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giovedì 26 aprile 2012

Fatti della Storia

Avere letto nella giornata del 25 Aprile che gli studenti dei Licei italiani sotto la voce Resistenza intendono inesistenti lotte contro gli spagnoli o gli austriaci e' segno di quanto il nostro paese sia stato devastato dal berlusconismo degli ultimi venti anni. Un popolo che non ha cognizione della propria Storia, di quella recente soprattutto, non puo' sperare nel domani. Non conoscere la storia della guerra civile fra italiani dal 1943 al 1945, non conoscere la Resistenza, significa non sapere leggere la Carta Costituzionale. 
Riportiamo di seguito le vicende finali del fascismo e della guerra civile italiana. 
26 aprile 1945 -  Mussolini lascia Como direttoverso il confine svizzero. Si ferma a Menaggio (Co), da dove ripartira' la mattina successiva aggregandosi a una colonna di automezzi tedeschi.
 27 aprile 1945  - A Musso, nei pressi di Dongo (Co) l'autocolonna su cui si trova Mussolini viene fermata dai partigiani. Il comandante tedesco ottiene di poter continuare la marcia a condizione che siano consegnati tutti i fascisti. Mussolini, che aveva tentato di nascondersi su un autocarro  tra i militari germanici  indossando un pastrano ed un elmetto tedesco, viene scoperto e catturato. Viene condotto insieme con Clara Petacci, la donna che lo aveva accompagnato negli ultimi anni, e alcuni gerarchi dapprima a Dongo, poi a Germasino e infine a Bonzanigo. 
28 aprile 1945 -  I cinquantuno fascisti fermati il giorno precefente a Musso sono consegnati all'inviato del comando generale del Corpo volontari della liberta', colonnello Valerio (il comunista Walter Audisio), il quale convoca immediatamente il comando della locale brigata partigiana e lo insedia quale tribunale di guerra per giudicare Mussolini e gli altri sedici gerarchi presenti nei gruppi degli arrestati. In base alle disposizioni del Comitato di Liberazione Nazionale  Alta Italia del 25 aprile, dopo un rapidissimo processo saranno condannati tutti a morte. Audisio eseguira' personalmenteva Giulino di Mezzegna (Co) la sentenza nei confronti di Mussolini e della Petacci, che non vuole abbandonare l'ex duce. Poi, nella piazza di Dongo, dirigera' la fucilazione degli altri condannati, tra cui figurano il segretario del partito Alessandro Pavolini, il ministro della cultura popolare  Fernando Mezzasoma,  il ministro dell'interno Paolo Zerbino, l'ex deputato comunista poi passato al fascismo Nicola Bombacci. Lo stesso giorno sono giustiziati a Milano l'ex segretario del partito nazionale fascista Achille Storace, e a Vimercate (Mi) il campipne dell'intransigentismo fascista Roberto Farinacci. Un po' dappertutto si procede all'esecuzione, spesso sommaria, dinesponenti piu' o meno di spicco del fascismo; le persone uccise in tali circostanze sono probabilmente circa 15.000. 
29 aprile 1945 -  I cadaveri di Mussolini, della Petacci e degli altri gerarchi fascisti fucilati il giorno precedente a Dongo sono esposti a Milano a piazzale Loteto, appesi per i piedi a un distributore di carburante.
-Lo stesso giorno rappresentanti dei comandi tedeschi in Italia firmano, nel quartier generale alleato a Caserta, la resa, che enttera' in vigore alle ore 14,oo del 2 maggio. 30 aprile 1945 L'esecuzione della condanna a morte di Mussolini e' presentata in un comunicato del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia come la "conclusione necessaria di una fase storica" e "la premessa della rinascita e della ricostruzione" del paese.

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