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martedì 20 settembre 2011

I politicanti dicono una cosa e lavorano ad altra

Al di là della scenografia cui ci abituano i nostri politicanti da quattro soldi:
-Alfano: Berlusconi resta al suo posto; sarà il candidato pdl nel 2013;
-Bersani: si dimetta immediatamente, vada via !
c’è una realtà meno gridata, meno esibita nei  tg ed in parte sui quotidiani.
I politicanti di destra e di centro (manca in Italia, come si sa, una Sinistra) stanno lavorando su una ipotesi - un governo di transizione a guida Pdl che, con l'astensione del Pd, porti il Paese al voto fra un anno offrendo una onorevole via d'uscita a Berlusconi – che attualmente però non vede convinto il partito di Bossi. Perché un tale governo decreterebbe ipso facto la fine politica del vecchio leone padano.
Eppure, si sta lavorando ad imbarcare Casini, i finiani meno estremisti (forse lo stesso Fini), Formigoni, Storace, autonomisti, responsabili, rotondisti, ex- forzaitalioti delusi (alla Pisanu, per capirci), che però senza la Lega sarebbe un governo di minoranza: una specie di monocolore dc che solo un tipo alla Fanfani saprebbe pilotare fidando sull'astensione di tutti gli altri, (era ciò che capitava nella prima repubblica con i governi balneari).
Il nome dell'eventuale primo ministro che corre sulla bocca di tutti è quello di Alfano, il designato alla successione da Berlusconi medesimo.
Alfano, allevato alla scuola dei grandi trattativisti siciliani, la scuola di Agrigento, è innanzitutto l'unico erede di cui Berlusconi possa fidarsi ciecamente. Inoltre, ha buoni rapporti con Casini. Gode della simpatia dei finiani: almeno dei moderati. Flirta con Fini e non trova in Bersani un avversario prevenuto, anzi. Sarebbe l'uomo giusto al momento e al posto giusto ritengono tutti i capi dei politicanti del Parlamento dei “nominati”. Difatti, continua a ripetere che Berlusconi non mollerà.
Per riuscire nell'intento, però, Alfano ha assoluto bisogno di un'altra Lega. Una Lega più istituzionale e meno sbracata, una Lega in cravatta e non in canottiera, una Lega meno d'ampolla e più di sacrestia. Una Lega nelle mani di Maroni.
Tutti costoro (i politicanti)  si stanno impegnando a garantire la “via di uscita dignitosa” a colui che ha contribuito a portare il paese verso il baratro, con la perdità di credibilità che ha infuso su ogni cosa che sa di italianità.
Sono politicanti di quattro-soldi costoro, anche perchè lavorano a questa ipotesi immaginando che la Magistratura non intenda capire quanto sia stata disastrata la Fincantieri, quanto siano stati scorretti gli appalti, in che misura sono stati pressati i pubblici funzionari di cui si parla nei colloqui Berlusconi-Tarantini.
A meno che il vasto arco di parlamentari “nominati” non pensi ad una ennesima legge ad personam (l’ultima) con cui amnistiare il “malato che ci ha governato”, e vogliano fare ciò pur di liberarci.

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