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giovedì 23 giugno 2011

“Parco dei Monti Sicani“ dopo la sospensiva una nuova partenza !

Opportunità di sviluppo o ente di sottogoverno?
Intanto la prima opportunità è stata persa
di Leonardo Spera

Come spesso accade nella nostra beneamata Sicilia le opportunità politiche hanno il sopravvento sulle reali opportunità di sviluppo che le circostanze, i momenti e/addirittura i luoghi possono creare. In questo caso, questa politica scellerata avrebbe pesantemente inciso anche sul diritto dei cittadini (proprietari fondiari, imprenditori e fruitori) di disporre liberamente, per i propri e legittimi fini economici e/o ludici, nel rispetto delle norme e secondo usi e consuetudini tradizionali, dei propri beni fondiari e, più in generale, delle varie opportunità che il territorio offre. Fortunatamente a ciò non si è arrivati, sperando che in futuro il raziocinio ed il rispetto del territorio abbiano la meglio.
Ma andiamoci per gradi, l’iter fin qui è stato abbastanza lungo e tortuoso. Con la legge regionale n°6 del 2009, all’articolo 64 la Regione Sicilia ha disposto l’istituzione del Parco dei Monti Sicani. Visto lo Statuto della Regione, vista la legge regionale 6 maggio 1981 n. 98 modificata ed integrata dalla legge regionale 9 agosto 1988 n. 14 (leggi quadro per quanto riguarda l’Istituzione di Aree protette in Sicilia) si è provveduto all’individuazione delle procedure di costituzione dello stesso Parco. Parco che comprende una fetta abbastanza vasta di territorio a cavallo tra le province di Agrigento e Palermo inglobando al suo interno ben 12 Comuni.
Premesso che in riferimento alle norme sopra citate un Parco sì può costituire là dove esistono già delle Riserve Naturali, nello specifico Valle del Sosio, Monte Cammarata, Monte Carcaci e Monte Genuardo, si è provveduto all’individuazione ed alla costituzione del comitato di proposta. Il compito di questo Comitato era quello di dover redigere una proposta di istituzione del Parco, comprensiva di perimetro, zone e regolamenti, da sottoporre poi al vaglio dell’Assessore all’Ambiente e Tettitorio.
Come previsto al comma 5, il comitato veniva costituito come segue:
• in via transitoria, dai sindaci dei comuni interessati alle riserve già istituite;
• da un rappresentante dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente;
• da un rappresentante dell'Assessorato regionale dell'agricoltura e delle foreste - Dipartimento regionale Azienda foreste demaniali;
• da un rappresentante dell'Ispettorato provinciale dell'agricoltura rispettivamente di Palermo e di Agrigento;
• da sei esperti designati dalle associazioni ambientaliste più rappresentative in ambito ambientale e paesaggistico.
Qui sono emerse le prima perplessità in quanto il comitato di proposta del Parco dei Sicani previsto dalla LR 6/2009 ha assunto sin da subito le sembianze di organo politico e di gestione, basti pensare alla presenza dei Sindaci dei comuni interessati ed alla nomina di un presidente (Sindaco di Burgio) ed un vice-presidente (Sindaco di Contessa Entellina), tutti fattori che hanno ridotto le competenze tecnico-scentifiche necessarie per l’Istituzione di un Parco.
Una volta costituito il Comitato il secondo passaggio, a mio avviso quello più delicato, è stato l’individuazione da parte di questi del perimetro del Parco e la successiva zonizzazione, cioè l’individuazione all’interno del perimetro del Parco, delle aree a più o meno alta valenza naturalistica.
Il primo comma dell’art. 64 della Legge istitutiva del Parco testualmente recita: “al fine di pervenire alla istituzione del Parco dei monti Sicani, con la partecipazione della popolazione locale e la collaborazione degli Enti e delle Associazioni interessate e presenti nel territorio ecc…
Durante questa fase tanti sono stati i momenti di confronto che i cittadini ed anche i Consigli Comunali dei Comuni interessati hanno cercato invano di trovare. Il cosiddetto Comitato in contrapposizione al comma sopra-citato, si limitava soltanto ad organizzare degli incontri nei vari comuni, che suonavano più come spot gratuiti che come momenti di confronto e informazione rivolti ai cittadini soprattutto sui vincoli che il Parco avrebbe comportato.
Diverse sono state le proteste, nei vari comuni interessati, da parte di tanti cittadini, costituitisi anche in associazioni (Parcopolinograzie) con lo scopo di fermare l’istituzione di un mega Parco spettro di una conseguente imbalsamazione del territorio.
Con molto cinismo il Comitato è andato avanti verso la propria direzione, proponendo una bozza di perimetro che comprendeva, oltre alle sopra-citate Riserve ed Aree Protette, una vasta fetta di territorio ad oggi non sottoposto ad alcun vincolo. In molti Comuni, Contessa Entellina compreso, i Consigli Comunali, con precisi atti di indirizzo, hanno chiaramente espresso la volontà di concedere all’istituendo Parco solo le aree già sottoposte a regime di protezione naturale.
Ma la volontà di arrivare ad una più celere istituzione, visti i 180 giorni a disposizione del Comitato (comma 8 art. 64 della LR 6/2009) previa il commissariamento dello stesso, viste le contrapposizioni di alcuni sindaci verso la bozza di proposta fin lì realizzata, ha fatto sì che in seno al comitato si decidesse di mettere ai voti la proposta di perimetrazione, poi votata con il favore della maggior parte dei membri del comitato il 17 marzo 2010. In quell’occasione il Sindaco di Contessa Entellina, nonché vice-presidente del Comitato, ha disatteso la volontà del Consiglio Comunale votando a favore di una bozza che comprendeva ben altro territorio oltre la aree protette .
Terminato questo iter, l’Assessorato ha trasmesso ai 12 Comuni interessati la perimetrazione e zonizzazione del Parco e la disciplina delle attività e divieti, cosi come elaborato dal Comitato di proposta. In questa nota era espressamente previsto che entro 20 giorni dalla pubblicazione nell’Albo Pretorio dei Comuni, Enti e privati avrebbero potuto presentare varie osservazioni da inviare all’Assessorato e/o da sottoporre al vaglio del Tar.
Con le sentenze n° 356, 357 e 358 il TAR Palermo ha disposto all’ Assessorato l’annullamento del decreto istitutivo del Parco.
Tante sono state le motivazioni per cui tali ricorsi sono stati accolti, contestando di fatto l’operato del Comitato di Proposta: in una di tali sentenze è stata lamentata dal TAR la violazione e/o la falsa applicazione di alcune norme per l’istituzione dei Parchi in Sicilia, violazione e/o falsa applicazione della legge 6 dicembre 1991 n.394 (“Legge quadro sulle aree protette”) in tema di partecipazione degli Enti Locali e dei soggetti interessati all’istituzione dei parchi e aree protette….
Dal canto proprio l’Assessorato Territorio e Ambiente ha richiesto al CGA ( Consiglio di Giustizia Amministrativa) la sospensiva di tali sentenze.
Il 9 aprile 2011 con le ordinanze n°396, 397 e 398 il CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa) per la Regione Sicilia ha confermato l’ annullamento del decreto istitutivo del Parco dei Monti Sicani.
Visto l’annullamento del decreto di Istituzione l’Assessorato adesso dovrà provvedere alla Istituzione del Parco, in riferimento alla LR 6 del 2009 art. 64, con criteri e modalità diversi da quelli contestati dal TAR e confermati poi dal CGA. Qualche settimana fa l’Assessore Sparma ha dichiarato l’intenzione di voler andare avanti facendo proprie le osservazioni della giustizia amministrativa. Lo stesso ha poi comunicato che sì è deciso di istituire un tavolo tecnico con i Comuni e le Associazioni ambientaliste per velocizzare l'iter, con obbiettivo di non far perdere l'entusiasmo attorno all'istituzione del Parco. L’Assessore ha anche dichiarato di aver fin qui messo a sistema le riserve naturali gia' presenti in quel territorio, creando un grande polmone verde nella zona centro-occidentale della Sicilia. Dichiarazioni sicuramente piene di propositi ma che si scontrano e contraddicono la realtà; infatti, tranne una gestione sicuramente positiva dell’Azienda Foreste, mai fin qui la politica ha pensato di fare sistema e di dar valore al patrimonio naturale di cui il territorio è Padrone. L’istituzione di un Parco in un territorio in cui la natura, il verde e i boschi sono principi incontrastati, rappresenta una grande opportunità di sviluppo concreta. Certamente istituire un Parco laddove operano già e sono anche ben gestite 4 Riserve Naturali, chiede un atto di responsabilità alle istituzioni locali verso i cittadini cercando prima di informare e sensibilizzare questi ultimi al rispetto ed alla convivenza con una struttura ambientale dalle enormi dimensioni ed ai divieti che un Parco comporta. Purtroppo le esperienze di Parchi siciliani non sono molto positive, spesso sono stati intesi come enti di sottogoverno senza badare all’importanza che essi rivestono per i territori. Basti pensare come i quattro Parchi presenti nell’Isola non hanno ormai da tempo un organo di gestione vero e proprio ma risultino tutti commissariati.
Con il fallimento del Comitato di proposta è anche fallita la prima opportunità di essere attori principali nella costruzione del futuro dell’intero territorio.
La speranza è quella che stavolta il Parco venga pensato e costruito come un ente capace di creare uno sviluppo reale indirizzando le politiche locali ad una maggiore attenzione verso le risorse naturali.
Leonardo Spera

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