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lunedì 15 agosto 2011

Sicilia. Dal milazzismo al primo Centro-Sinistra

 Un amico di cultura di sinistra, socialista, mi ha invitato ad un Convegno per lunedì 12 settembre alle ore 9.30 presso Palazzo dei Normanni, Palermo.
Tema dell’incontro: dal Milazzismo al primo Centro-Sinistra.
Del milazzismo abbiamo parlato nei giorni scorsi a proposito della tragica fine di Ludovico Corrao, che di quell’esperimento è stato forse il principale protagonista. Abbiamo evidenziato che con milazzismo si è inteso, sul finire degli anni Cinquanta del Novecento, il governo, la coalizione di cui fecero parte il Partito Comunista (estrema sinistra, allora), il Movimento Sociale (estrema destra, allora) e alcuni dissidenti della Democrazia Cristiana, partito di cui, allora, faceva parte Ludovico Corrao.
 Quell’esperimento era, come inevitabile, destinato a fallire (era quella una situazione analoga a quella che oggi vedesse Berlusconi costituire un governo con Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista). Quell’esperimento fallito, aprì dopo qualche tempo la strada al primo governo di Centro-Sinistra, che appunto ebbe luogo in Sicilia.
Il Convegno
Scrive l’amico che mi annuncia il Convegno: “ Cinquant’anni dalla giunta D’Angelo, primo governo Dc-Psi in Italia - Giornata di studi presso la Sala Gialla del ...Palazzo Reale dei Normanni”.
Testimonianze di: Mario D’Acquisto, Gaspare Saladino, Piero Fagone.
• Interventi: Antonio Matasso, Alessandro Musco
• Contributi: Gianpiero D’Alia, Calogero Mannino, Mario Fasino, Andrea Piraino
• Relazioni: Andrea Romano, Giuseppe Barone
• Saluto: Salvatore Corallo
• Conclusioni: Salvo Andò
• La Fondazione “Nuovo Mezzogiorno” ed i Circoli Socialisti celebrano il giorno in cui veniva alla luce il governo di centro-sinistra di Giuseppe D’Angelo, il primo esperimento di centro-sinistra in tutta Italia ad oltrepassare le nascenti e poche collaborazioni municipali tra Dc e Psi.
• Il governo D’Angelo si caratterizza per un’anima antimafiosa che ispirò iniziative rilevanti come la mozione dell’Assemblea regionale per sollecitare l’istituzione di una Commissione parlamentare antimafia.
• Inizia uno sforzo riformatore che durerà, con alti e bassi, fino al crollo della c.d. “Prima Repubblica, trovando nuovo e particolare slancio nei governi di Mattarella e Nicolosi, sempre caratterizzati dall’apertura della Dc ai socialisti.
• Per queste ragioni la Fondazione ed i Circoli promuovono un dibattito incentrato sull’originalità dell’esperienza siciliana e sul contributo che possono continuare a dare alla politica isolana gli eredi naturali di quella stagione.
• Con la presente invitiamo tutti coloro che hanno a cuore il recupero di identità e valori determinati, spesso colpevolmente negletti in nome di una modernità più in potenza che in atto, a ritrovarsi presso la Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, per tutta la giornata di lunedì 12 settembre 2011, al fine di riflettere sulle ragioni del rapporto tra mondo cattolico e riformismo di sinistra e sulla sua utilità, per il passato come per il futuro.
Ma cosa è stato il Milazzismo ?
Fin qui, l’amico. Ma vediamo cosa è stato il milazzismo, ovviamente, seguendo il percorso di Ludovico Corrao.
Giovane colto, brillante, battuta facile, Ludovico Corrao entrò a Sala d'Ercole che aveva da poco compiuto 28 anni. Ma a Palazzo dei Normanni era entrato prima quale dipendente del gruppo parlamentare della Democrazia CRistiana.
Corrao, uomo di sinistra, ma non comunista, nella terza legislatura dell'Ars si distinse, quale dossettiano, per la battaglia crescente contro Amintore Fanfani (allora segretario politico della Dc), che poi si trasformò in guerra nel 1958 quando presidente della Regione era appunto il fanfaniano Giuseppe La Loggia.
Ludovico Corrao non aderì al milazzismo, lo inventò, lo mise su, da protagonista con alcuni deputati rivoltosi Dc, provocando un movimento culturale che ebbe alla base l'autonomismo della Regione Siciliana, che in seguito diventerà il simbolo del milazzismo.
Fu lui che creò il rapporto tra i rivoltosi della Dc e il Pci in collaborazione stretta con Emanuele Macaluso, l'unico protagonista della vicenda ancora rimasto in vita.
Corrao col suo movimento non si proiettò sulla scena nazionale perché ci fu lo stop di don Luigi Sturzo che in quel movimento più che l'affermazione dell'autonomismo siciliano vide il prevalere di un'operazione guidata dal Pci.
Corrao fu comunque l'ideatore e l'anima dell'Uscs (Unione Siciliana Cristiano Sociale). Costruì il movimento e poi lo distrusse con la fine del milazzismo che perdette la sua identità con le elezioni regionali del 1959: l'Uscs ottenne 9 deputati, mentre ci si aspettava un successo di più ampio spessore.
Insediata la legislatura, accadde che il MSI uscì dal governo e dalla maggioranza avendo stipulato un accordo di centro-destra con la Dc. La coalizione milazziana era pari e patta con quella avversaria di centro-destra. Bino Napoli, unico deputato del Psdi, consentiva la sopravvivenza assentandosi sistematicamente dall’Aula.
Da qui l'acquisizione, ad opera dei milazziani,di un deputato del Msi che divenne subito assessore. Ma al primo impatto col voto segreto, bilancio preventivo 1960, il secondo governo Milazzo andò in tilt per due franchi tiratori. Siamo nel dicembre 1959. In pochi giorni la maggioranza si ricompattò e nacque il terzo governo Milazzo. Ma si pose l'urgenza di acquisire altri voti. Il Pci, a quell’epoca, non aveva schifo per il mercato dei deputati, ossia l’operazione che oggi è tanto cara al Berlusconi decadente.
Nel gennaio del 1960 Ludovico Corrao ed Enzo Marraro (Pci) si misero al lavoro e puntarono l'attenzione sul trio democristiano Carmelo Santalco, Mario Zappalà e Nino Intrigliolo. Barzellettieri di Palazzo dei Normanni e come tali amici di tutti e considerati, erroneamente, vulnerabili sul piano politico.
Ma siamo già allo scandalo dell’Hotel delle Palme o dei cento milioni che chiuse l'esperimento Milazzo.
Ludovico Corrao ed Enzo Marraro, nel loro attivismo per rafforzare il governo di Silvio Milazzo (si, alche allora il capo del governo era un Silvio) hanno scelto una stanza dell’Hotel delle Palme dove dormiva Santalco che di tutti i movimenti della trattativa, comunque, informava il segretario regionale della Dc, Giuseppe D'Angelo, che a sua volta organizzava la beffa e nello stesso tempo la documentazione testimoniale di quanto stava accadendo. Mesi dopo, sarà infatti proprio Giuseppe D’Angelo a guidare il primo governo di Centro-Sinistra in una grande regione, dove dopo il milazzismo nemmeno il centro-destra disponeva dei numeri necessari a governare (dopo che a Roma Fanfani farà la scelta per il Centro-sinistra)..
Sotto il letto di Santalco alle Palme venne collocato un registratore. L'accordo beffa perché i tre citati deputati democristiani si trasferissero nella coalizione milazziana prevedeva:
-un assessorato regionale per Santalco;
-la nomina di Signorino Sgarlata a componente della commissione provinciale di controllo di Messina; cento milioni in cambiali ed altri particolari.
Si era ai primi di febbraio 1960 e alle Palme c'era molta animazione. Corrao e Marraro erano chiusi nella stanza di Santalco; giornalisti inviati delle maggiori testate in attesa della novità, cioè l'accordo che doveva indurre i tre democristiani a passare col fronte milazziano. A tarda sera la notizia sotto forma di indiscrezione: l'accordo è fatto.
La mattina successiva Sala d'Ercole era affollatissima. Quando chiese la parola Santalco i due schieramenti erano in trepida attesa: i milazziani finalmente attendevano la lieta novella; lo schieramento di centro-destra attendeva invece lo disvelamento della beffa.
L'ansia aumentava man mano che Santalco balbettava e non arrivava al concreto: volti sbiancati da una parte e dall'altra. Il momento clou si ebbe quando Santalco esibì il decreto della sua nomina ad assessore; il decreto di nomina di Signorino Sgarlata a componente della Commissione Provinciale di Controllo di Messina, (era il mezzadro di D'Angelo ed analfabeta).
Lì per lì il fronte milazziano gridò all'imbroglio, ma il governo guidato da Silvio Milazzo si dimise. Fu nominata una commissione parlamentare d'inchiesta, presieduta da Antonino Varvaro, penalista di grido, eletto quale indipendente con la lista del Pci. Per usare una frase di Giovanni Giolitti, come tutte le commissioni finì a tarallucci e vino.
Ormai il governo Milazzo si era dimesso, il milazzismo era stato liquidato, ed era nato il governo di centro-destra guidato a Maiorana della Nicchiara. Ludovico Corrao completò la legislatura all'Ars e nel 1963 (le elezioni regionali e nazionali si svolsero a distanza di qualche mese) si candidò alla Camera, indipendete nella lista del Pci.
Erano maturi i tempi per il primo Centro-Sinistra organico anche al livello nazionale.
(Fonte di molte informazioni qui riportate è stato un articolo del giornale LA SICILIA dei giorni scorsi)

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