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sabato 20 novembre 2010

La tradizione delle bande musicali in Sicilia

Il Museo delle bande musicali di Ramacca

di Nicola Graffagnini

Ramacca, un piccolo paesino del Catanese, ospita un grande museo della musica, frutto di una lunga e nobile tradizione locale.
Ramacca, è una delle poche cittadine dell’Isola, ad avere una lunga tradizione bandistica di cui vantarsi ed una scuola di musica.
Il Museo inaugurato nell’Agosto del 2009 è dedicato al Maestro Bruno Castronovo. Espone cimeli preziosi, documenti costitutivi delle Associazioni bandistiche, partiture di grandi opere liriche e frammenti di repertori musicali, costumi, vecchie divise -dall’800 al periodo fascista– di vari colori e fogge .
Il percorso espositivo trasmette piacevoli emozioni, le colonne sonore delle feste patronali, delle ricorrenze civili, delle parate militari. La banda era fino ad un certo periodo, familiare presenza a matrimoni, processioni, funerali.
In Italia, si calcola che siano circa 4500 le bande musicali di cui solo 160 in Sicilia, scomparse in certi paesini per la notevole emigrazione che ha falcidiato le classi giovanili lasciando solo donne e bambini. Non è episodico il fatto che anche in USA elementi delle bande musicali dei nostri paesini abbiano ottenuto un grande successo ad esempio a New Orleans, trasformando una giovanile passione in una grande leva per il successo personale nel mondo del jazz storico, ma ritornerò sul punto con altri particolari.
Dicevo in Sicilia sono censite almeno 160 Bande musicali, godono di buona salute ma di scarsa attenzione da parte degli Enti Pubblici.
Forse sarebbe necessario rivalutare l’importanza educativa, sia per l’impegno di apprendimento della materia che per il momento di socializzazione.
Come i gruppi folcloristici o le corali, consentono a bambini, adolescenti o adulti di apprendere insieme la buona musica e rappresenta un investimento di buona educazione e di tradizione sulle nuove generazioni di musicisti.
Ricordo ancora, come se fosse ieri, i pezzi d’opera della nostra Banda musicale sul palco costruito accanto alla Chiesa della Madonna della Favara e il maestro Ferrara e tutti i musicanti prodigarsi per tutta la serata, al massimo dell’impegno. Ricordo distintamente il ragazzo che ogni volta cambiava il titolo del pezzo, incorniciato in una bacheca issata sul palco e l’attenzione degli spettatori, in specie di quelli più anziani che a volte, a noi bambini ci riprendevano severamente con delle occhiate eloquenti . .
Ancora oggi tornando in paese ogni anno per la Festa, resto colpito positivamente dal fatto che la tradizione del concerto in piazza resiste ancora e va migliorando sempre di più, seguita da numerosi spettatori e dai molti genitori, che mandano i figli alla scuola di musica della banda, allontanandoli dal tempo passivo delle varie TV commerciali.
Nicola Graffagnini

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