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giovedì 3 febbraio 2011

Lealtà, successo, sacrificio nell'epoca di Berlusconi: uno sguardo a ciò che sta attorno a noi

UTILE RIFLESSIONE PER TUTTI,
soprattutto per gli invidiosi, coloro che vivono di rancore ...
Si diceva nei tempi andati che il successo dava alla testa, metteva in evidenziava un aspetto negativo della personalità umana e accresceva indebitamente l’ego individuale, l'egoismo.
Nessuno dubita che quando il successo è meritato al suo protagonista debba competere il merito, la forza e l’abilità per averlo conseguito.
Quando il successo che arride ad una persona si consegue con la forza, l'abilità e l'impegno posti su un progetto, su una idea, esso va iscritto nel campo del bene, del bene comune. Quando, invece, viene conseguito immeritatamente, a seguito di imbrogli, slealtà (ne accennava, se non erro, Papas Vito sabato scorso), sotterfugi, raccomandazione o, peggio, a seguito di corruzione, esso va iscritto nel campo del male e in qualche caso del reato.
Il successo onesto non è mai elemento di vanto, mentre quello disonesto, non essendo figlio di capacità, viene utilizzato contro gli interessi generali.
In ogni caso, il successo crea invidia e gelosia. Invidia, da parte di chi non sia stato all’altezza di conseguirlo; gelosia, da parte di chi non ha avuto le capacità competitive per partecipare ad una selezione onesta, ovvero, se ha partecipato, ha perduto.
In tempi più recenti ad andare alla testa è soprattutto l’insuccesso perchè per quest’ultimo non vi è alcuna giustificazione, seppure vi può essere più di una motivazione.
L’insuccesso, cioè quando non si riesce a conseguire un risultato, un obiettivo fissato per la propria vita, anche per cause indipendenti dalla propria volontà, può dare alla testa perchè genera intossicazione, non consente di ragionare pacatamente ed oggettivamente e, di conseguenza, produce un offuscamento fuori dal campo dell’obiettività.
Nei nostri giorni è diminuito fortemente il concetto di successo perchè basta che una donnetta mostri le sue nudità nelle tv di Berlusconi (l'uomo del family day) o partecipi ai festini nei circoli di un certo tipo, che dica delle battute sciocche e stupide, per conseguirne uno provvisorio e momentaneo. Questo successo a buon prezzo è ovviamente effimero ed il tempo, il quale è un giudice implacabile nel valutare le persone e le loro azioni, farà giustizia.
Ogni persona è artefice del proprio successo o insuccesso, che non corrisponde -come oggi tanto spesso si pensa- alla ricchezza materiale bensi alla serenità e alla soddisfazione del proprio essere. 
Ogni persona è stata dotata dal Creatore del libero arbitrio.
Può scegliere di essere utile a sè o agli altri o vivere come un parassita.
Il libero arbitrio, l'autodeterminazione, è uno strumento meraviglioso, che purtroppo noi uomini del terzo millennio non adoperiamo nel modo corretto, appoggiandoci spesso ad altri o seguendo indirizzi che altri ci danno quasi sempre interessatamente. Invece ognuno di noi deve sapere cosa fare e cosa essere, utilizzando la forza del sacrificio, termine oggi aborrito.

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