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martedì 6 settembre 2011

Sicilia. La Regione ha cinque miliardi di euro di debiti ... in crescita da quando è governata dai tecnici e dai pseudo progressisti p.d.

L’esposizione finanziaria della Regione Siciliana supera i cinque miliardi.
La nostra è la seconda regione italiana per stock di debito, dietro soltanto alla Campania.
A riportare il dato è «ASud’Europa», settimanale del Centro Pio La Torre.
La nostra Regione, da qualche anno malissimamente amministrata dal signor Raffaele Lombardo col sostegno del partito che nel corso della campagna lo aveva avversato per mille ragioni, non escluso certi rapporti con ambienti mafioseschi, il P.D., ha debiti su più fronti:
--il maggior creditore è comunque il Ministero dell’Economia: 2.550 milioni (pari al 54,4% del totale).
--Seguono il prestito contratto con la Cassa Depositi e Prestiti per 1.503 milioni (32,1% del totale);
--i mutui accesi con la Banca europea degli investimenti per 358 milioni (pari al 7,6%)
--e i prestiti obbligazionari per 272 milioni (pari al 5,8%).
Il debito complessivo dello scorso anno è risultato del 9% superiore rispetto a quello del 2009. Ciò smentisce che il governo con forte presenza di "finti tecnici" sia una garanzia di buona amministrazione. La verità è che i cosiddetti "tecnici" sono, come i politici, al servizio del "parassitismo" e degli "affari di casta" piuttosto che della collettività. Su questo fronte non valgono distinzioni nè di destra nè di sinistra. La Sicilia dispone infatti della peggiore classe dirigente d'Italia al punto di rischiare di superare la "casta berlusconiana" che sgoverna da Roma.
Il costo sopportato lo scorso anno dalla Regione Sicilia per il pagamento di interessi e rimborso della quota capitale dei propri prestiti è stato pari a 1,061 miliardi (di cui 226 milioni a titolo di interessi).
La vita media del debito residuo, oggi è pari a circa 17 anni. Un incremento record se si pensa che due anni fa era peri a 14 e nel 2007 era pari a 7 anni. Tutta opera dei "tecnici" e dell'apporto progressista (si fa per dire) dell'ex partito popolare, definito P.D.

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