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lunedì 15 agosto 2011

L'agricoltura siciliana (latifondistica) all'inizio dell'800

Calendario dello agricoltore
di Niccolò Palmeri
pubblicato nel 1823

GIUGNO
Foto del secondo dopoguerra


Nei principio di questo mese si cominciano a preparare le aje per la trebiatura (pisari). A ragione di solidità soglionsi spesso scegliere le strade di passaggio (trazzeri) ad uso di aja. Presso di noi il grano si falcia. Ma accade qualche volta che il grano marzuolo dia così basse le spighe, che invece di falciarle, siasi costretto di svellerle.
Tagliate le spighe dal mietitore, egli ne forma dei manipoli, che lascia nel luogo stesso in cui si ritrova, ed un raccoglitore, che suole andare dietro a sei, sette, o otto mietitori, va raccogliendo con una specie di grande uncino di legno, più o meno di questi manipoli, secondo la grandezza, e ne forma dei covoni.
Si semina il sesamo (giuggiulena) in terra esposta al sole, anche ove si fosse mietuto di già il fieno o l’orzo. Essendo la sua coltura simile a quella della endivia, si adacqua tosto che è spuntato, e poi di mano in mano come fosse d’uopo. Le piante debbono esser distanti l’una dall’altra un palmo in circa.
Si dà la seconda intraversatura al colza.
Si svellono e si battono i legumi maturi.
Si pulisce dalle mal’erbe per la prima volta ogni sorta di riso.
Si svelle la canape e il lino.
Si raccolgono e si legano i nuovi tralci nelle vigne.
L’ortolano raccoglie i semi delle rape e delle altre piante da orto; sarchia i ceci, i fagiuoli ed il formentone, e spunta colle dita i tralci delle zucche e de’ melloni.
Si prosiegue a spiantare le radici di quei fiori che non aveano le foglie secche nel precedente mese. Si continua la raccolta dei semi di varie piante.
Si termina in questo mese di mugnere le pecore.
Verso la fine dello stesso si cessa di dare lo stallone alle giumente.
Si continuano le diligenze per raccogliere gli sciami.

LUGLIO

Foto anni settanta del Novecento
Si fa quasi generalmente il raccolto del grano.
Si trasportano i covoni presso l’aia, e se ne formano le biche (timugna).
Il diligente agricoltore fa l’ammannato; si destinano a ciò gli uomini nel tempo che il vento non permette di spagliare; ognuno si mette avanti un covone, e ne tira le spighe più belle, tutte della stessa specie di frumento. Queste si mettono da parte, si mazzicano, ed il prodotto di questo frumento scelto serve in seguito per semenze di tutto il podere. A circostanze uguali la semenza scelta dà il tre ed il quattro di più di prodotto, ed i frumenti scelti hanno sempre un prezzo maggiore. Ma gli agricoltori accorti non lo seminano che sopra maggesi netti e non concimati, attesa l’alterazione che suol dal concime derivare al frumento.
Si trebbia il frumento ed anche gli altri cereali.
Si comincia a raccogliere il cotone, e si continua nei seguenti mesi fino alle piogge autunnali.
Si taglia il sommacco adulto, il che nei paesi freddi si differisce ai primi del seguente: si lascia steso in terra finchè sia prosciugato; quindi si trasporta all’aia per batterlo, e di poi alla macina per polverizzarlo, o pure si vende in foglia.
Si raccoglie il colza.
Se il giardiniere non vuol vedere dannificati dal vento gl’innesti, che egli ha fatto nei precedenti mesi, attacchi ai medesimi dei pali.
Si comincia ad incidere il frassino per estrarne la manna, e si continua finchè dura la sua stagione.
L’ortolano mette in terra le pastinache, gli spinaci, i broccoli, i finocchi e le cipolle; spunta i melloni ed irriga le piante del tabacco secondo il bisogno.
Si piantano dal fiorista i rami delle piante crasse; si continua la raccolta dei semi.
Si ha cura dei polledri di fresco nati, tenendoli all’ombra nell’ora del meriggio, perchè molti ne periscono pei moscherini.
I boari diligenti non lasciano mai coricare i buoi nelle ore calde; dappoichè il calore della terra gli inaridisce in modo da non potersi più riavere.
Si raccoglie il miele e la cera dagli alveari, che da noi dicesi tagliare le api.

AGOSTO


Foto anni settanta del Novecento
 È questo mese quasi interamente destinato ai preparativi del nuovo anno colonico, e si pratica quanto occorre onde prevenire le inondazioni invernali.
Si segue la trebbiatura del grano.
Il giorno 15 la legge permette di cominciare a dar fuoco alle stoppie.
La legge stessa è previdentissima nel prevenire i mali che potrebbero cagionarsi ai fondi vicini, ordinando, fra l’altro, di fare i limiti del fuoco (stagghia focu), zappando e bruciando una striscia di terra intorno al campo che vuol bruciarsi, ma è poco conosciuta e meno eseguita dai nostri agricoltori, e spesso si veggono le più belle paschiere incendiate per tale incuria.
Si miete e si raccoglie alla fine del mese il grano marzuolo.
Si taglia il riscolo (spinedda), e si brucia per trarne la soda; e durante l’abbruciamento si rivoltano e si agitano le ceneri per ottenerle di buona qualità.
Si pulisce dall’erbe per la seconda o terza volta il riso acquatico, e si svellono nella fine di questo mese le spighe dell’altro coltivato a secco.
Si sfronda il sommacco piantato in gennaio, che fra noi dicesi sfilare.
Si raccolgono le patate subito che seccheranno le foglie di questa pianta.
Si comincia la raccolta della robbia (ruggia o ruggia fimminedda) badando che non sia la capillare rifiutata nel commercio.
Si fa anche il raccolto del cotone, tosto che si conoscerà che naturalmente si spaccano le coccole in modo che sguscia fuori, raccogliendolo gradatamente a misura della maturità.
Il vignaiuolo zappa la vigna per pulirla dall’erbe nate dopo le precedenti zappature e dalla gramigna che per le sue profonde e molteplici radici reca non poco nocumento alle viti; ad estirparla il diligente agricoltore procura che la sua vigna fosse profondamente zappata, acciò, oltre il vantaggio recato alla vigna, le svelte radici possano raccogliersi e somministrarsi per cibo agli animali e principalmente ai cavalli.
Si colgono le foglie già mature del tabacco e si pongono a fermentare.
Si semina il colza.
Si battono i ceci piantati in aprile o in maggio.
Si piantano i broccoli, cavoli cappucci, ecc.
Il giardiniere coglie pere, mele, prugne, fichi ecc.
Si seccano i fichi ottati.
Si piantano i tuberi o i bulbi di quel fiori, dei quali si vuole anticipata la fioritura. Si piantano i bulbi delle amarillidi e di altre piante analoghe, e si cambia la terra alle stesse.
Se la stagione sarà fresca si faranno gli innesti delle rose ad occhio.
Si mette, dopo la metà del mese, a macerare nei fiumi e negli stagni il lino e la canapa.
Si vaglia (si cerni) il grano raccolto, si misura (si tumma) e si consegna al magazziniere. Se ne comincia il trasporto ai mercati ed ai caricatori.
Si continuano le diligenze pel bestiame e per le api, come si è avvertito nel mese di luglio.

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