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giovedì 2 giugno 2011

150° dell'Unità. Oggi 2 giugno rievocazione della Repubblica -una ed indivisibbile-

http://latuaparrocchia.it/2011/04/06/150%C2%B0-dell%E2%80%99unita-d%E2%80%99italia-il-risorgimento-arbresh/


L’art. 1 del Decreto che apre il plebiscito del 08/10/1860, nell’oramai ex regno di Napoli, recita testualmente: “Il popolo delle provincie continentali dell’Italia meridionale sarà convocato pel 21 del corrente mese di ottobre in comizi, per accettare o rigettare il seguente plebiscito: “Il popolo vuole l’Italia una ed indivisibile…”
Il Plebiscito del 1860, da cui Piazza Plebiscito in Napoli, è l’unico testo giuridico italiano che fissa il principio di “Italia una ed indivisibile”, su cui si fonda la nostra Nazione e, conseguentemente, la nostra Costituzione.
In quel Governo provvisorio su 7 Ministri, fra i quali il grande De Sanctis, ben 2 erano arbreshe (italo-albanesi): Luigi Giura, dalla Basilicata e Pasquale Scura di Vaccarizzo Albanese quale Ministro di Grazia e Giustizia che ideò e redasse il succitato testo.
Pasquale Scura non fu un’espressione isolata, per quanto alta, del mondo arbreshe dell’epoca. Gli Arbreshe coinvolti, a vario titolo, solo nei processi successivi ai fatti del 1848 furono oltre 800 e provenivano da tutte le 21 comunità albanofone del Meridione. Arbresh era Agesilao Milano, che attentò alla vita Re Borbone. Arbresh siciliano era Francesco Crispi. Molti di essi, giovanissimi, dalla Repubblica Napoletana del 1799 fino all’Unità d’Italia pagarono questo anelito alla libertà con la vita o con lunghe prigionie. Lo stesso Scura, dovendo abbandonare l’ufficio di Magistrato in Potenza, fu esule in Liguria e poi in Piemonte.
Appare fortemente simbolico e pregnante il dato che il principio giuridico di Italia una ed indivisibile non sia nato in un’affrescata sala della nobiltà piemontese bensì al Sud, in Calabria, unica vera “isola” dell’Italia di allora come di oggi, in un Piccolo Comune, spina dorsale della Nazione come costantemente ricordato dal Presidente Napolitano, in un Piccolo Comune di minoranza etnica riconosciuta, fondato da profughi albanesi sul finire del 1400 che sfuggivano dall’occupazione ottomana, che ancora oggi mantengono la lingua avita e quel credo religioso allora difeso con l’esodo. Oggi sono oltre 50 le Comunità presenti in Mezzogiorno, di cui 33 in Calabria.
Stante quanto sta avvenendo, in queste ore, dall’altra parte del Mediterraneo è ancor più emblematico ed evocativo che l’Italia una ed indivisibile sia stata concepita da un italiano di minoranza etnica, una genia immigrata, che oggi, differentemente da quanto avvenne 500 anni addietro, forse non avrebbe avuto diritto neanche d’asilo in questa terra.
Probabilmente è proprio in ciò la magia e l’Unicità della nostra Italia, l’essere l’insieme dei tanti popoli che, complice il mare nostrum, si sono nei secoli mischiati e fusi miracolosamente e questa vicenda risorgimentale, cui ho accennato, le racchiude tutte e, credo, meriti di essere approfondita e raccontata agli italiani di oggi anche e soprattutto a beneficio delle future generazioni.
Dr Aldo Marino

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