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lunedì 16 gennaio 2012

Economia. La strada del governo Monti è tutta in salita

Prima di scrivere queste poche righe sul ruolo delle agenzie di rating ho ascoltato in tv che la borsa di Milano non sta affondando dopo l'avvenuto declassamento del nostro paese -di venerdì scorso -deciso da Standard & Poor’s.  Come mai ?
Si potrebbe prontamente rispondere “perché già a mare ci siamo”.
La verità tuttavia è che le agenzie di rating ratificano i movimenti dei prezzi di titoli, obbligazioni ed altro che sono già corsi sul mercato, non anticipano ciò vhe accadrà domani; i giudizi di queste agenzie hanno comunque ripercussioni su ciò che si profila in avanti, e purtroppo di segno sempre negativo.
Che il giudizio internazionale sulle nostre ‘obbligazioni decennali’, sul nostro debito pubblico, sia molto negativo e sotto certi aspetti pericolosamente negativo lo sappiamo dall’andamento delle spread che sembra inchiodato attorno a 500 punti dai bond tedeschi.
Il declassamento della Francia (a AA+) di certo non aiuta né l’euro, né i paesi della fascia più debole (tra cui l’Italia che perde due gradini, passando da A+ a BBB+, oltre a Spagna, Portogallo ed Austria).
Non vale la regola "mal comune, mezzo gaudio", se non nella misura in cui si potranno instaurare rapporti di solidarietà sul da fare, nella zona euro. Occorrerà convincere la Germania, l'Olanda ed i pochi paesi che ancora si trovano in zona di sicurezza che se l'Europa affonda, a piangere non saranno solamente Grecia, Italia, Spagna ..., bensì pure loro perchè il vasto mercato che oggi assorbe i prodotti tedeschi, olandesi, filandesi si contrarrà inevitabilmente ed anche per loro, per quei paesi, inizierà la "questione" sui licenziamenti, sugli esuberi e quant'altro oggi imbatta dolorosamente in Italia, Spagna ed altri ancora.
Per il governo Monti i mesi che ci stanno davanti saranno difficili: dovrà richiedere ulteriori sacrifici ad un paese in cui già molte famiglie avvertono il sapore di una crisi il cui sbocco non si intravede.
1) Gli investitori continueranno a non fidarsi dell’Italia e ci saranno problemi seri a collocare quasi 400 miliaredi di euro nel corrente anno
2) Tutte le nostre banche, tutte le grandi aziende italiane (eni, telecom, fiat, enel) e gli enti locali  (regioni, comuni) dovranno pagare maggiori interessi sulle loro  emissione e ciò significherà contrazione degli investimenti.
La riflessione spontanea.
Il giudizio sull’Italia è grave perché chi avrebbe dovuto intervenire nei tre anni passati non ha fatto quanto avrebbe dovuto (ammesso che avesse le competenze per conoscere quale fosse il “dovere”).
Il governo Berlusconi o era un aggregato di ignoranti-affaristi incalliti (basta pensare alle vicende G8, Abruzzo, Enav, …cricche varie, P3, P4, Cosentino, Scajola …) oppure ha marciato con intenzione, per finalità a noi ignote, per demolire la credibilità del paese.
Ci è sempre stato detto -non possiamo scordarcelo- che l’Italia stava meglio di qualsiasi paese del pianeta, Germania compresa.
Più mascalzoni di così ?

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