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lunedì 10 ottobre 2011

C'è chi ha interpretato il senso ...del tutto

"L'iconostasi è il confine tra il mondo visibile ed il mondo invisibile, rende accessibile alla coscienza la sfera della gloria celeste.
L'iconostasi è la visione".
Pavel Florenskij


Pavel Aleksandrovic Florenskij è universalmente riconosciuto come uno dei massimi pensatori cristiani del Novecento.
Ciò che affascina della sua personalità è il genio. Un genio straordinario, determinato dalle sue particolari qualità intellettuali, dai suoi vasti interessi e dall'alta competenza interdisciplinare che gli permetteva di lavorare con audacia come
matematico
fisico
chimico
teologo
filologo
filosofo
storico delle religioni
poeta
conoscitore e teorico dell'arte.
Non a caso si parla di lui, tra i suoi estimatori, come di un Leonardo da Vinci, di un Platone o di un Pascal russo.
Il filone che affascina i suoi estimatori è anche l'inquieta e tenace ricerca con cui Florenskij si è dedicato al senso dell'esistenza umana.
Negli anni giovanili si dedicò a capire e a spiegare scientificamente il funzionamento del "meccanismo" interno della natura. Negli anni di studio all'Università di Mosca rifiuta comunque le visioni dominanti del 'positivismo', le idee nichiliste del 'materialismo' e del 'soggettivismo razionalista'. E' allievo del grande matematico Nikolaj V. Bugaev, studia le teorie matematiche di di Georg Cantor, legge Platone e mediante costoro è spinto al desiderio e alla preoccupazione di 'conoscere la realtà nella sua interezza, nella sua dimensione empirica e metafisica insieme'.
Non resta appagato della sua vasta conoscenza matematica, intellettuale e filosofica relativa al "senso della vita" a "Dio" e decide di testimoniare la fede acquisita come membro attivo della Chiesa, con grande stupore dell'ambiente universitario che non era per nulla attratto dallo stato della Chiesa ortodossa del tempo.
Studia e s'innamora della tradizione dei Padri della Chiesa e dei tesori sapienzali della Sacra Scrittura, si lascia catturare dal clima spirituale delle lunghissime liturgie bizantine, studia la teologia ortodossa, si posizione sulla convinzione del Dio misericordioso e si persuade che il Cristianesimo non è null'altro che la chiamata a diventare fratelli (in Cristo), figli di un unico Padre.   
Dopo essersi sposato con Anna, con cui crescerà cinque figli, sceglie la vita sacerdotale.
La fedeltà alla scelta compiuta è testimoniata dalle difficoltà che egli accetta di affrontare dal 1917 fino alla sua uccisione ad opera del regime politico instauratosi in Russia sotto Lenin prima e Stalin dopo.
Nonostante la sua riconosciuta capacità umana, scientifica ed intellettuale viene sempre più emarginato in conseguenza del suo stato sacerdotale.. E' costretto ad interrompere i lavori di ricerca filosofica e teologica e a dedicarsi all'attività scientifica nei laboratori dello stato. Nel 1933 viene arrestato e condotto prima nei lager di Skovorodino e, successivamente, nel lager di concentramento sulle isole Solovki. Trascorre gli anni di forzato allontanamento dalla famiglia tanto amata con la coscienza che una tale drammatica situazione va accettata con la fede nella provvidenza e nell'amore di Dio.
La sua triste sorte viene a compiersi, inaspettatamente, nel 1937 con la sua condanna a morte.
(Continua)

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