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sabato 9 aprile 2011

Dagli anni '60 ad oggi. L'Italia dal centrosinistra di Pietro Nenni a Berlusconi

Sviluppo economico e divario Nord - Sud
Durante gli anni Cinquanta la società italiana conosce un forte sviluppo economico. Lo sviluppo è accompagnato però da gravi squilibri sociali. Primo fra questi l’emigrazione dal Sud al Nord, che depaupera ulteriormente le zone del Mezzogiorno, già spopolate dal Grande esodo dell’inizio del secolo, e provoca enormi problemi nelle città del Nord.
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Il sistema di potere democristiano
La Democrazia Cristiana governa dal 1948 al 1994. Sviluppa il settore pubblico e quindi l’occupazione nel terziario, utilizzandola anche a fini clientelari. Alcune organizzazioni parallele in vari campi le assicurano il consenso, tra queste molto forte la Coltivatori Diretti. Quando il controllo degli Stati Uniti con la “distensione” si allenta, cerca l’allargamento della maggioranza al PSI. Pur dall’opposizione il Partito Comunista ha condizionato l’opera del governo.
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Le correnti della DC
Le diverse correnti fanno della DC un partito realmente interclassista e capace di esprimere le varie realtà regionali. Interessante il pensiero cristiano sociale della corrente nata intorno a Giuseppe Dossetti. La corrente più importante è quella dorotea con Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Mariano Rumor, Antonio Segni e Aldo Moro, che più tardi si stacca con la corrente dei morotei.
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Il Centrosinistra
Pietro Nenni, segretario dei socialisti
Nel 1959 Fanfani, che è anche segretario del partito, compie un breve esperimento di governo col partito socialista, ma viene presto messo in minoranza all'interno del suo stesso partito. Col governo Tambroni, appoggiato dalla destra, nel 1960, riprende lo scontro sociale. A Genova in occasione del congresso del MSI ci sono forti proteste di piazza, la polizia spara sulla folla. Dopo questo momento viene imboccata definitivamente la strada del centrosinistra. Nel 1966 viene eletto un Presidente della Repubblica non democristiano: Giuseppe Saragat.
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I provvedimenti del centrosinistra e Enrico Mattei
I governi di centrosinistra attuano la nazionalizzazione dell’energia elettrica, la riforma della scuola media unica e un’imposta sulle azioni, la cedolare d’acconto. Enrico Mattei, della sinistra democristiana, come presidente dell’ENI, attua accordi con i paesi produttori di petrolio, garantendo loro il 75% dei profitti, irritando le grandi compagnie petrolifere. Mattei muore nel 1962 in un misterioso incidente aereo.
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Tentativi di colpo di Stato
La democrazia italiana è debole e il clima politico risente ancora delle vicende del dopoguerra, anche il PCI non ha ancora smantellato la sua organizzazione clandestina. Alle aperture del centrosinistra corrispondono tentativi di colpo di stato. Nel 1964 il generale dei Carabinieri De Lorenzo è protagonista del Piano Solo, mai attuato, di cui forse è complice lo stesso Presidente Segni, complotto scoperto poi nel 1967 dal settimanale L’Espresso.
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I “misteri italiani”
La democrazia è minacciata da deviazioni dei servizi segreti (il SIFAR) e da formazioni parallele: ad esempio la paramilitare Gladio o più tardi la loggia massonica P2 di Licio Gelli. Molti delitti legati a intrecci affaristici e politici sono tuttora impuniti: l’omicidio del giornalista siciliano De Mauro, l’avvelenamento in carcere del banchiere Sindona, il “suicidio” di Calvi, l’omicidio del giornalista-ricattatore Pecorelli. Su alcuni si sospetta la presenza anche della mafia.
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Le stragi
Dopo la strage di piazza Fontana restano oscuri anche l’omicidio dell’anarchico Pinelli e del commissario Calabresi. Lo sviluppo democratico viene contrastato con delle stragi prodotte da feroci attentati, la cui regia è ancora poco chiara e le cui indagini sono state spesso depistate. Tra le altre le stragi della Questura di Milano, di piazza della Loggia a Brescia e del treno Italicus nel 1974, della stazione di Bologna nel 1980 con ben 85 morti.
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Le Brigate Rosse
Frange dei movimenti studenteschi e operai del ’68 degenerano nella cosidetta “Autonomia”, protagonista di violente manifestazioni nel corso del 1977. Già dal 1974 sono in azione vere e proprie organizzazioni terroristiche come le Brigate Rosse. Rapimenti, “gambizzazioni” e omicidi di giornalisti, di magistrati, di giuslavoristi, ma anche dell’operaio Guido Rossa o del fratello del brigatista pentito Peci, si succedono fino agli ultimi colpi di coda nel 1999 e 2002 con gli omicidi D’Antona e Biagi.
Il delitto Moro
Nel 1973 il segretario del PCI Enrico Berlinguer ha lanciato la proposta politica del “compromesso storico”, che matura nel 1978 con l’astensione nel voto di fiducia al governo Andreotti. Il 16 marzo 1978, mentre il nuovo governo si presenta alle Camere, viene rapito Aldo Moro e uccisi cinque uomini della scorta. Dopo quasi due mesi in cui tutto il paese viene tenuto in scacco e le indagini falliscono, il 9 maggio, il cadavere di Moro viene fatto ritrovare in un’auto in una via di Roma a metà strada tra le sedi di DC e PCI.
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L’evoluzione della mafia
La mafia, anche nelle sue diramazioni (camorra in Campania e ’ndrangheta in Calabria), guidata dal gruppo dei “Corleonesi” si inserisce nella grande speculazione edilizia degli Anni Cinquanta, nel contrabbando e poi nel traffico di armi e di droga, assumendo rilievo internazionale e realizzando connessioni col potere politico. Non manca però una lotta coraggiosa da parte di magistrati e uomini politici, spesso poi vittime di omicidi. A metà degli anni Ottanta il maxiprocesso di Palermo con oltre mille imputati rappresenta una forte reazione dello Stato.
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La lotta alla mafia
Dopo l’autobomba che uccide nel 1983 il giudice Chinnici, la svolta nel contrasto alla mafia avviene con l’utilizzo dei pentiti, per primo Buscetta, da parte dei giudici Falcone e Borsellino. Ciò oltre ad offrire informazioni colpisce la base della criminalità organizzata: l’omertà. Fondamentali anche l’attacco ai beni dei mafiosi, l’eliminazione del segreto bancario (legge La Torre) e l’art 41bis, che indurisce il carcere per i mafiosi. A sua volta la risposta della mafia è molto violenta fino ad arrivare agli attentati terroristici della Galleria degli Uffizi a Firenze, nel 1992.
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Camorra e Brigate Rosse
Il terrorismo dopo il delitto Moro è in declino, ma cerca di espandersi al Sud mediante scambi di “favori” con la camorra. Le BR uccidono anche a Napoli e in Campania, mentre la Nuova Camorra Organizzata di Cutolo svolge un ruolo nelle trattative successive al sequestro da parte delle BR del Presidente della Regione Campania Cirillo, alcuni mesi dopo il terremoto del 1980.
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Craxi e la fine delle ideologie
La vicenda del delitto Moro porta con sé il crollo delle ideologie, sentite come l’origine di tanta violenza insensata. Ha sempre più spazio il PSI di Bettino Craxi, che fa una politica pragmatica e vuole uscire dagli schemi ideologici. La politica italiana tende in compenso ad intrecciarsi ad attività economiche e affari. Sono sempre molto praticati il voto di scambio e il clientelismo.
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Referendum sulla preferenza unica e Tangentopoli
Nel 1991 vince il “Si” nel referendum sulla preferenza unica, per arginare il controllo sui voti di preferenza che lede la stessa segretezza del voto. Altre leggi e referendum porteranno ad un sistema elettorale maggioritario. L’anno successivo l’indagine Mani pulite della magistratura milanese mette sotto inchiesta l’ampio mondo della corruzione politica, contribuendo alla morte dei partiti tradizionali, già in crisi per la fine dei due blocchi internazionali. Si parla di passaggio alla “Seconda Repubblica”.
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Nuove formazioni politiche
Craxi è indagato e sceglie alla fine di andare all’estero, in Tunisia. La Democrazia Cristiana si scinde in tre tronconi, il Partito Comunista subisce una scissione e cambia nome due volte, più tardi si fonde con altre formazioni, il Partito Socialista è ridotto a piccola formazione politica, il Movimento Sociale cambia nome e poi diventa Alleanza Nazionale. Nascono l’Italia dei Valori del giudice Di Pietro e Forza Italia di Berlusconi, che eredita parte della Dc e del PSI. Dal 1989 la Lega Nord di Bossi è già presente nella politica italiana.
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Berlusconi
In un quadro di crescente personalizzazione e spettacolarizzazione della politica si afferma nel 1994 Silvio Berlusconi, alleato con AN e la Lega. Governa sino ad oggi con alcune interruzioni, in cui hanno prevalso coalizioni di centrosinistra guidate da Romano Prodi.

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