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sabato 26 febbraio 2011

Il Federalismo, di per sè, non è una brutta bestia

Da noi c'è una idea diffusa che il Federalismo, provenendo da Bossi, dalle esigenze delle regioni del Nord, è di per sè "brutta cosa". In Sicilia è vero che, di recente, sono arrivati meno trasferimenti, ma il clientelismo, la mala amministrazione degli enti locali, la disastrata burocrazia regionale, un ceto politico di scarso livello hanno fatto peggiorare il suo stato economico-sociale in relazione a quello delle regioni del Nord. In uno dei prossimi giorni riporteremo il contenuto di un Convegno svoltosi in una Università del Nord per capire come la classe dirigente di quelle regione vede tutto quanto avviene in Sicilia, a Palermo.
E purtroppo non c'è orgoglio di Sicilia che possa, onestamente, ammettere che i nordici sbagliano i loro giudizi sulla nostra pseudo classe dirigente.
Il federalismo (prescidendo dalla versione su cui sta lavorando l'attuale governo) abbatterà il clientelismo ed emarginerà gli amministratori locali di vecchia mentalità, quelli che promettono un posto o una consulenza a 100 persone sapendo di poterne soddisfare due o tre. Quelli che favoriscono gli appalti truccati (e non sono pochi), quelli che promettono stabilizzazioni e posti ai galoppini pur sapendo che i posti sono finiti. Tutti costoro verranno cacciati perché non ricevendo più trasferimenti da Stato e Regione su base storica, ed avendo dei costi di gestione enormemente superiori al fabbisogno reale, saranno costretti ad aumentare le imposte locali e a stringere i freni su evasione e morosità.
 Al loro posto i cittadini sapranno (dovrebbero) scegliere amministratori onesti e capaci che non promettono più quello che promettevano i precedenti, ma che operano avendo come guida lo sviluppo del loro territorio e come metodo quello della competitività. In altri termini saranno premiati gli amministratori più bravi, quelli che miglioreranno i servizi sulla base del Piano aziendale e, ove possibile, diminuiranno i balzelli locali. Dovrebbero prevalere quegli amministratori che sanno cosa sia un "Piano Aziendale". Ricordiamoci, ed in questo Blog siamo tornati più volte, che Sergio Parrino all'atto di insediarsi avrebbe dovuto presentare il "Piano di Mandato", ma non sapendo cosa fosse, ha letto ai consiglieri il programma di propaganda elettorale, che già aveva esposto in piazza nel corso dei tradizionali comizi.
Sarà difficile ingoiare l’amaro liquido per chi è abituato a scialacquare le risorse pubbliche, non sapendo programmare e non saperndo trarre il massimo beneficio dalle scarse risorse. Il federalismo obbligherà ad indossare l’abito rigoroso dell’efficienza e della professionalità facendo cacciare dalla porta incompetenti e disonesti.
Non è poco !
Ed è sbagliato lasciare questa bandiera solamente a Bossi.

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