

Sicilia. La facciatosta in passato era apprezzabile perchè indice di furbizia; oggi fa semplicemente pena

Il governo Monti ha recentemente impostato il piano di restituzione alle imprese di 20/30 miliardi di euro a fronte di prestazioni di beni o servizi resi alla Pubblica Amministrazione.
E’ ovvio che un simile ammontare non è addebitabile all’attuale governo bensì a chi negli ultimi anni ha retto il Belpaese, regioni, province etc, comprese.
Saggezza vuole che se il governo nazionale si imbarca in una iniziativa enorme, come sono 20/30 miliardi, pigli delle precauzioni, nel senso di imporre che chi continua a “scialacquare” prima mostri “serietà” e poi verrà ammesso nel piano.
I quattro decreti del governo, al momento, escludono la possibilità di certificare i debiti per le imprese delle regioni sottoposte a ‘piani di rientro’, tra le quali c’è –non c’era dubbio alcuno- la Sicilia di Raffaele Lombardo.
“Abbiamo più volte evidenziato al governo nazionale - dice Armao - che la Sicilia è la Regione con le performance più positive nel miglioramento dei conti in materia sanitaria ed è ormai fuori dal piano di rientro. D’intesa con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, chiederemo l’estensione immediata alle imprese siciliane delle misure di accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione”.
“La Sicilia- aggiunge l’assessore regionale per la Salute Massimo Russo - non può essere inserita tra le regioni italiane che rischiano di essere escluse dai benefici economici previsti dal provvedimento del ministro Passera. La nostra Regione, infatti, con grandi sacrifici ha brillantemente superato il Piano di rientro già nel 2009 e ha anche rispettato gli impegni assunti con il successivo Programma Operativo firmato con il Ministero e che scadrà alla fine di quest’anno: il 2011 si è chiuso con lo squilibrio programmato di circa 40 milioni di euro, abbondantemente compensato dai circa 330 milioni di euro provenienti dalle addizionali è stata più volte additata in campo sanitario come esempio virtuoso per il risanamento economico e la riqualificazione del sistema”.
Si, deve essere proprio come dicono i due assessori.
In Sicilia, lo sappiamo tutti, la finanza pubblica è in buone mani. Sono mani che nel bacino Mediterraneo esistono solamente qui.



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