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sabato 6 agosto 2011

Papas Nicolino. Lettera di auguri dall'insegnante della scuola elementare

Papës Nicola Cuccia
A te
Desiderando esplicitare alcune riflessioni che pullulano nella mia mente:
Tu sai benissimo quanto io sia libera nell’esprimere i miei pensieri, lontana come sono dalla adulazioni e ancor di più dalle denigrazioni.
Ti ho conosciuto bambino quando mi è stata assegnata la II° classe della scuola elementare. Io ero ancora agli inizi della mia residenza a Contessa Entellina e non conoscevo le famiglie di tutti quegli alunni che in tre file di banchi riempivano quella classe a piano terra di quello che fu uno degli edifici scolastici più importanti della zona. Era stato costruito ai tempi del fascismo e bisogna riconoscere che le costruzioni del regime rispettavano le basilari norme dell’edilizia scolastica.
Ricordo quando la tua cara mamma venne a lamentarsi di te per la tua condotta. Io le chiesi quali fossero le tue manchevolezze e rimasi alquanto impressionata della sua risposta: “Gioca molto al pallone”.
Ecco quale era la tua monelleria. Anch’io ho un fratello che da ragazzino amava molto giocare al pallone con grande disappunto dei miei genitori. Sto ricordando l’episodio per dirti quanta delicatezza e quanta bontà albergano nel suo cuore, proprio le stesse qualità di cui tu sei portatore.
Per la mia formazione politica non sono stata mai incline alle apparenze ed è forse per questo che sorvolavo sui giudizi altrui non adeguandomi ai loro comportamenti. Perché faccio questa considerazione? Io, assieme a voi alunni, ho fatto un percorso di vita  improntato sulla lealtà e nel rispetto verso il prossimo e, mai avrei potuto immaginare che in te maturasse l’idea di intraprendere la carriera (carriera? Si dice così? non so) sacerdotale. Io al riguardo non ho alcun merito. Ho rispettato la tua vocazione e sempre e lo stesso ti ho voluto bene come anche ai tuoi compagni di classe di cui ricordo ancora il posto occupato nel banco.
Oggi tu sei assurto ad un incarico prestigioso: sei diventato il parroco della Martorana che per parecchi anni è stata il punto di riferimento di tutti gli arbëreshë e non arbëreshë. Papàs Vito è stato il parroco dei poveri e dei ricchi, degli analfabeti e degli intellettuali, e sono certa che anche tu, con la tua preparazione, con le tue doti di bontà, con la tua capacità di ascolto saprai colmare quel vuoto lasciato dal grande Papàs Vito Stassi.
Auguro ogni bene a te, alla tua famiglia e a tutti i parrocchiani di qualsiasi rito, che siano cattolici di rito latino o cattolici di rito greco, affinchè la nostra diocesi possa diventare il fulcro dell’Ecumenismo.
Auguro anche che Contessa Entellina con la nomina dei due giovani preti, uno di rito latino Padre Giorgio Ilardi e uno di rito greco Papàs Janni Stassi, possa ritornare a vivere la religiosità in maniera pacifica e dare ai giovani buoni esempi di convivenza civile.
Per concludere ti dico che ho sempre avuto sotto gli occhi questa fotografia, scattata tantissimi anni fa davanti la chiesa di S. Nicola, con te in centro e ai lati la maestra Tomasina e la tua maestra che ti hanno voluto e ti vogliono tanto bene.
Con affetto e rispetto Giuseppina Cuccia Lo Iacono
Contessa Entellina 25 luglio 2011

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