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sabato 14 maggio 2011

Per una Chiesa Apostolica

di Paolo Borgia
La Costituzione della Repubblica Italiana sta all'Atto Apostolico Costantinopolitano (il CREDO) come il cittadino sta al cristiano - CRI : AAC = Civ : Cri -. Tutti e due i documenti sono traditi per colpa di uomini "stolti e tardi di cuore" ai quali non possiamo gettare le perle, come non si devono gettare ai porci.
La Costituzione si regge sul lavoro o si affossa, il Credo è anche la forma di giuramento, di professione, di adesione alla Chiesa - una, santa, cattolica ed APOSTOLICA (dopo di Dio).
Tutto è già stato scritto e riscritto ed è agli "ATTI" ma, ad oggi, è "lettera morta" per colpa di "uomini stolti e tardi di cuore".

Per una Chiesa apostolica
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Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli (Lc 6,13)
...designò altri 72 [discepoli] e li inviò a due a due (Lc 10,1)
"...e di me sarete testimoni[...]fino ai confini della terra" (At 1,8).
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Forse sono passati 1970 anni – 1978 per il calendario – dalla fondazione della Chiesa di Cristo, giusto 50 giorni dopo la Resurrezione di Gesù, il suo fondatore. Si tratta di una religione che è a rigore una non-religione in quanto pone Dio nell’interno dell’uomo e l’uomo nell’interno di Dio, come Egli stesso ha rivelato.
Così il suo esclusivo tratto poetico, quello manifesto, qui trae fondamento non da una costituzione impositiva ma dalla comune “sostanza” dell’uomo e di Dio, che dice “amore”. Si loda Dio come amico degli uomini, i quali devono essere amici l’uno con l’altro: fino a morire per questo. Così Dio si fa uomo e muore in croce dando coerente testimonianza di ciò che aveva detto alla folla nel “discorso della montagna”.
L’uomo che vive in coerenza con Cristo è già deificato qui ed ora. Ma, allora, perché tante frantumazioni nella Chiesa? Perché, oggi, si assiste ad “una Chiesa affaticata ed ‘afflicta’ dalle guerre fra fazioni”? Perché “troppi si mordono a vicenda”? (B.XVI) (Cfr. Enzo Bianchi, in Jesus n.4, aprile 2011, pag. 89, Periodici San Paolo, euro 4,5)
A questi interrogativi la Chiesa Cattolica si prepara a dare risposte nella XIII Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi che si svolgerà in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”.
Intanto i vescovi hanno ricevuto un testo preliminare – Lineamenti – suddiviso in tre capitoli oltre all’introduzione e alla conclusione e un questionario a cui rispondere entro il prossimo primo di novembre. Le risposte saranno analizzate ed integrate sul documento preliminare su cui lavorerà il Sinodo. Questa assise mondiale sarà capace di “decifrare i nuovi scenari che questi ultimi decenni sono venuti creandosi dentro la storia degli uomini”?
Il primo orizzonte è quello culturale segnato di fatto dalla assenza di Dio dalla vita e dalla mentalità comune. Evidentemente ciò si riflette sulla relazione uomo-donna, sul senso della generazione e della morte ma anche sul proliferare di sètte e fenomeni di fondamentalismo religioso. Ma anche la rinuncia ad una riformulazione sinottica dei saperi. Ciò corrisponde ad un contesto sociale sovrastato dal fenomeno migratorio e dalla globalizzazione, che sono scaturigine di contaminazione e di frammentazione dei substrati storici dei contesti locali.
A corroborare la “liquidità” del mondo ci pensano i mezzi di comunicazione di massa che raggiungono ogni angolo del pianeta. Essi suonano le loro assordanti trombe che inebetiscono le menti, propinando una esaltazione della dimensione emotiva lontana da quella etica e politica della vita, a cui non rispondono adeguatamente le campane nel denunciare gli “squilibri” tra Nord e Sud del mondo, “nell’accesso e nella distribuzione della risorse, come anche nel danno al Creato”. Nel sostenere la necessità di trovare le regole di un mercato globale che tutelino la giusta convivenza.
C’è, poi, la ricerca scientifica e tecnologica, i cui benefici non sono spalmati universalmente ma mancano su molta parte dell’umanità, mentre per i pochi beneficiari “rischiano di diventare i nuovi idoli del presente”, una sorta di nuova religione della prosperità e della gratificazione.
E in ultimo la crisi del sistema politico, piena di rischi e di nuove tentazioni di dominio e di potere, a cui non corrisponde il nascere di un nuovo pensiero autenticamente politico e cioè il nascere di un umanesimo personalistico intersoggettivo e comunitario.
Questa Assemblea ordinaria, come le precedenti, è il frutto della questione introdotta dagli Orientali “sulla questione della Chiesa: affinché tutti siano uno”, che costrinse i Dottori della Chiesa nel Concilio VaticanoII a redigere: una Costituzione dogmatica sulla Chiesa, un Decreto sulle Chiese Orientali e un Decreto sull’Ecumenismo (21 novembre 1964) e mostra l’evidente balzo in avanti rispetto alla precedente separazione tra Oriente e Occidente ma anche la difficoltà della situazione attuale, segnata da conflitti e speranze nel “popolo” di Dio non solo “locale” ma universale.
Ci sono ancora Chiese sorelle – la cattolica e le ortodosse – ma evidentemente anche quelle non-sorelle. Le Chiese cattoliche orientali non sono più “tollerate ma “accettate”.
Il rito [ora non] è [solo] liturgia [ma] ma patrimonio liturgico, teologico, spirituale e disciplinare, distinto per cultura e circostanze storiche di popoli, che si esprime in un modo di vivere la fede che è propria di ciascuna Chiesa sui iuris” (CCEO 28’1). E i riti hanno diritto di esistere in tutto il mondo (OE 4). Ci sono 22 Chiese cattoliche: 1 latina, 6 patriarcali, 2 arcivescovili maggiori, 4 metropolitane sui iuris (tra cui quella italo-albanese=arbrèscia) e altre 8 Chiese sui iuris (tra cui quella albanese=shqiptària). (Enchiridion Vaticanum [Vol.12] – Documenti ufficiali della Santa Sede (1990). CodexCanonum Ecclesiarum Orientalium. CCEO)
Forse occorrerebbe una struttura Logica nuova, anzi antica, per una rifondazione della Chiesa: una, santa, cattolica ma soprattutto apostolica. Occorrerebbe che anche la Chiesa latina si dividesse in patriarcati. In tutto dodici patriarchi universali costituenti il Consiglio di Apostolato, affiancato dalla Assemblea permanente dei 72 discepoli (Cardinali no! Arcivescovi? O laici? O fifty-fifty?), giusto come era nel disegno Logico di Gesù – Logos, non per costituire un senato governativo ma una struttura di comunione, magari nella forma di una ecclesiologia eucaristica, cioè di una eucaristia che costituisce la Chiesa.
E’ questa la speranza che vorrei trovare nella chiesa oggi attraversata da contraddizioni, dilaniata da guerre fra fazioni ecclesiali, dove non si ha voglia né di ascoltare né di conoscere la verità ma soltanto di far tacere l’altro.
E questa protervia gerarchica scandalosa finisce per disturbare, impedire la deificante resurrezione dell’uomo.
Paolo Borgia

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