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domenica 5 dicembre 2010

Il vento dell’Università

di Nicola Graffagnini

E’ possibile che il vento di rivolta che sale dalle Facoltà Universitarie occupate abbia avuto la possibilità di incrociare in mare aperto il Titanic dell’ennesimo Governo Berlusconi e……. come i grandi pezzi di ghiaccio staccatisi dalla banchisa polare, grazie alla corrente del Golfo ascendente verso i freddi mari del Nord, è possibile che abbia già danneggiato irreparabilmente lo scafo mitizzato del Titanic.
Gli storici spiegheranno che un concorso di circostanze ha provocato la fine di un mito o di una epoca durata quasi un ventennio, ma gli studenti che hanno tentato l’invasione pacifica del Senato Venerdi scorso, potranno dire : “ Io c’ero “ e così lo potranno dire anche quelli che hanno scalato le mura millenarie del Colosseo per lanciare uno striscione o quegli altri che, superato lo sbarramento dei poliziotti, hanno potuto sciorinare il lungo striscione dalla Torre di Pisa.
Dalle Alpi all’Etna vi è stato in pochi giorni un rincorrersi di iniziative verso la visibilità pacifica molto creative.
A Palermo più di una volta gli studenti hanno fermato la Stazione centrale oppure le prove al Teatro Massimo o il Convegno a Ingegneria.
E le foto degli scontri con la polizia, quelle sì … hanno fatto il giro del mondo insieme col Colosseo e con la Torre di Pisa trattata e… dalla lontana America è arrivato un altro durissimo colpo al mito della corazzata Berlusconi inaffondabile, sul Blog VikiLeaks si leggono a centinaia le copie di cablogrammi decriptati sul capo, alcuni fatti da tutti risaputi e cioè dei frequenti svenimenti del Presidente uniti agli appisolamenti, avvenuti anche in presenza dell’ambasciatore Spogli e del suo successore a Roma che ne trasmette, preoccupato, notizia a Washington, trattando anche della salute malferma del Premier, ormai settantacinquenne.
Forse i giovani universitari hanno agito nei confronti dei ….quotidiani e delle TV nazionali come il classico bambino della favola : “ Il re è nudo “, forse il concorso di circostanze legato alla nascita del terzo polo ed ai successivi emendamenti alla Legge Gelmini, diventata improvvisamente terreno di scontro delle prime linee, al centro delle cronache politiche nei giorni più caldi , qualcosa sembra esser successo nelle Redazioni dei quotidiani e dei periodici , tanto che ormai fuoriescono a getto continuo arti coli su articoli sulla Legge Gelmini e sui riscontri internazionali ….
Il fuoco del disagio giovanile che covava sotto la cenere degli emendamenti bocciati e/o approvati nel corso della votazione sulla legge Gelmini è riuscito quindi in modo inaspettato a far maturare nella Nazione il desiderio di dire la propria opinione e per alcuni la capacità di svegliarsi dal sonno della ragione e dall’ipnosi consumistica che sembra aver toccato ogni angolo della penisola grazie ai messaggi subliminali, sempre più sofisticati dai ricercatori più delle TV commerciali .
Così come lo fu per i loro padri o per i loro nonni nel ’68, i giovani universitari hanno conquistato in pochi giorni la ribalta internazionale , il piacere della partecipazione, della conoscenza, della scoperta nel collettivo e chi ha visto Anno Zero di Giovedì, forse non si aspettava un linguaggio così preciso nella descrizione dei fatti attinenti alla finanziaria italiana che ha tagliato i bilanci di Scuola, Università e Ricerca in controtendenza dei maggiori centri di ricerca mondiali .
Possiamo dire che sia stata una puntata giocata sui numeri dell’informazione imposta dagli studenti: in Germania la Merkel ha fatto stanziare una aggiunta di 12 Miliardi di € nel triennio a quelli già previsti, anche in USA, nonostante il Piano di austerità , Obama ha dichiarato che “ mai taglierà i fondi alla Scuola, alla ricerca scientifica e alle fonti rinnovabili”.
Gli studenti della Normale di Pisa, tra i quali c’era il figlio di un operaio di Termini Imerese, hanno ribadito che non si può parlare di scuola di eccellenza senza fondi ordinari e hanno elencato i problemi quotidiani degli studenti fuori sede che si chiamano, borse di studio, case e mense dello studente, laboratori e biblioteche, mentre in USA nelle maggiori Università private come Harward ove si pagano rette da 40.000 Dollari, gli studenti meritevoli e bisognosi non pagano nulla perché assistiti dalle numerose borse di studio dei Mecenati privati.
Si spiega così l’emigrazione verso quei paesi dei nostri studenti, in USA i finanziamenti dei
Privati sono interamente deducibili dalle tasse ed è possibile che uno studente senza conoscenze riesca ad ottenere una borsa di ricerca, soltanto per il merito.
In Italia occorre recuperare, non solo il diritto al lavoro e allo studio per il merito, ma diventa questa una strada obbligata per fare sistema e recuperare così la qualità della ricerca, della innovazione per invitare le Imprese a scommettere sui prodotti.
Pur in presenza di una crisi mondiale in Inghilterra investono in “ cultura”, oggi l’8% del PIL deriva da quei settori che risultano in crescita, stessa cosa ha fatto la vicina Francia che a fronte di investimenti effettuati nella cultura e nella filiera del turismo ha ottenuto delle quote di PIL in crescita.
Nessuno può dimenticare, a fronte degli esempi internazionali fatti dagli studenti, che cosa invece sia successo in Italia, ispirata da un Governo che per due anni ha pontificato sottovalutando la crisi finanziaria internazionale, con provvedimenti poco avveduti sull’Alitalia, sull’ICI e sulla tassazione del rimpatrio dei capitali, alla fine quando si è vista che la coperta si è rivelata molto più corta dei piedi, si è preferito scoprire i più deboli, cioè i giovani, gli anziani e le famiglie. ……
Nicola Graffagnini

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