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lunedì 18 luglio 2011

Le prospettive del tessuto produttivo siciliano

lA SICILIA E LA SUA ECONOMIA
La Sicilia con il prodotto interno lordo che non cresce e la mancanza di investimenti da parte delle aziende continua a vivere un forte affanno.
Un recente studio congiunturale traccia una previsione su tutto il 2011 e annuncia una crescita del Pil di appena l'1,1% rispetto al 2010.
A questa crescita lenta si aggiunge un rallentamento degli investimenti in macchinari e attrezzature operati dalle aziende (+2%).
Cattive notizie anche dall'approfondimento dedicato alle conseguenze della crisi sulle imprese: la base produttiva siciliana conta oggi quasi 480 mila aziende, prevalentemente di piccole dimensioni, e il loro numero è in costante diminuzione per effetto della crisi.
Dal 2007 si sono perse circa 16mila aziende. Andiamo verso un futuro ancora più nero, mentre la crisi accentua la forbice tra ricchi e poveri.
Sul fronte della disoccupazione, le previsioni il 2011 parlano di un tasso che si attesterà sul 13,7% (un punto percentuale in meno rispetto a quel 14,7% decretato da Bankitalia per il 2010).
Le uniche note positive arrivano dal turismo e dalle esportazioni. Arrivi e presenze nell'Isola risultano in aumento rispettivamente dello 0,86% (oltre quattro milioni) e del 5,03% (quasi 14 milioni). Dal punto di vista della domanda turistica, inoltre, si registra nel complesso un allungamento della permanenza media e una tendenza alla destagionalizzazione dei flussi. Perdono appeal le grandi strutture alberghiere, a favore delle strutture complementari come agriturismo e bed and breakfast. Il quadro sull'export parla di una "buona vivacità" negli scambi con l'estero, al netto dei prodotti petroliferi: bene i prodotti agricoli e alimentari, che segneranno una crescita compresa tra il 10 e il 20%. Boom per i prodotti chimici di trasformazione industriale (+30,8%).
Al di là di queste poche buone notizie, lo scenario resta fortemente critico e l'assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, non lo nasconde: "Si tratta di dati allarmanti - ammette -. Da dieci anni nella nostra regione si continua a non produrre e l'unica grande azienda è la pubblica amministrazione. E' necessario innescare meccanismi virtuosi. Troppe risorse sono state sprecate - aggiunge - e il nostro ritardo strutturale è di 40 anni: l'80% delle nostre aziende ha un fatturato inferiore ai centomila euro annui". Da Venturi, infine, arriva una sferzata ai siciliani: "Non stiano fermi ad aspettare il posto pubblico, si costruiscano da soli il proprio futuro".

2 commenti:

  1. peccato, forse sono l'unica azieda dell'agroalimentare siciliano che non rientra nella crescita .....!! (Nino)

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  2. In effetti il quadro generale siciliano è fortemente negativo. Solo l'export del settore vitivinicolo sta tirando in questa fase.
    Io non conosco se l'Entellano ha già intrapreso la via dell'esportazione all'estero.
    Al momento -comunque- sembra sia questa la via: il governo russo in questi giorni ha addirittura imposto elevate barriere daziarie per cercare di arginare l'invasione di quel vasto territorio dei vini italiani.
    Solo ai vini italiani è stato applicato questo trattamento, segno che l'esport italiano aveva raggiunto livelli preoccupanti per la bilancia dei pagamenti di quel paese.
    Comunque non bisogna disperare: il settore vitivinicolo se combinato con la "qualità", come è il caso dell'Entellano, secondo i rilevamenti congiunturali degli ultimi mesi ha un trend positivo.
    Auguri.
    Mimmo

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