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domenica 4 dicembre 2011

Pietro Gullo. Adorare Dio in spirito e verità (capitolo 4, versetti da 19 a 24)

Dovunque Dentro
di Pietro Gullo - Edizioni Borla
Alla presenza di un folto pubblico nella serata di ieri nell'Aula Consiliare del Municipio di Contessa Entellina è stato discusso, con la partecipazione dell'Autore, l'ultima opera di Pietro Gullo,  prolifero scrittore e ricercatore della Verità, la verità ultima dell'uomo.
Dopo le introduzioni di Giovanna Schirò, assessore alla cultura, e di Sergio Parrino, sindaco, è stato proposta all'attenzione dei presenti la visione di un video per illustrare in cosa consista la 'realtà' umana, culturale e spirituale della "Comunità Trinità della Pace" di cui da oltre un ventennio è guida spirituale nel borgo Pizzillo -di fronte la maestosa Rocca di Entella- padre Pietro Gullo.
A fornire le indispensabili chiavi di lettura del "difficile" libro Dovunque Dentro è stato il giovane componente la comunità Trinità della Pace Vincenzo Muratore che nell'ammettere l'enorme 'cascata' tumultuosa di vicende, concetti, richiami ed orientamenti -che investono e avvolgono il lettore  sin dalla prima pagina- ha posizionato alla conclusione del libro l'emergere dello sbocco, del fine a cui l'opera di padre Pietro decisamente intende condurre il paziente lettore.
Padre Pietro, persona estranea sia alle pose e alle esibizioni del letterato, che del sacerdote custode del tempio in muratura o dell'uomo introdotto nei costumi della società borghese, ha introdotto l'intervento ricordando l'iniziale e difficile suo esordio a Contessa Entellina nella veste di parroco della Chiesa della Favara. Pur in quei frangenti, che lo videro accusato di essere sacerdote poco attento alla custodia del tempio in muratura, Egli colse una testimonianza (che a distanza di oltre un ventennio non pare abbia dimenticato) in una espressione proferita nel contesto di una argomentazione molto più ampia da Sotir Ferrara: "questo è l'unico sacerdote di cui attualmente dispongo che creda veramente nel Vangelo".
Il Vangelo, raramente evocato nel corso della serata di ieri e leggibile solamente in filigrana nelle pagine del libro, è infatti il vero protagonista di Dovunque Dentro.
La Giustizia, non quella rievocata nei libri di diritto processuale, è la bussola che deve orientare nei sentieri del mondo, nella vita di ogni giorno, chiunque voglia essere "vivo", chiunque voglia essere vero "uomo".
Applicare questo facile e quasi ovvio concetto di giustizia non è purtroppo altrettanto facile ed ovvio. Nel mondo il male nelle sue mille sfaccettature è infatti dominante, è la regola. Essere giusti costa umanamente, socialmente ed economicamente ed inoltre comporta quasi sempre la 'debolezza' assoluta. 
Eppure la Verità della Vita (il senso della vita) -che è dentro, abita dentro ciascuno di noi- la si può gustare, con appetito, solamente perseguendo in ogni dove -dovunque- la Giustizia. 
Si, dovunque in questo mondo che pare trasformato in Inferno. Se non si paga per la Giustizia difficilmente si scopre la verità, il senso della vita.

A noi pare, se abbiamo capito il messaggio emerso ieri sera nel corso della presentazione del libro, che Sotir Ferrara abbia visto bene più di venti anni fà nel dire "questo è il sacerdote di cui dispongo che crede davvero nel Vangelo". Seppure la cascata di richiami, orientamenti e concetti evocati nel libro seguono la traccia del diario di Etty Hillesum, vittima della shoah, il libro non è altro che la trasposizione ad oggi, nella nostra epoca, del Vangelo, di quello di Giovanni in particolare.
La Parola, il Verbo, nel libro li si ritrova nella necessità di narrarsi dell'uomo vero, dell'uomo che vive la Giustizia.
La Giustizia non è altro che la Libertà, la libertà con cui solamente  -dopo le ovvie perchè necessarie difficoltà della vita- si scopre la Verità. Quella Verità che -Pietro Gullo rievocando il Vangelo di Giovanni- rileva dentro ciascuno, nella Parola che trasmettiamo, nel nostro narrarci.
La Verità è nell'uomo, nella Parola divenuta carne. "...E se non abbiamo nulla da narrare è segno che non viviamo, non siamo in condizione di scoprire la Verità che è in noi e nel fratello vicino a noi, nell'Amore".
Padre Pietro è probabile che agli occhi dei farisei (che esistono in ogni tempo) non sappia mostrare il prescritto (dalla legge) interesse nei confronti del tempio in muratura ma -è certo, almeno noi ne siamo certi- che Egli ha scoperto un Tempio molto più verace: l'essere divino-umano che è in ciascuno. E se non andiamo errati, padre Gullo, su questa via ha trovato Cristo, o almeno intravede Cristo, la Parola, la Verità, l'Amore, il Padre.
Non è poco avere scoperto il senso della vita.

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