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sabato 17 marzo 2012

19 marzo. Festa ed espresione di religiosità popolare

San Giuseppe è il santo più festeggiato in Sicilia e la sua ricorrenza liturgica non è confinata solo al 19 marzo, ma anche alla domenica successiva e per i due mesi successivi.
Su quarantadue comuni che comprendono la provincia di Agrigento, otto lo festeggiano esclusivamente in chiesa, undici lo festeggiano con processioni  per le strade, e i rimanenti ventitré traslano la ricorrenza tra maggio e agosto.
Il santo è il protettore di quarantacinque comuni in Sicilia, dove  sedici comuni hanno eletto san Giuseppe a patrono principale e ventisei a loro compatrono.
Sono numerosissime le confraternite di “San Giuseppe”, tutte custodi della religiosità popolare e fra queste quella che a Contessa Entellina fa riferimento alla chiesa matrice di rito greco-bizantina, retaggio della lunga appartenenza di essa alla diocesi di Agrigento.
Le confraternite non sono in nessun modo un residuo storico del passato; sono nate e si sono sviluppate in un tessuto sociale che fu contadino e che tuttora si ripetono continuamente e ovunque, assolvendo  alla funzione di fornire quanto ha il merito di essere “umanitario”,  compresi i loculi della sepoltura dei consociati.
Le manifestazioni che in Sicilia esternano la gioia popolare per la festa vanno dai falò (denominati in cento modi diversi) alle spettacolari luminarie, dai colori dei fiori ai fastosi ornamenti, dalle grandiose processioni alle cavalcate (Scicli) e drammatizzazioni (Assoro), dalle forme poetiche (Cantate o  Parti di san Giuseppe di Contessa Entellina) alle semplici invocazioni, dalle preziose statue all’umile strumento dei santini.
Molto spazio è dato, nell’occasione della festa alla preparazione dei cibi secondo determinate regole; ma ciò che colpisce maggiormente è la simbiosi tra la devozione e il pane, presente in molteplici espressioni (tavolate, mense, cene, altari). Nel “pane quotidiano” si realizza il passaggio della semplice fede del popolo alle opere caritative più immediate. L’umile condizione della Santa Famiglia ispira -ieri come oggi- di soccorrere in modo concreto chi è nel bisogno.
La festa di san Giuseppe diventa così «una festa di chiesa, di piazza e di casa», dimostrazione di una fede popolare vissuta.
A Salemi si celebra comunque una delle più belle feste italiane di san Giuseppe.

Interessante il libro sulla tematica, recentemente pubblicato:
La festa di san Giuseppe, dalla Sicilia alla Puglia
a cura di Vincenza Musardo Talò
(Manduria, Talmus-Art, pagine 208, euro 54,60).

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