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mercoledì 7 marzo 2012

Le primarie della discordia
Le primarie di Palermo ufficialmente si sono concluse con la vittoria della componente Pd locale che vuole l'alleanza politica, a tutto campo, con Raffaele Lombardo, governatore inquisito per reati contemplati dalla normativa antimafia.
Gli strascichi tuttavia non accennano ad attenuarsi.
 Il Pd sarà sempre un partito in sofferenza fino a quando sarà privo di un "anima", fino a quando non sarà nè carne nè pesce. L'ambiguità che da troppo tempo lo caratterizza e ne fa un agglomerato di gente che vuole andare chi a nord, chi a sud, chi ad ovest e chi ad est non favorisce nè la linearità nè la chiarezza della prospettiva politica, nè il coagulo di gente che abbiano una visione, più o meno, uniforme della società.
A Roma il partito sostiene il governo Monti, a Palermo (alla Regione) sostiene Lombardo, a Palermo (Municipio) secondo Bersani avrebbe dovuto allearsi con Sel, Idv e le forze che contrastano il governo Monti.
Alle primarie i filogovernativi pro-Lombardo l'hanno spuntata e quindi il Pd dovrebbe virare in direzione del centro, dove lo attendono le truppe di Lombardo, di Casini, di Fini e di altri ancora.

Le primarie dell'ambiguità sono intanto finite nelle mani dei carabinieri.
Su mandato della Procura di Palermo le forze dell'ordine stanno conducendo verifiche su presunte «anomalie» durante le votazioni nel seggio del quartiere Zen.
Francesca Trapani, la rappresentante della lista che sosteneva Ferrandelli, il vincitore delle primarie, avrebbe con l'aiuto del marito, Maurizio Sulli, posteggiatore abusivo, in qualche modo inquinato la regolarità della consultazione.

Gli scrutatori del seggio avrebbero segnalato che la rappresentante distribuiva un euro ai passanti per incitarli a votare e distribuiva al contempo volantini di Ferrandelli.
La donna respinge le accuse.
Al di là di quest'episodio che a Palermo, in Sicilia, dove nelle tornate elettorali, quelle vere, si distribuisce agli elettori molto più che un euro, non impressiona nessuno, c'è da capire perchè nel Pd debbano forzatamente convivere gruppi dirigenti che puntano alla "sicilianità" e quindi all'alleanza coi baroni moderni e gruppi dirigenti che puntano ad una "società giusta" e moderna tesa a scardinare mafia, clientele, arretratezza e potere dal gusto vecchio baronale.
La chiarezza farebbe bene agli uni e agli altri. E' questa che serve non l'intrusione dei carabiniere in una consultazione privata e priva in ogni caso di legislazione pubblica, quali oggi sono in Italia le primarie.

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