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mercoledì 13 luglio 2011

Manovra e non

Lo scorso 25 marzo il governo italiano si è impegnato con l'Unione Europea a tagliare, a ridurre il debito pubblico di ben 900 miliardi. Più in dettaglio l'Italia entro venti anni non può avere un debito che eccede il 60% del P.I.L. (ossia della ricchezza prodotta in un anno).
Per rispettare questo impegno il nostro paese deve ridurre la massa del debito di  circa 45 miliardi per anno. Tutto ciò sarà fattibile a condizione che il bilancio di ogni esercizio venga chiuso in pareggio.
La manovra che domani verrà approvata in Senato e venerdi alla Camera (grazie al senso di responsabilità dell'Opposizione)  prevede che il pareggio di bilancio si raggiunga nel 2014, col che significa che si perdono i primi due dei vent’anni a disposizione, cioè il 2012 e il 2013. E' la furbata messa in atto dal Governo Berlusconi (e maggioranza) di voler  rinviare ai loro successori, dopo la campagna elettorale 2013, l’onere dei tagli.
I mercati non hanno gradito proprio questo lassismo e questa mancanza di "serietà" e da qui il marasma in borsa dei giorni ultimi.
La manovra ha gravi carenze, quale è il sia pur lieve attacco alle mensioni eccedenti 1.428 euro. L'altra carenza si legge nell’incapacità di eliminare l’attuale forma istituzionale delle Province trasformandole in Consorzi di Comuni e nella timidezza di puntare (lo ha detto l'economista Pd Boeri) all'aggregazione dei Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti.
Soprattutto c’è l’incapacità di tagliare i privilegi degli ex-politici di cui sono pieni quotidiani e settimanali nazionali.
Altri dati crudi sono nelle denunce:
- 60 miliardi è la corruzione nella Cosa pubblica;
- 120 miliardi il giro d’affari della criminalità organizzata, ormai stabilmente radicatasi in Lombardia, Piemonte e Veneto;
- 275 miliardi l’evasione fiscale.
Questi tre dati costituiscono l’altra Italia, quella che affossa il Paese e che una classe politica di pigmei non ha saputo affrontare in maniera decisa, almeno negli ultimi vent’anni.
A queste anomalie va aggiunto: lo Stato economico e sociale del Meridione, cioè di un terzo del territorio in cui abitano venti milioni di cittadini. Anche in questo caso è palese l’incapacità, l'inettitudine e la mancanza di correttezza del ceto politico che in 63 anni (1948/2011) di Repubblica non è stato capace di fare quello che la Germania ha saputo realizzare in soli 22 anni (1989/2011) con gli ex territori Orientali.
I Bond italiani rendono il 3 per cento in più dei Bund tedeschi. Questo è il dato allarmante che deve costringere maggioranza e opposizione ad approvare la manovra in poche settimane perché il mercato non attendere.

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