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mercoledì 9 marzo 2011

Democrazia è partecipazione ............ di Nicola Graffagnini

Diceva Jonn Dewey, un grande pedagogista americano vissuto negli anni straordinari del New Deal americano, che le elezioni rappresentano un grande momento di “apprendimento della cosa pubblica” per i cittadini che vi vogliono partecipare, da ciò discende che la democrazia ha bisogno della… partecipazione.
Se togliamo il momento del dibattito sulla cosa pubblica e quindi sulla necessaria motivazione alla partecipazione e quindi alla sensazione di contribuire … alla formazione della rappresentanza, che cosa resta ?

Una semplice parola, democrazia, priva di sostanziale significato …! Perché declinata secondo l’andazzo solito della cosa pubblica, quindi facciamo attenzione… che le prossime elezioni siano effettivamente non solo partecipate ma soprattutto motivanti … alla partecipazione.
Una responsabilità non indifferente va codificata per competenza alla Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla RAI, ebbene si rivedano a modello le vecchie trasmissioni di tribuna politica, quando non si usava rimbeccare o interrompere l’avversario e ogni rappresentante politico, con l’autorevole moderazione di Iader Iacobelli, riusciva a comunicare con tranquillità i programmi a tutti gli elettori italiani.
Chi è John Dewey ?
E’ stato filosofo e un grande pedagogista americano, uno scrittore di saggi e professore universitario.
Ha esercitato una profonda influenza sulla cultura e sul costume politico e sui sistemi educativi del proprio paese.
Interviene ad esempio sul voto alle donne e sulla delicata questione della ingiusta condanna degli anarchici italiani Sacco e Vanzetti, che pagavano con la vita la prevalenza nella società americana di visione xenofobe dell’immigrazione.
Dewey affronta tra l’altro il concetto di democrazia, che sviluppa da una lettura di Emerson. L’ambiente sociale che Dewey identifica come mezzo costruttivo per lo sviluppo delle energie individuali è la società democratica, basata sulla collaborazione di tutti al fine di raggiungere ilbene della società, che è sempre in continua evoluzione.
Dewey elenca quattro requisiti indispensabili per partecipare ad una società democratica.
1. Alfabetizzazione
2. Competenze culturali e sociali
3. Pensiero indipendente, l’opposto del pensiero unico fatto dall’indottrinamento, tipico delle dittature
4. Predisposizione a condividere le esperienze con gli altri.
Per questi motivi l’Educazione e quindi la Scuola Pubblica che l’assicura, hanno un ruolo fondamentale nella creazione della società democratica.
La scuola, secondo il Dewey, è una istituzione sociale che rappresenta la vita attuale. Riprende quelle che sono le attività quotidiane per rendere partecipe il fanciullo alle abitudini della vita familiare e sociale.
La scuola è anche definita “attiva e progressiva” in quanto l’attività che si svolge al suo interno presuppone uno sviluppo progressivo. La scuola deve anche rappresentare per il bambino un “luogo di vita”, quella vita sociale che si sviluppa per gradi, partendo dall’esperienza acquisita in famiglia e nell’ambiente sociale in cui vive.
Che cosa ha scritto ? Come e quando opera in Usa ?
Dewey ha sotto gli occhi la situazione dell’America post ’29, in cui fanno fortuna gli speculatori senza scrupoli e non i veri imprenditori e in cui non vi è alcun tipo di libera concorrenza.
Il “nuovo liberalismo” auspicato da Dewey mira a promuovere una forma di organizzazione sociale capace di neutralizzare le minacce illiberali dei potentati economici, sempre dietro l’angolo in Usa.
Scrive nel 1935 “Liberalismo e azione sociale”, ove fa una analisi dettagliata delle forze che resistono alla razionalizzazione e al progresso e di quelle aperte alla cultura dell’innovazione e quindi per conseguenza antidogmatica e anticonservatrice , tale cultura si basa sul continuo scambio tra individuo e società e prende il nome di pluralismo, per cui Dewey in coerenza prende le difese degli italiani Sacco e Vanzetti e orienta le istituzioni USA verso positive azioni di integrazione sociale delle comunità immigrate.
Dall’evoluzione dei saggi pubblicati si delinea tutto il suo pensiero.
1. Il mio credo pedagogico .
2.. Scuola e Società .
3. Democrazia ed educazione .
4 Esperienza e natura.
5.Liberalismo e azione sociale.
6.Esperienza ed educazione.
Sono stati dal dopo guerra ( da quando si potevano pubblicare in Italia, tradotti ) i testi di riferimento di schiere di Insegnanti democratici per la preparazione dei Concorsi Magistrali e dei Concorsi a cattedre nella secondaria.
L’influenza del pensiero di Dewey è stato determinante anche in Italia al fine di orientare una svolta dei metodi educativi ancorati ancora alla scuola della retorica del ventennio fascista che sulla scuola investi tante delle sue risorse al fine di sostenere forme di indottrinamento tendenti verso il pensiero unico.
Alla scuola tradizionale, che pretendeva di livellare gli alunni applicando per tutti dei metodi e delle valutazioni uniformi, il Dewey sostituisce il concetto di una scuola, in cui il metodo viene di volta in volta suggerito alla intelligenza dell’educazione dalla natura dei singoli allievi, sempre diversa, personale, varia, originale, e quel che più conta, imprevedibile.
Citazioni celebri: da Scuola e Società.
“Una società consiste di un certo numero di individui tenuti insieme dal fatto di lavorare in una stessa direzione, in uno spirito comune e di perseguire mire comuni.”
“Quando natura e società vivranno nell’aula scolastica, quando le forme e gli strumenti didattici saranno subordinati alla sostanza dell’esperienza, allora sarà possibile operare questa identificazione e la cultura diventerà la parola d’ordine della Democrazia .”
“ Solo una scuola che attinge i suoi insegnamenti dai problemi che la vita stessa pone, può essere socialmente significativa e produttiva, evitando con ciò implicitamente ogni sperpero educativo che avviene quando si separa la scuola dalla vita. Il ragazzo porta con sé qual che impara a casa e l’utilizza a scuola ed applica in casa quel che ha imparato a scuola .”
Il nostro pedagogista Aldo Visalberghi, definisce per la sua opera il Dewey, il filosofo della democrazia.
Secondo il Dewey ciò che differenzia una società democratica da ogni altra è costituito dall’intensità dei rapporti che legano i suoi membri. In una società democratica, i legami che legano ciascun gruppo sociale sono tali da armonizzare la vita di questo gruppo con quella di tutti gli altri e non da isolarla da essa.
La società democratica è inoltre quella che consente a tutti i cittadini la possibilità di progredire e di migliorare. Essa non può pertanto consentire nel suo seno divisioni di classe, barriere chiuse, privilegi, monopoli giuridici e culturali.
La società democratica è ancora quella che fonda le sue radici sul lavoro. Un posto di particolare importanza in questa educazione vagheggiata dal Dewey, spetta allo studio della storia e della geografia. Se infatti la geografia è lo studio dell’ambiente su cui l’uomo agisce e la storia la ricognizione dei fatti che l’uomo è venuto compiendo, nel corso dei secoli, appare manifesto come le due scienze aspirano verso una indissolubile unione, ovvia conseguenza dello stretto legame intercorrente tra le forze naturali e l’attività umana. L’iniseme dgli elementi umani e degli elementi naturali che fanno da sfondo all’azione dell’uomo, costituisce quello che il Dewey chiama: “ ambiente sociale “. Nella ricostruzione storica, occorre che si dia oggi un peso particolare all’aspetto economico ed industriale, la storia economica è più umana, perché racconta lo sviluppo delle libertà reali dell’uomo, i veri eroi dell’umanità in questa nuova direzione non sono più i guerrieri ma gli scopritori, i pionieri, gli inventori, gli artisti e i poeti, basta dare uno sguardo retrospettivo per accorgersi come la scienza sperimentale abbia determinato negli uomini il progresso industriale. L’educazione deve fare in modo che ciascun fanciullo giudichi sempre per diretta esperienza, per questo occorre che l’esperienza degli altri ci venga comunicata attraverso il linguaggio in piena libertà.

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