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lunedì 23 maggio 2011

Berlusconi sostiene, contro ogni apparenza, che l'Italia sta meglio degli altri paesi europei; ma l'Istat sostiene ...

Questi, secondo l'Istat, i mali dell'Italia:
=Bassa produttività,
=stallo dell’occupazione,
=calo del potere d’acquisto delle famiglie, che si indebitano sempre di più per pagare mutui e bollette e arrivare a fine mese.
Scrive l'Istituto di Statistica nel rapporto annuale: «nel nostro Paese circa un quarto della popolazione (il 24,7 per cento) sperimenta il rischio di povertà o esclusione».
La crisi colpisce soprattutto i giovani, che hanno perso mezzo milione di posti di lavoro in due anni, e le donne, sulle quali grava il peso maggiore del welfare.
Nel decennio 2000-2010 la performance di crescita dell’Italia è stata «la peggiore» dell’Ue con un tasso medio annuo dello 0,2% contro l’1,3, e la debolezza dell’economia «ha riguardato l’intero sistema produttivo».
L’impatto della crisi sull’occupazione giovanile è stato durissimo: «nel 2009-2010 il numero d’occupati è diminuito di 532.000 unità». Inoltre hanno raggiunto quota 2 milioni gli scoraggiati (che non hanno cercato lavoro poichè ritenevano di non riuscire a trovarlo) e i “Neet” (coloro che non studiano né lavorano).
()Una famiglia su 10 è in arretrato nei pagamenti del mutuo,
()4 su 10 non si possono permettere una settimana di ferie.
()«il 43% delle famiglie dichiara di aver visto peggiorare la situazione economica rispetto all’anno precedente».
() Le fasce più a rischio sono gli anziani soli e le famiglie numerose, soprattutto nel Mezzogiorno: «nelle regioni meridionali vive il 57% delle persone a rischio povertà».
^In questo contesto è sconfortante la condizione delle donne, vero «ammortizzatore sociale» con 2 miliardi d’ore spese in un anno a assistere e aiutare persone che non vivono nella stessa casa.
^Per le donne inoltre peggiora la qualità del lavoro e la busta paga è più leggera del 20% di quella dei maschi.
^Circa 800.000 madri hanno dichiarato che nella loro vita lavorativa «sono state licenziate o messe in condizioni di dimettersi in occasione o a seguito di una gravidanza».

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