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domenica 12 giugno 2011

Il Calendario dell'agricoltore siciliano, del 1823, di Niccolò Palmeri (2)

Niccolò Palmeri, Termini Imerese, 1778-1837. Di famiglia nobile, si laureò in giurisprudenza, esercitando però solo per breve tempo la professione di avvocato. In seguito si dette agli studi di economia, agricoltura, diritto pubblico, collaborando con Paolo Balsamo e Rosario Gregorio.
Fra le sue opere il "Calendario dell'agricoltore siciliano".


FEBBRARO

Si comincia la seconda aratura dei maggesi. Nelle marine si dà principio alla seminagione del grano marzuolo (tumminia).
Si prosegue a sarchiare i grani, ed a zapponare le fave primaticce.Si arano la seconda  volta le risaje.
Si continua a piantare lenti e cicerchie nei grandi poderi e nelle chiuse.
Nel vigneto si dispongono le canne lunghe cinque o sei palmi a due o tre accanto ogni vite (arrugari), in seguito s’impala e si lega con disa.
In alcuni luoghi dell’Isola, trattandosi di forte e buon terreno, è in questo mese che si potano le viti, e qualche volta anche più tardi.
Si innestano le viti a marza, o a trapano; e si fa anche l’innesto propaginando, col fissar sopra di esso a marza un breve tubo di canna intonacato di terra.
Si alzano le pergole.
Si zappano gli ulivi.
L’ortolano fa il semenzajo del tabacco, e pianta la siepe comunemente con barbatelle, e nelle terre umide interrando intorno all’orto
una funicina prima bagnata e poi coperta di semenza di rovo (ruvettu).
Dal giardiniere s’innestano peri, pomi, peschi, alberges (sbergi); si piantano i semi o i rami dei peri, meli, gelsi, nespoli, mandorli, fichi, cedri, cotogni, pioppi, giuggioli (’nzinzuli), castagni, salci, bossi, citisi e della palma.
Si prosegue il piantamento dell’erbe odorose e dei gelsomini selvaggi. Si dividono le piante grandi della ortensia (in quei luoghi ove il clima il comporterà), e se ne piantano i rami. Si tosa il bosso.
Si comprano gli animali per la razza: cavalli. asini, tori, pecore, capre, porci.
Si visitano le arnie delle api (fasceddi), e si profumano con erbe forti, come rosmarino ec.
Si levano dalle arnie i favi (vrischi) viziati. Si continua a somministrare alle api il nutrimento, e si comincia a provvederle d’acqua, dove l’alveare non sia vicino ad un rigagnolo.
Si ripulisce il colombajo e si ristaurano i nidi dei colombi perchè non cadano le uova.
Si continua a porre sotto le chiocce le uova delle galline, gallinacce, oche, anitre e di altri volatili.

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