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lunedì 14 marzo 2011

Federalismo da accogliere e applicare come rimedio al parassitismo

Riforma della contabilità pubblica,
Avvio del federalismo fiscale e
Adeguamenti organizzativi,
sono i presupposti per avere nel Meridione d'Italia una Pubblica Amministratoria che faccia da propulsore allo "Sviluppo" piuttosto che elemento parassitario della società. 
Se comincia solamente adesso a capirsi come dovrà funzionare il federalismo, ciò è la conseguenza di una classe politica che non fa mai lo sforzo per assolvere alla funzione propria: capire la direzione da seguire per far crescere la società.
Vediamo di capire
Esisterà un fondo di perequazione che garantirà il livello essenziale, minimo dei servizi per l'intera penisola (sanità, assistenza sociale, istruzione scolastica, trasporto pubblico locale ...), che sarà coperto dalla compartecipazione all’Iva; l’addizionale all’Irpef, l’Irap fino alla data della sua sostituzione con altri tributi; le quote del fondo perequativo, le entrate proprie stabilite dal riparto delle disponibilità finanziarie per il Ssn.
Dal 2014, la percentuale di compartecipazione all’Iva è fissata al livello minimo sufficiente ad assicurare in una Regione il pieno finanziamento del fabbisogno corrispondente ai livelli essenziali delle prestazioni.
Le regioni, per le quali le risorse non dovessero finanziare i servizi essenziali, riceveranno quote dal fondo perequativo.
Nel primo anno le spese saranno contabilizzate anche in base ai valori di spesa storica. Nei successivi quattro anni saranno invece gradualmente fatte convergere verso i costi standard.
Chi non vi si adeguerà non avrà rimessi i costi maggiori.
Sta tutto qui lo stimolo ai comportamenti virtuosi.
Questo meccanismo prevede peculiarità mirate sulla spesa sanitaria. 
A partire dal 2013 il fabbisogno sanitario nazionale standard viene determinato in coerenza con il quadro macroeconomico nazionale e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e degli obblighi assunti dall’Italia in sede comunitaria. Ciò che conta sarà quindi la quantità di risorse che sulla base della programmazione nazionale, si possono destinare alla sanità.
Stabilita la quantità di risorse si pone il problema di come ripartirle tra le regioni. E qui verranno applicati i costi standard.
Il livello del costo standard così calcolato, è moltiplicato per la popolazione “pesata” di ogni singola Regione, con criteri di pesatura che tengano conto anche di indicatori utili a definire i bisogni sanitari relativi a particolari situazioni territoriali. Il fabbisogno regionale è rapportato al fabbisogno totale, pari alla somma dei fabbisogni regionali.
A questo punto sarà importante stabilire come saranno affinati, negli atti successivi cui rinvia il decreto legislativo, i criteri sulla cui base il riparto assumerà forma definitiva. Non solo il costo standard, ma soprattutto i criteri di pesatura della popolazione.
Saranno evidenti quindi le conseguenze del sistema sul Mezzogiorno e sulla capacità della classe politica meridionale nella gestione di un sistema meno disponibile verso il tradizionale clientelismo.

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