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sabato 18 giugno 2011

Tenere i conti in ordine è garanzia anche di democrazia. Il caso Grecia

Mentre qualche tensione si è avvertita in questi giorni sui mercati internazionali anche sui titoli italiani, la Grecia aspetta la quinta tranche» da 12 miliardi del prestito, per complessivi 110 miliardi di euro, già concessole. Il Fmi ha dato luce verde.
Sarà così possibile fare fronte alle esigenze finanziarie più impellenti della Grecia almeno fino a settembre; guadagnare tempo e rinviare il momento della verità per il varo del secondo piano di salvataggio.
Il nodo da sciogliere all'interno dell'Unione europea per trovare un'intesa sulla copertura del fabbisogno finanziario greco per il biennio 2012-2013 è per ora sempre lì. Nessuno infatti concede prestiti se non ha la certezza che possano essere restituiti e/o che comunque non finiscano ad un paese che non può tenere un tenore di vita superiore alle proprie possibilità. E' proprio quanto accaduto in Grecia, infatti.
La Grecia dovrà fare la sua parte per risanare i conti: deve rientrare nelle possibilità che il paese si può permettere.  E’ quanto esige l’Unione Europea ed il Fondo Monetario; è quanto l'attuale governo greco punta a conseguire, dopo avere ricevuto dal precedente la situazione oggi esplosiva.
La Bce è tornata a mettere in guardia contro il rischio di fallimento della Grecia. Fallimento significherà miseria più assoluta per alcuni anni (ovviamente per i ceti più poveri) e prospettive politiche pericolose: si ricordi il primo dopoguerra della Germania che ha fatto partorire il nazismo. Tenere i conti in ordine in un paese è anche garanzia di democrazia.
Bini Smaghi (Banca Europea, prossimamente a guida  Draghi) ha ammonito che «potrebbe essere messa in gioco la democrazia» e ha denunciato «pressioni politiche» su Francoforte affinchè accetti l'estensione delle scadenze dei titoli pubblici greci o l'accettazione di titoli che non danno sufficienti garanzie.
Intanto il primo ministro greco Papandreou ha annunciato la sua intenzione di «non mollare e continuare a combattere» per salvare la Grecia dal tracollo nel suo intervento davanti ai deputati del partito socialista Pasok. «Continuerò a cercare un consenso più ampio - ha affermato il capo del governo ellenico - La nostra risposta alla sfide che affrontiamo è la stabilità e il mantenimento del nostro programma di riforme».

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