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sabato 10 dicembre 2011

La manovra di Monti: le aspettative sono tante ma .... la coperta è piccola

Il punto
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha convocato i sindacati per la  serata di domani, domenica, per un incontro finalizzato a fare il punto sulla manovra.
L’incontro e l’avvio di una trattativa erano stati chiesti dai leader sindacali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella, che criticano la manovra. Dopo la proclamazione dello sciopero generale di lunedì i sindacati avevano inviato una lettera al premier per sollecitare il confronto e richiedere l’avvio di una trattativa sulle possibili correzioni da apportare alla manovra a salvaguardia dei redditi più bassi.
Sono 1.300 gli emendamenti alla manovra presentati in Parlamento. Quasi la metà sono della Lega ma un bel pacchetto è stato avanzato anche dall’Italia dei Valori
Verso la fiducia. Il ministro Piero Giarda ha incontrato la delegazione di Pdl, Pd e Terzo polo, i partiti che sostengono il governo, sugli emendamenti alla manovra. Il risultato è che ancora non esistono le coperture ai possibili emendamenti. Inoltre pare che esistano
circostanze insormontabili per eliminare entro aprile gli enti più inutili d’Italia: le province. I partiti sono inoltre praticamente tutti d’accordo sull’allargamento dell’indicizzazione delle pensioni a quelle di importo fino a 1.405 euro, ma nessuno riesce a trovare i soldi (cioè 2,5 miliardi di euro in due anni) per la copertura finanziaria.
C’è una convergenza tra i partiti pure sulla modifica dell’imposta municipale che ha sostituito la vecchia Ici e l’Irpef sugli immobili (affitti esclusi). Al governo verrà proposto un potenziamento della detrazione da 200 euro riservata alla prima casa; anche qui però nessuno sa indicare la copertura.
L’Ici sugli immobili della Chiesa. Alcuni osservatori hanno colto una certa  timidezza di Monti sull’Ici («non abbiamo ancora pensato a questa eventualità») contro l’apertura del cardinale Angelo Bagnasco: «Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra», ha detto il presidente della Cei. 
«Il Concordato - ha aggiunto il cardinale - prevede un particolare riconoscimento del valore sociale delle attività degli enti no profit, tra cui la Chiesa cattolica e, quindi, anche di quegli ambienti che vengono utilizzati per specifiche finalità. Bisogna aggiungere che laddove si verificasse qualche inadempienza, auspichiamo che ci sia l’accertamento e l’assunzione conseguente come è giusto per tutti».
C’è poi il lamento dei direttori di alcuni giornali che ricevono il finanziamento pubblico e che hanno scritto al premier lanciando l'allarme: il taglio dei contributi all'editoria rischia «di assestare un colpo mortale» a un centinaio di testate.

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