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sabato 14 aprile 2012

Rubo io, rubi tu, rubiamo tutti. Viva l'Italia !

 Se è vero che la corruzione esiste ovunque, perchè nella percezione mondiale siamo al 69° posto appaiati col Ghana ?
Il rischio istituzionale in Italia è serio. La vita democratica dovrebbe tuttavia essere salva grazie al fatto che siamo inseriti nel contesto europeo e nulla può precipitare ai danni delle nostre libertà fondamentali.
Il quadro è fosco con i nostri politici ladri, ladroni e masnadieri. Sembra di vivere una corsa fra le componenti di destra, centro e sinistra a chi sa rubare meglio. Non si salva infatti nessuno !
Tutti rubano e tutti non sanno trovare migliore giustificazione che “è avvenuto a mia insaputa”.
Certo che il Pdl sia il partito di Berlusconi tutti lo sappiamo e tutti stringiamo le spalle a leggere le ruberie nella Protezione Civile di Bertolaso, quelle del napoletano Cosentino, del ligure Scajola, del lombardo Milanese e dei mille altri affaristi del sistema berlusconiano.
Certo che la Lega fosse il partito-famiglia di Umberto Bossi tutti lo sapevamo e non ci stupiamo che il pover’uomo e il suo cerchio di ladroni non sapesse distinguere fra il cassetto di casa propria e quello del partito, dove sostavano purtroppo i denari pubblici.
Certo che il Pd sia il partito di Filippo Penati, già capo della segreteria di Bersani, lo sapevamo e non ci scomponiamo se la gran parte del gruppo parlamentare pd sostiene che Lusi abbia rubato oltre 20 milioni dalle casse della loro succursale Margherita “a loro insaputa”. Nulla di nuovo sotto il sole fin qui: tranne il fatto che la Bindi nelle interviste giornalistiche si dimostri preparata nel rispondere sulle questioni di una completa enciclopedia, tranne sulle ruberie che portano la “rubrica” Lusi-Margherita. Se la intervistano su questo tema alla Bindi le spunta il sangue agli occhi: lei non sa, e soprattutto non poteva sapere ! era una ...parlamentare.
Certo che tanti ex fuoriusciti dall’Udc, dal Totò Cuffaro, al Saverio Romano al ….. decine di altri siano indagati, imputati e condannati per collusione con la Mafia, non ci meraviglia più di tanto. Siamo sul solco del Ciancimino sindaco di Palermo negli anni sessanta. Nulla di nuovo.
Ciò che ci sta invece in questi giorni un po’ stupendo è la vicenda in cui si trova l’ormai opaco astro nascente della sinistra: Nichi Vendola. Il governatore della Puglia e leader di Sel è accusato dal gip di Bari di gravi reati, fra cui peculato, su una transazione da 45 milioni non conclusa tra Regione Puglia e l'ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari).
Oltre a Vendola - che è pure indagato con l'accusa di aver raccomandato l'assunzione di un primario - in quest'ultima inchiesta sono coinvolte altre sei persone tra le quali gli ex assessori regionali alla Sanità Alberto Tedesco (ora senatore pd, ed attualmente nel limbo) e Tommaso Fiore, il vescovo della diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, mons.Mario Paciello (in qualità di governatore dell'ente ecclesiastico), e il direttore dell'ospedale, don Mimmo Laddaga. I reati ipotizzati, a vario titolo sono abuso d'ufficio, falso e –come già detto- peculato. Vendola risponde di tutti e tre i reati.
  La vicenda giudiziaria ruota attorno alla delibera di giunta con la quale nel marzo 2009 la Regione accettò di liquidare 45 mln, quasi tre in più rispetto a quelli richiesti dall'ente ecclesiastico per crediti vantati dal 2002 al 2007. La trattativa era stata avviata da Tedesco, altro assessore galantuomo pd che è inseguito da più di un mandato di cattura (regolarmente respinti dalla Camera dei depupati). Dopo le dimissioni di Tedesco –amico di D’Alema-, e in seguito al sorgere degli scandali sulla malasanità, a portarla in giunta per l'approvazione fu il suo successore, Fiore, lo stesso che poi ne ha deciso l'annullamento in autotutela.
   Nel maggio 2010, infatti, Fiore - è detto nella delibera di annullamento della transazione datata 5 luglio 2010 - «ha ritenuto utile esplorare la possibilità di sostanziare un accordo di programma stralcio finalizzato al finanziamento delle opere relative al plesso ospedaliero dell'ente ecclesiastico, previa sottoscrizione di un protocollo di intesa tra i ministeri competenti e lo stesso Miulli». Gli accertamenti della magistratura barese riguardano la delibera annullata e il contenzioso con l'ospedale finito davanti al Consiglio di Stato che sta costringendo la Regione a restituire all'ente ecclesiastico decine di milioni di euro.
Dopo il dietrofront della Regione sulla transazione, infatti, la richiesta lievitò fino a 175 milioni più 17 di danni. Nel procedimento amministrativo sinora al Miulli sono stati concessi 45 milioni, pari all'importo della transazione annullata.
«Dal tenore dell'atto - ha commentato Vendola - non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato», sottolineando che si «tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia».

Pare di leggere: “a mia insaputa”.
Un amico, per giustificare ciò che giornalmente succede sotto i nostri occhi in quest’Italia in mano ai ladri, invita a non stupirsi: "la cultura cattolica è alla base del ladrocinio diffuso. Rubare per la famiglia, per il proprio clan, non sarebbe fra noi peccato grave. Sarebbe stata la cultura protestante ad avere imposto in Europa la sobrietà e la parsimonia rispetto ai beni pubblici".
Non ci convinciamo di questa esemplificazione, ma riteniamo che ci sia da riflettere.

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