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venerdì 18 marzo 2011

Le manifestazioni per l’Unità d’Italia ..... di Nicola Graffagnini

Una serie di visite hanno impegnato il Capo dello Stato per rendere l’omaggio della Nazione ai luoghi e agli uomini del nostro Risorgimento e dell’Unità d’Italia
Nel pomeriggio la manifestazione alla Camera dei Deputati presenti i rappresentanti di tutte le Regioni d’Italia conclusa con un forte discorso alla Nazione . . .
La prima visita d’obbligo, alle 9 al Vittoriano, il famoso Altare della Patria, ove si rende omaggio al Milite Ignoto e quindi ai caduti di tutte le guerre.
La seconda visita, in successione alle 9,30, al Pantheon, ove riposa il primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II°, il commentatore ricorda che la tomba in bronzo è stata ottenuta dalla fusione degli affusti di cannoni Austriaci lasciati sul campo.
Poco dopo l’uscita del seguito ufficiale del Presidente Napolitano, il regista manda in onda il gruppo di famiglia dei Savoia, in posizione defilata, mentre riceve il saluto formale del Ministro La Russa.
Vittorio Emanuele è ancora ricordato come il Padre della patria per il famoso discorso che pronuncia alla Camera … : “ Non possiamo non accogliere il grido di dolore che proviene da ogni parte d’Italia …” che apre di fatto la serie delle guerre del Risorgimento con l’accorrere a Torino di giovani da ogni parte.
Il quotidiano Repubblica nell’inserto speciale di oggi lo descrive cosi nel titolo : “ Era un Savoia che non somigliava ai Savoia e per questo riuscì a sedurre soprattutto le classi meno abbienti ..” e conoscendo mille aneddoti sulla sua franchezza possiamo solo immaginare che qualche brutta battuta irriverente gli sarebbe sfuggita nei riguardi dei suoi parenti, schierati oggi al Pantheon.
La terza visita ha per scenario, la terrazza su Roma, il Gianicolo e il parco degli Eroi con la statua equestre da poco restaurata di Giuseppe Garibaldi e i busti di garibaldini morti per la repubblica, è il luogo ove avvenne l’ultima battaglia in difesa della Repubblica Romana, la cui Costituzione è incisa sul Muro del Parco, ove Napolitano si sofferma col seguito per leggerne qualche articolo insieme ai ragazzi delle scuole.
La quarta visita è a Porta San Pancrazio, poco distante, che ricorda la via di entrata in città delle truppe francesi e qui il Presidente si sofferma in visita al nuovo Museo della memoria garibaldina, un Museo virtuale che permette di far rivivere alcune scene della battaglia di Roma.
Dal commento audio e anche da ciò che si può vedere, è da segnalare l’ampia partecipazione di popolo festoso alle varie tappe previste dalla Festa Nazionale, nonostante la pioggia intermittente, ripresa dalla RAI 1 fin dalla sera precedente col collegamento in diretta dalle città del Risorgimento, prima Torino a cui il Presidente avvia l’accensione della Mole Antoneliana, poi Firenze, Venezia, Napoli, Genova che ha ricordato lo sbarco dei Mille con un corteo storico in centro . .
A conclusione della mattinata, alle 12,30, la Messa a S.Maria Maggiore, alla presenza di tutti i Presidenti delle Conferenze Episcopali italiane, celebrata dal card Bagnasco, sembra di voler suggellare, con una rinnovata armonia tra Chiesa e Stato e la benedizione di Papa Benedetto XVI alla nazione, il conflitto storico aperto dalla breccia di Porta Pia.
Il solenne rito religioso, preceduto da un preludio musicale ispirato all’Inno di Mameli, ha delle punte molto alte di riflessione sulla nostra identità Nazionale con le parole ispirate e misurate del Cardinale all’omelia che invita tutti a rivolgere un inno di ringraziamento per l’Italia unita, “una bella Nazione piena di innumerevoli scrigni di bellezza che rendono singolare l’Italia di cui tutti ci sentiamo figli con Roma sua capitale dalla millenaria storia, il cui nome, secondo le parole di Papa Montini, appare nelle intenzioni divine” .. ..
Buona parte dell’omelia il Cardinale la dedica al concetto di relazione che fa incontrare gli uni agli altri in unrapporto di grande solidarietà che è alla ricerca del bene comune della Nazione, l’esatto contrario dell’individualismo materialistico strisciante che rende l’uomo una monade isolata dal contesto sociale che invece viene ravvivato dalla presenza dei centomila campanili che riuniscono tanta gente in ogni parte d’Italia e in questo la Religione si rileva come lievito accanto alla gente fin dagli anni di Luigi Sturzo e dunque memoria permanente della morale.
Un altro momento di grande elevazione civica mi è sembrata la manifestazione alla Camera dei Deputati caratterizzata dall’alto discorso del Presidente Napolitano ai Rappresentanti della Nazione, più volte interrotto da fragorosi applausi.
Penso che occorrerà studiare e meditare ben bene la grande lezione di storia che Napolitano ci ha voluto offrire in questa giornata, quasi a voler lasciare traccia nell’animo di ognuno del lungo percorso tormentato e per nulla lineare che ha dovuto superare prima l’idea e poi l’attuazione pratica del progetto di unificazione dell’Italia cui hanno contribuito i giovani di quegli anni. .
Il Presidente cita un passo di scritti di Mazzini e di Salvemini che elencano in modo dettagliato le difficoltà di ordine pratico frapposte ai normali rapporti commerciali tra gli otto Stati in cui era divisa l’Italia, a partire dalle otto dogane, da otto monete diverse, da otto diversi pesi e misure, da otto ordinamenti amministrativi, per non parlare degli Stati governati dispoticamente, come il Lombardo-Veneto da un esercito straniero.
Eppure nonostante queste barriere sosteneva Mazzini e ne era convinto, l’Italia doveva e poteva diventare una sola per tutti gli italiani grazie alla storia, alla comune lingua e all’arte.
Però, richiama il Capo dello Stato ,ancora permane il divario tra Nord e Sud e rammenta che:
- “ sarebbe fatale per tutti non saper valorizzare le potenzialità esistenti, ferma restando che un serio esame di coscienza và fatto dalle classi dirigenti e dagli stessi cittadini del Mezzogiorno che debbono ancora superare le debolezze antiche e strutturali relative agli indici di disoccupazione, al fenomeno dell’emigrazione e anche dell’immigrazione, carenze e potenzialità che richiedono occasioni e nuova qualità di sviluppo economico.”
Per riprendere il cammino si appella il Presidente ad una rinnovata fiducia che deve guidarci avendo nella memoria l’abisso materiale da cui ci siamo risollevati dai giorni lunghi del primo dopoguerra, con un processo di ricostruzione che porta l’Italia a compiere un vero e proprio balzo in avanti negli anni ’50, denominati - decennio del miracolo economico- mirato verso un contesto più vasto offerto dal progetto dell’integrazione europea , trampolino per una più vasta platea internazionale.
Un forte cemento unitario e l’umiltà nell’assolvere ai doveri pubblici con una Carta costituzionale ancora viva, per il Presidente Napolitano, visibilmente commosso in chiusura, sono i due elementi basilari che permetteranno alla Nazione unita di reggere le novità e le incognite del futuro.
NG

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