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venerdì 24 dicembre 2010

A destra Berlusconi e Co. fanno "gli affari propri", ma a sinistra non si scherza.

dal sito La Repubblica
Sanità, Russo censura l'appalto senza gara

"Affidamento illegittimo, l'atto va revocato". L'Asp di Catania aveva assegnato alla società del marito di Anna Finocchiaro l'informatizzazione del Pta di Giarre. "Se gli ispettori hanno ragione la convenzione va annullata in autotutela". Dietrofront del capogruppo all'Ars Cracolici: "Ora chi ha sbagliato deve pagare"
di EMANUELE LAURIA
"L'affidamento ai privati dell'organizzazione e dell'informatizzazione del Pta di Giarre evidenzia profili di illegittimità": sta tutto nelle tre righe conclusive di un documento di dieci pagine l'atto di accusa che "smonta" l'appalto assegnato alla società del marito di Anna Finocchiaro. La relazione chiesta dall'assessore alla Salute Massimo Russo è stata depositata ieri in commissione Sanità all'Ars ma sarà discussa solo la prossima settimana.
Il documento che boccia il procedimento amministrativo che ha premiato la Solsamb di Melchiorre Fidelbo resterà chiuso nei cassetti del palazzo per il periodo natalizio. Una bomba pronta a esplodere. Preceduta dai colpi di mortaio di Russo: "Nessuna speculazione politica, per favore. Ma è evidente che quell'atto, se illegittimo come affermano gli ispettori, va subito revocato in autotutela dall'amministrazione".
Insomma, con ogni probabilità è tutto da rifare: sarà cancellata la convenzione firmata a fine luglio fra l'azienda sanitaria di Catania e la società del marito della capogruppo del Pd al Senato e sarà ritirato il finanziamento da 350 mila euro previsto, come prima tranche di un importo complessivo di oltre un milione 600 mila euro.
La relazione di Paolo Barone e Duilia Martellucci, i due funzionari incaricati di svolgere gli accertamenti sull'operato dell'Asp catanese, conferma le "sensazioni" espresse dall'assessore a inizio dicembre, quando scoppiò la polemica su quel finanziamento erogato dall'azienda guidata da Giuseppe Calaciura, un fedelissimo del governatore Lombardo, all'azienda cara alla famiglia Finocchiaro. Pur negando che questo atto sia la conseguenza meno onorevole dell'accordo fra Mpa e Pd alla Regione, Russo indicò nella mancanza di gara pubblica una possibile causa di nullità del procedimento.
L'esito dell'ispezione individua, in realtà, molti altri aspetti "sospetti" nella procedura di assegnazione dell'appalto, che comincia nel novembre del 2007. Comincia dal primo via libera al progetto presentato dal consorzio Sd, di cui faceva parte la Solsamb, che l'ex ispettore sanitario Saverio Ciriminna concesse a tempo di record, all'insaputa dell'assessore di allora (Roberto Lagalla) che invece mandava avanti altre tre iniziative riguardanti le "Case della salute".
Prosegue con una conferenza di servizi indetta un anno dopo dallo stesso Ciriminna per chiedere all'Asl di Catania una modifica del progetto. E termina con la convenzione della discordia, firmata il 30 luglio 2010 dall'azienda sanitaria e dalla Solsamb, su cui gli ispettori muovono diversi rilievi. Anche sulla congruità della cifra concordata. "L'azienda - è scritto nella relazione - non perviene a una riflessione stringente riguardo l'effettiva entità dei costi gestionali successivi allo start-up, che saranno posti a carico dell'azienda". Il business plan, secondo gli ispettori, "contiene evidenti errori di calcolo".
E poi c'è la madre di tutte le questioni: il servizio fornito da Fidelbo è da assimilare a una "esternalizzazione" vietata dalla legge regionale. Per il suo valore, l'appalto deve collocarsi fra quelli di rilevanza comunitaria. Occorreva fare un bando di gara, come previsto da un decreto legislativo del 2006: un'eccezione poteva essere consentita solo nel caso in cui un unico imprenditore disponesse del know how necessario per eseguire la prestazione. Ma non era questo il caso, sottolinea la relazione.
E così, ecco la dichiarazione di illegittimità, ecco il commento prudente ma chiaro del presidente della commissione Sanità Giuseppe Laccoto: "Ci riuniremo per discutere. Ma se i tecnici ravvisano delle irregolarità nelle procedure bisogna tenerne conto". Ecco il giudizio più pesante di Antonello Cracolici, capogruppo del Pd che pur contestò le "strumentalizzazioni politiche" del caso Giarre: "Ora chi ha sbagliato deve pagare". Si riferisce a Calaciura, ovviamente: "Ma il manager - ribatte Giuseppe Castiglione, coordinatore del Pdl - rischia ora di diventare l'unico capro espiatorio di questa brutta storia".

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