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giovedì 5 aprile 2012

Non c'è via di scampo. In Italia per essere "politico" bisogna essere ladrone

Capita a volte viaggiando in automobile di dover ascoltare interessanti dibattiti radiofonici. Stamane un giornalista sviluppava calcoli, otteneva dati e sbottò: “ma le cifre di questi ultimi mesi rubate dai politici superano gli ammontari percui nel 1992/93 fu archiviata una intera classe politica !”.
"Tengo famiglia"
Per la verità fra tangentopoli ed i politicanti di oggi c’è una notevole differenza: all'epoca di Tangentopoli i tesorieri dei partiti ( Balsamo, Citarrisi …) prendevano i soldi e di solito passavano la «provvista» alle casse dei partiti. Oggi i tesorieri (sia che si dichiarino uomini di destra che di sinistra) invece li intascano a titolo personale.
" A mia ... insaputa ..."
Luigi Lusi della Margherita e senatore Pd, scelto a quell’incarico da Rutelli, Rosy Bindi, Franceschini, Bianco etc. e Belsito, tesoriere della Lega «dura e pura» scelto da Bossi, sono gli esemplari tipici di tesorieri che incassano legalmente (grazie alle leggi votate dai rispettivi partiti, ed intascano per motivi familiari senza essere tenuti o sottoposti a controlli).
Lo scandalo della seconda repubblica è duplice: le tangenti-reato da una parte (che sono stimate dalla Corte dei Conti in 60 miliardi di euro annue) ed i rimborsi elettorali-non reato, pur corrispondendo al quintuplo di quanto speso dall'altra.

La voracità incontinente dei Ladri di Stato è più enorme di quanti siano stati i casi di corruzione della Storia d’Italia (Crispi, Giolitti, Mussolini, democristiani, socialisti e quanti altri si vuole).
I partiti hanno ricevuto per rimborsi elettorali dal 1974 ad oggi sei miliardi di euro, pari a 12 mila miliardi di lire. Una somma enorme.
Tutto questo per legge !
Ladroni di stato
Ma i miliardi dei fondi elettorali - che furono aumentati per evitare le tangenti - non sono bastate ai partiti ed infatti hanno pure  attinto a buona parte dei 60 miliardi di corruzione da tangente.
Alle amministrative del giugno 1993 la Lega Nord divenne la maggiore forza politica dell'Italia settentrionale al grido di «Roma ladrona». Tanta gente, tanti elettori, pensava che la Lega non fosse composta da “italiani” ma da gente venuta dal paradiso.

Certamente ad essere stati decapitati da tangentopoli furono la Dc e il Psi, ma nessun partito ebbe allora le mani pulite, né la Lega il cui fondatore Bossi e il tesoriere Patelli furono condannati già allora per finanziamenti illegali (200 milioni, cascami della tangente Enimont) e nemmeno il partito comunista a cui Greganti, il «compagno G.», recapitava i finanziamenti occulti.
Greganti finì in carcere e non parlò mai; il Pci non venne colpito perché, disse Di Pietro «la responsabilità penale è personale e non posso portare in giudizio una persona che si chiami Partito di nome e Comunista di cognome».
Questa è la riflessione più immediata  sulla politica, la politica dalle mani sporche.
E adesso che sappiamo che in Italia si ruba sia sotto la prima che sotto la seconda repubblica, a chi ci rivolgeremo ?

Sarà amarezza,  ma riteniamo che la Grecia commissariata dalla Merkel possa costituire un esempio per noi italiani. Si, noi italiani sotto ogni colore politico scegliamo sempre politicanti ladri, anzi "Ladroni".

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