StatCounter

lunedì 22 novembre 2010

Storia: dai baroni a Berlusconi. La Politica, nonostante la democrazia arrivata da noi nel Novecento, è sempre stata espressione dei "poteri forti"

La società in cui viviamo, la modernità, è sorta lentamente a cominciare dal XVII secolo sulla scia dell’Illuminismo (ed in parte del precedente umanesimo rinascimentale). Ne abbiamo più volte trattato.
Si è definitivamente affermata -in questi ultimi secoli-, accanto alle due tradizionali classi sociali medievali dell’aristocrazia e del clero (alto clero), la borghesia, quel ceto intraprendente che già nei secoli precedenti si era distinto grazie all'attività mercantile, artigianale e di gabelliere, e che nel dopo rivoluzione francese, in via assolutamente prioritaria, diventa la classe dirigente dell’Europa.
L’Illuminismo -sappiamo bene- sprigiona le energie per spazzare via la vecchia società (Ancien Regime) ed affermare i valori di libertà, di razionalità e di concretezza; il trionfo di questi valori non significa comunque che con esso (l'Illuminismo) viene avviato un periodo di pace, di solidarietà umana e di giustizia. Tutt’altro.
Già nel periodo a cavallo fra fine Settecento ed inizio Ottocento, dopo –quindi- la Rivoluzione Francese, all’Illuminismo filosofico subentra non tanto una nuova epoca, ma una abbastanza notevole frattura rispetto ai precedenti ideali: il Romanticismo. Questo movimento culturale non nega quanto fino ad allora si era propagato e diffuso nelle coscienze degli uomini, ma introduce nuovi sentimenti nella letteratura, nell’arte, nella musica ed un nuovo modo di filosofare. Introduce anche una nuova concezione politica che prolungherà i suoi effetti negativi fino ai periodi a noi vicini. Sotto un certo aspetto è un arricchimento della “modernità” verso il futuro, ma per altri e più aspetti, sotto altre angolazioni, è un arretramento, una regressione, verso concezioni e miti arcaici che inquinano l’appena conquistata:
-razionalità dell’illuminismo,
-la cultura della tolleranza,
-la curiosità nei confronti del diverso,
-la lotta intrapresa e già vinta dei Lumi contro l’Antico Regime.
Vero è che c’era Kant che stava ancora portando il pensiero dei Lumi al culmine filosofico. Costui non negava la trascendenza, però la tagliava fuori dai processi e dal giudizio critico che ne analizzava i percorsi. E’ in questo periodo che viene innescato, che sulla scia del Romanticismo e sul piano delle valutazioni politiche, il movimento nazionalistico, completamente sconosciuto sotto l’Antico Regime. La politica, così come oggi la intendiamo è infatti pure essa figlia dell'Illuminismo e della Rivoluzione Francese: prima di allora il governo della società era faccenda privata, esclusiva, della nobiltà e qui da noi, in Sicilia, dei baroni.
Fu Napoleone Buonaparte ad accendere in Europa i fuochi del nazionalismo che si sarebbero propagati ovunque (e per lungo tempo, cioè fino al XX secolo) per reazione all’egemonia della Francia imperiale.
Vero è che Napoleone portò, nella sua lunga cavalcata per l’Europa, la dichiarazione dei diritti dell’uomo ed il codice civile, due formidabili anelli di congiunzione con l’Illuminismo e con gli ideali dell’89, ma dovunque passò soppresse le libertà degli individui e delle nazioni. Dal dispotismo napoleonico scaturiranno ovviamente altri valori ed altri interessi.
Si, Napoleone si fece accogliere ovunque da liberatore, ma divenne subito “conquistatore” e “despota”.
Dal suo declino fu comunque, e definitivamente, sancita la nascita dell’Europa della borghesia, figlia di quella classe intraprendente dei secoli passati che era stata allungo il "terzo stato" privo di ogni potere e che adesso comincia il percorso di gestione del potere. L'affermazione avverrà, come nel millennio precedente -quello caratterizzato dall'aristocrazia medievale- puntando immediatamente alla commistione di politica/economia. 
Il potere, la politica è sempre stata ostaggio, come si vede, dei "poteri forti". L'aristocrazia ha perso il potere, la gestione della società, a fine settecento perchè con l'industrializzazione, la commercializzazione dell'economia, essa come strato sociale non costituiva più un "potere forte".

Nessun commento:

Posta un commento