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mercoledì 21 dicembre 2011

Sicilia del malaffare. La classe dirigente dell'isola ... si distingue

La Camera dei Deputati ha dato il via libera all’autorizzazione all’uso delle intercettazioni nei confronti dell’ex ministro -siciliano- dell’Agricoltura Saverio Romano così come da richiesta avanzata dalla magistratura. 
La votazione a scrutinio segreto ha dato il seguente risultato: 286 sì, quattro astenuti, 260 no.
Le 25 registrazioni del fascicolo d’indagine riguardano pure il senatore Carlo Vizzini e l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro in un contesto di corruzione aggravata per avere agevolato la mafia nel periodo 2003-2004, quando Romano era deputato Udc. Secondo l’ipotesi d’accusa, l’ex ministro avrebbe ricevuto una tangente da Gianni Lapis, tributarista condannato in un processo relativo al riciclaggio di parte del “tesoretto” dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino.
Viene ipotizzata l'esistenza di un “comitato d’affari” nel quale si sarebbero ritrovati «imprenditori spregiudicati, liberi professionisti a libro paga, amministratori corrotti, politici senza scrupoli votati a una raccolta del consenso senza regole». 
I politici -ovviamente- gestivano il flusso della spesa pubblica e le autorizzazioni amministrative, gli imprenditori si occupavano della gestione dell’accesso al mercato, i mafiosi riciclavano capitali, partecipavano agli affari e mettevano a disposizione la forza materiale per rimuovere gli ostacoli che non è possibile rimuovere con metodi legali.
La richiesta di autorizzazione alla Camera dei Deputati degli ascolti era in attesa dal 14 ottobre scorso. Le trenta firme necessarie per la richiesta del voto segreto sono state raccolte dal gruppo di Popolo e Territorio, guidato da Silvano Moffa. La Lega aveva annunciato in Aula l’approvazione, così come Pd, Idv e parte del Terzo Polo. 
Sfavorevoli, invece, Pdl e radicali.

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