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sabato 10 settembre 2011

I siciliani in tutto il mondo vengono tratteggiati come mafiosi con la 'coppola' e al contempo come 'devoti' nei confronti di 'santini', bibbie, e quadri di Madonne

QUANDO LA RELIGIOSITA' SERVE A COPRIRE BEN ALTRO
E’ dallo scorso 23 agosto che, a Licata in provincia di Agrigento, un quadro della Madonna si dice che pianga sangue. I Ris dei Carabinieri hanno voluto vederci chiaro ed hanno ottenuto la consegna dell'oggetto, anche perchè la vicenda una qualche tensione di ordine pubblico la sta creando.
Ma non è su questo che vogliamo soffermarci oggi.
Negli anni della sua ascesa il cattolicissimo Totò Cuffaro non aveva mai fatto mistero della sua religiosità e da governatore siciliano aveva consacrato l’intera isola al cuore immacolato di Maria e aveva affidato alla preghiera la soluzione di una difficile crisi idrica nell’isola, che peraltro investi gravemente anche la realtà di Contessa Entellina con l'allora sindaco Piero Cuccia. Cuffaro procedette alla "consacrazione" di cui abbiamo detto nonostante l'Ordinamento della nostra Repubblica sia improntato al laicismo e quindi al rispetto e alla non ingerenza nelle questioni di tutti i "credi" religiosi.
Nel 2007 poi, il governatore non ha resistito alla tentazione di auto qualificarsi “interprete autentico della devozione del popolo siciliano alla Madonna delle lacrime”.
Oggi Cuffaro è chiuso a Rebibbia, in cella, perché il 22 gennaio scorso la Corte di Cassazione lo ha condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio perché “era perfettamente consapevole che la condotta di favoreggiamento posta in essere era oggettivamente e funzionalmente diretta all’agevolazione dell’associazione mafiosa“. L’interprete autentico del sentimento di devozione del popolo siciliano alla Madonna delle lacrime è quindi, a tutti gli effetti, un soggetto che ha consapevolmente favorito la mafia, e cosa ancora più grave, lo ha fatto ricoprendo l’incarico di presidente della Regione.
Alla luce di quanto siamo venuti riferendo Giorgio Bongiovanni, cattolico e rappresentante di una associazione antimafia, ha scritto all’Arcivescovo di Siracusa chiedendo la rimozione di una targa esposta pubblicamente dove il Cuffaro si autodefiniva -appunto- interprete del sentimento religioso siciliano. “Da cittadino italiano che crede nella giustizia e soprattutto da uomo di fede che pretende coerenza dai propri rappresentanti religiosi – scrive Bongiovanni – insisto nel ribadire che si tratta di un’aperta contraddizione mantenere una targa firmata da un condannato per mafia che non può in alcun modo rappresentare il popolo siciliano.
Questo il testo della targa bronzea posta a Siracusa, nella casa di via degli orti di San Giorgio, dove nel 1953 si è verificato il miracolo della lacrimazione della statuina della Madonna.
Il presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro interprete autentico della devozione del popolo siciliano alla Madonna delle lacrime ha promosso il recupero di questo luogo sacro dove Maria con il segno delle lacrime ha manifestato al mondo intero il suo amore di Madre. Siracusa 8 dicembre 2007“.

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