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sabato 13 agosto 2011

Mezzojuso. Ricostruzione storica attraverso l'archivio parrocchiale

Sfogliamo insieme la rivista edita a Mezzojuso ECO DELLA BRIGNA
(n. 82/2011), diretta da Don Enzo Cosentino

Spigolature dall’Archivio della Parrocchia di S. Nicola
 Papas Lorenzo Perniciaro

X- Economo spirituale in sede vacante 18 VI 1665 - 14 IX 1665
XI- Papas dottor don Girolamo Cuccia - Arciprete 1665 - 1668
L’Arciprete Cuccia nacque nell’anno 1614. Era dottore: laureato perciò in teologia o nelle lettere? Debbo credere invece che il Cuccia era laureato in Medicina.
Dalle accurate ricerche, che sono stato costretto fare in archivio per chiarire bene la personalità dell’arciprete Cuccia, mi sono dovuto convincere che egli studiò dapprima e si laureò nell’arte della medicina e in età avanzata poi abbia abbracciato lo stato sacerdotale.
Il primo battesimo difatti amministrato da lui in questa Madrice nella qualità di cappellano fu ai 13 luglio 1655, quando cioè contava già 41 anni di età.
Più ancora, il reverendo padre don Callinico Granà, come più appresso vedremo, ci descrisse la magna pars sostenuta dal Cuccia nella qualità fidecommissario del testamento di Andrea Reres contro i Monaci basiliani latinizzanti del nostro Monastero di S. Maria.
Ebbene, il Granà, nominando nella sua Cronistoria (1)  il Cuccia, ora gli dà il titolo Signor don Geronimo Cuccia fidecommissario (giugno 1671 pag. 112), ora l’altro Sacerdote signor don Geronimo fidecommissario (giugno 1671 pag. 116), ora quello di sopracitato dr. don Geronimo Cuccia fidecom. (maggio 1672 pag. 119), ora Dott. Don Geronimo Cuccia con l’intervento degli altri fidecommissari (ottob. 1674 pag. 122), ora infine il detto dr. Don Geronimo Cuccia (ottobre 1674 pag. 126). Il Cuccia stesso negli atti di battesimo si dà il titolo di dottore (2).
Risulta poi che il Cuccia sia stato beneficiale della Parrocchia greca di Palermo dal 1660 al 16633. Lo ritroviamo nei registri di battesimo come cappellano di questa Madrice ai 7 luglio 1663.
Era ammogliato. A’ 14 ottobre 1674 gli moriva il figlio Onofrio all’età di anni 214.
Figura rivestito della carica di arciprete di questa Madrice dal 14 settembre 1665 al 13 giugno 1668, date queste del primo e dell’ultimo battesimo amministrato dal Cuccia nella qualità di arciprete.
Intanto all’8 ottobre 1668 figura arciprete di questa terra il reverendissimo papas Silvestro Schirò, quando il Cuccia ancora era vivente. Perché? Si deve supporre che egli abbia date le dimissioni probabilmente perché malfermo in salute o meglio ancora perché il ministero parrocchiale gli era oneroso.
Come accennai in principio, fu egli geloso conservatore della disciplina orientale del nostro Monastero basiliano di S. Maria. Nel maggio del 1671 risulta difatti uno dei tre fidecommissari del testamento di A. Reres (5). Come ci dice il padre don Callinico Granà, il Cuccia protestò assai energicamente presso il Giudice del Tribunale della R. Monarchia di Palermo contro l’abate generale dei Basiliani padre don Basilio Pittella, il quale, contrariamente a quanto aveva disposto il nobile A. Reres, poco per volta aveva introdotto di famiglia in questo Monastero monaci di rito latino, i quali senz’altro dovettero essere allontanati.
Le proteste del Cuccia con gli altri fidecommissari continuarono fino all’ottobre del 1674 (luogo citato pag. 126) sotto il nuovo abate padre don Teodoro Boezio della città di Castroreale (Messina). Questi, per avversione naturale al rito greco, aveva espulso dal nostro Monastero i novizi ed i monaci di rito greco allo scopo di latinizzarlo completamente.
Il reverendo padre Granà poi, e ciò a noi interessa molto per l’individuazione dell’arciprete Cuccia, ci dice che il medesimo aveva inoltrato un memoriale a S. E. il Viceré, il quale, accolto il ricorso, aveva ordinato al Giudice del Tribunale della Regia Monarchia di Palermo di provvedere al merito.
Il Cuccia però, ciò nonostante, non poté condurre a termine la vertenza perché li fu dalle contingenze naturali e precise (?) della morte di suo figlio impedito… Come più sopra fu accennato difatti ai 14 ottobre 1674 gli moriva il figlio Onofrio di anni 21.
Nell’anno 1648, come abbiamo detto, ricopriva la carica di Sindaco di questo Comune. Cessava di vivere in Mezzojuso, all’età di anni 67, il giorno 26 agosto 1681 e fu sepolto nella chiesa di San Nicolò.

(1) Volume II dei documenti manoscritti già citato.
(2)  Negli opuscoli dell’arciprete O. Buccola sulla Colonia di Mezzojuso così leggiamo:I Opuscolo 1912, pag. 51 “artis medicinae doctor D. Hieronimus Cuccia” (atto di elezione del Patrono S. Nicolò 23 IV 1643). II Opuscolo 1912, pag. 83 “artis medicinae doctoris D. Hieronimi Cuccia Sindaci praedictae terrae Dimijusii (sentenza del Vic. Gener. di Palermo don Francesco Salerno del 27/8/1648). III Opuscolo 1909 pag. 46 “Don Girolamo Cuccia dottore in Medicina (atto d’assegnazione ai Monaci del nostro Monastero del 20 novembre 1650. (Cfr. pure opuscolo 1914, pag. 18).
(3) Registro battesimi della Parrocchia greca S. Nicolò di Palermo 1660 - 1663, foglio 53.
(4) Registro defunti del 1764, foglio 20.
(5)  Volume II dei documenti grecanici manoscritti, luogo citato, pag.111-126.

XII – Papas don Silvestro Schirò – Arciprete 8 X 1668 - 4 IV 1690.
Nacque in Mezzojuso nell’anno 1633.
Il primo battesimo amministrato in questa Madrice dallo Schirò fu a dì 8 ottobre VII ind. 1668, quivi egli si dà titolo di arciprete. Anteriormente al 1668 non amministra altri battesimi in questa Madrice. Dove fu quindi prima di quell’anno quando già contava 35
anni di età? Sarà stato ordinato Sacerdote così avanzato in età e subito dopo nominato Arciprete? L’ultimo battesimo amministrato a Mezzojuso fu a 25 dicembre 1689.
Morì a Mezzojuso a dì 4 giugno 1690 all’età di anni 57 circa e fu sepolto in questa Matrice greca.
Il vicario generale dottor don Carlo Cuschino per ordine dell’arcivescovo di Palermo mons. Giovanni Lazano, conferma all’arciprete Schirò le preminenze ed i diritti inerenti alla sua carica contro i Latini della Colonia, come si legge nella lettera del 12 gennaio X ind. 1673, diretta al Vicario foraneo di Mezzojuso (1).
Con atto del 23 luglio VII ind. 1684 rogato notar Giuseppe Schirò da Mezzojuso fu stipolata una capitolazione tra l’arciprete Silvestro Schirò ed i comunieri di questa Madrice (2). Cosa fu stabilito in essa capitolazione?
(1)  Volume II dei Documenti manoscritti già citato, pag. 372-375.
(2) Volume II dei Documenti manoscritti già citato, pag. 371.

XIII - Economo spirituale in sede vacante 4 VI 1690 - ? XI 1690)
XIV - Papas dottor don Anselmo Schirò – Arciprete 28 XI 1690 - 24 I 1727
L’arciprete Anselmo Schirò nacque in Mezzojuso, da Francesco Schirò e da Rosalia Costa, il 25 giugno 1665 e fu battezzato in questa Madrice il 26 detto dal rev. papas Domenico Buccola.
Era ammogliato; leggiamo difatti che a 26 novembre 1715 gli moriva il figlio Francesco (1). Il primo battesimo amministrato da arciprete di questa Madrice fu a 28 novembre 1690; l’ultimo a 21 settembre 1725.
A pag. 377-378 del Registro dei matrimoni di questa Madrice del 1780-1820 l’arciprete papas dottor Francesco Cuccia (1741-1820) ci lasciò trascritta la preziosa notizia, che qui riporto per intero: “L’anno 1705 il dott. Granà (2) greco, fece la tribuna di Maria SS. Del Carmine esistente nella piazza di questo Comune e vi fece pittare la immagine di S. Nicolò di Bari, l’anime del Purgatorio e S. Simone Stocco, per attestato di don Carmelo Figlia morto in Chieti3 nella Puglia il quale conobbe benissimo il dott. Granà. Firmato: Sac. Arc. Fr. Cuccia”.
Fu benedetta detta cappella dall’arciprete don Anselmo Schirò con il suo clero greco come si legge nell’antologio grande rosso4. La notizia dell’arciprete Cuccia continua poi: “Lì 17 luglio 1799 la sudetta tribona seu cappella della Madonna del Carmine fu rinnovata e intonacata colla mia cooperazione, per calce della fossa di San Nicola, per gesso per gesso per Carità, così per la maestria e furono li mastri muratori di questa mastro Gius. Cuccia, mastro Gius. Bisagna, mastro Vinc. La Monina, mastro Filippo Bonadonna. Sac. Fr. Cuccia. E vi si fece il millesimo sotto la croce dell’anno da che fu fatta detta machinetta – 1705 – Quale cappella in detto anno 1705 fu benedetta dall’arciprete don Anselmo Schirò e suo clero.”
Morì in Mezzojuso, all’età di anni 62 circa, il giorno 24 gennaio 1727 e fu sepolto il 25 detto, giorno di sabato, nella Madrice S. Nicolò (5). A dì 5 febbraio 1776 all’età di 73 anni moriva in Mezzojuso il di lui figlio papàs dottor don Biagio Schirò. Così leggiamo nel Registro dei defunti del 1776 a pagg. 256-257: “Artium et medicinae doctor sacerdos graecus uxuratus D. Blasius Schirò, filius quondam arcip. d.ris D. Anselmi Schirò…” Il rev. Papas don Biagio Schirò fu sepolto nella Cappella “olim animarum Purgatorii dictam notarii Thomae Cuccia, ad presens cappellam S.ti Nicolai” dentro questa ven. Madrice greca (ibidem).
(1) Registro dei defunti del 1715, foglio 158.
(2) Il dott. don Andrea Granà albanese medico fisico (Cfr. Manoscritto arciprete Cavadi a pag. 45. cart. III, carp. n. 5, fasc. n. 1) morì in Mezzojuso a’ 29 marzo 1718 all’età di 70 anni incirca e fu sepolto nella venerabile chiesa della Concezione nel Convento dei Padri Francescani O.F.M. di questa terra (foglio 163 del Registro dei defunti del 1718).
(3)  Si deve leggere Chieuti, colonia albanese della Capitanata nella provincia di Foggia, oggi di rito latino.
(4) Registro del battesimi del 1760-1779, pag. 95.
(5) Registro dei defunti 1727, foglio 190.

XV - Economo spirituale in sede vacante 24 I 1727 - 27 VII 1727
XVI Papas dottor don Nicola Rosario Figlia - Arciprete 27 VII 1727 - 18 XI 1769
L’arciprete Figlia Nicola nacque in Mezzojuso da Andrea e Caterina il 14 maggio 1693 e fu battezzato in questa Madrice il 16 maggio 1693. Gli furono posti i nomi: Rosario e Nicolò (1).
Era laureato in S. Teologia. All’età di anni 25 circa viene ordinato sacerdote. Amministra il primo battesimo in qualità di cappellano di questa Madrice il 16 novembre 1718. Risulta ancora cappellano di questa Madrice il giorno 8 ottobre 1721.
In quello stesso anno 1721 lascia Mezzojuso si trasferisce alla parrocchia di S. Giorgio della colonia di Chièuti, diocesi di Larino, provincia di Benevento (oggi provincia di Foggia), Capitanata di Puglia nel Regno di Napoli, ove fu chiamato da quel gran Marchese del Vasto Acquino ed Aragona. Ivi amministra il primo battesimo il 29 dicembre 1721 nella qualità di economo di quella chiesa arcipretale. Viene eletto arciprete della medesima Colonia il 20 aprile 1724 e arciprete con pieni diritti il 27 settembre detto.
Ivi ancora rimane ed amministra l’ultimo battesimo il giorno 2 maggio 1727.
In quello stesso anno si trasferisce a Mezzojuso, dove per concorso viene eletto arciprete della colonia di Mezzojuso da S. Ecc. mons. Gasch, arcivescovo di Palermo, il quale gli rilasciò la bolla di nomina more solito.
Difatti a 27 luglio 1727 amministra nuovamente un battesimo nella qualità di arciprete di questa Madrice.
L’ultimo battesimo amministrato da arciprete di questa Colonia fu il 4 settembre 1768.
Il Figlia fu uomo laborioso, dotto ed attaccato al patrimonio sacro a lui affidato dalla Provvidenza.
Egli scrisse in dialetto albanese alcune poesie sacre ed alcuni canti popolari ed infine la Dottrina cristiana, pure in albanese, ai 19 novembre XV indizione 1736.
Le poesie, i canti e la Dottrina cristiana furono lasciati a Chièuti presso una famiglia privata in un manoscritto formato 16° grande di 105 pagine.
Il prof. Marchianò Michele della colonia albanese di Macchia Albanese (Cosenza) in un viaggio fatto nel 1901 per le colonie albanesi della Capitanata di Puglie con lo scopo di raccogliere notizie storiche su di esse, ricevette in dono questo preziosissimo manoscritto, che egli poi pubblicò nel 1908 a Foggia e a Napoli non che nella Rivista di studi orientali “Bessarione” fasc. 115, serie III, vol. VIII, gennaio marzo 1911, pag. 34 e segg. Il merito grande del Figlia è appunto quello di averci lasciato un documento in dialetto albanese che fino al 1837 (2) ancora si parlava nella colonia di Mezzojuso. Il Figlia ci lasciò ancora una preziosa memorietta sulla colonia di Mezzojuso dal titolo: “Breve ragguaglio della terra di Mezzojuso della diocesi di Palermo, una delle quattro colonie di Albanesi di Sicilia”.
Essa è scritta bene e si legge ancora assai chiaramente; porta la data del 19 gennaio XIII ind. 1750 (3).
Come si legge presso le minute del notar dott. Paolino Franco da Mezzojuso, a’ 31 agosto XV ind. 1752 l’arciprete Figlia aiutato dal clero e dal popolo, dai Giurati e dal principe Domenico Corvino, previa autorizzazione avuta dall’arcivescovo di Palermo con l’officio del dicembre 1751, riformò ed abbellì la chiesa madre di S. Nicolò sostenendo la spesa di onze 700, pari a L. 9.000 circa italiane, somma non insignificante in quel tempo. Il Figlia morì in Mezzojuso il 18 novembre 1769 all’età di anni 78 e fu sepolto nella Madrice di San Nicolò (4).
Nella sagrestia della Madrice si conserva un suo ritratto ad olio in buono stato, che lo raffigura in piedi senza camilafion, ma con barba, rason ed un libro, retto dalla mano sinistra e poggiato su di un tavolo, senza titolo. Con l’indice della destra poi, a chi lo guarda, mostra in alto un piccolissimo quadro raffigurante il taumaturgo e patrono S. Nicolò di Mira.
Per altre notizie si possono consultare: pag. 106-109. Prof. Michele Marchianò. Canti Popolari Albanesi. Foggia 1908, introduzione pag. VIII e segg. Prof. papàs Gaetano Petrotta. Popolo, lingua e letteratura albanese. Palermo 1931- IX anno, pag.106-109. Roma e l’Oriente, anno II, n. 16 e 17, febbraio e marzo 1912. Bessarione. Rivista di studi orientali, fasc. 115, serie III, vol. VIII, gennaio-marzo 1911 a pag. 34.
(1) Registro dei battesimi 1693, foglio 36.
(2) Arciprete O. Buccola, opuscolo 1909, pag. 53.
(3) Archivio parrocchiale- cart. I, carp. 4, fasc. 1.
(4) Registro dei defunti 1769, pag. 223.

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