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lunedì 11 ottobre 2010

Domani il Consiglio Presbiterale considererà che papas Nicolino è (punito..) a Palazzo Adriano e padre Mario ... a Contessa Entellina ?

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  Domani 12 Ottobre a Piana degli Albanesi il Vescovo Sotir Ferrara incontrerà il Consiglio Presbiterale, una sorta di senato diocesano, costituito da alcuni sacerdoti che hanno il compito di aiutarlo nella vita pastorale. In un certo senso, questo organo, vuole esprimere la corresponsabilità dei sacerdoti con l’Eparca nel guidare la vita della Chiesa locale, anche se ogni voto deliberato assume per il Vescovo valenza di opinione; questo è infatti un Organo consultivo.
  E’ Mons. Sotir Ferrara, che decide quali debbano essere le questioni da trattare.
Spetta ugualmente a lui decidere se e come rendere pubbliche le decisioni (meglio dire i pareri assunti dal Consiglio).
Alcuni componenti vengono eletti dai sacerdoti, altri fanno parte del Consiglio in funzione dei ruoli svolti all’interno dell’Eparchia. Non è dato capire, per esempio se l’Archimandrita Antonino Paratore, adesso che non è più Vicario Generale continuerà o meno a farne parte.
Come riportato sopra, spetta a Mons. Sotir Ferrara convocarlo e presiederlo, stabilendo anche gli argomenti da trattare. In genere, si tratta di problematiche che hanno a che fare con la vita della chiesa locale: delle parrocchie (si potrebbe, per esempio, parlare sul da farsi con Padre Mario Bellanca se il 16 Ottobre non rispetterà l’avvenuta dichiarazione della “Sede Vacante” nella Chiesa della Favara”), delle iniziative diocesane, del coordinamento tra tutte le forze attive, ossia dell'abbondante clero eparchiale (rispetto, in proporzione, alle altre diocesi) che tuttavia (Mistero della Fede) viene tenuto quasi per intero concentrato a Piana degli Albanesi, dove a dire la verità le iniziative pastorali languono molto di più rispetto agli altri centri meno presidiati.
  L’ordine del giorno di domani non ci è noto, tuttavia, è scontato che tutte le problematiche (come da assodata trasparenza eparchiale) vengono occultate sotto la voce “Comunicazioni dell’Eparca”. E’ un accorgimento per evitare che i componenti arrivino ‘preparati’, ossia avendo studiato gli argomenti. Noi, noi fedeli, che come sempre abbiamo l’obbligo solamente di pagare l’8 per mille, provento che sempre arriva abbondantemente in Eparchia e che a quanto pare -dallo stato del patrimonio degli edifici di culto- è sempre insufficiente, possiamo solo immaginare di cosa si parlerà:
-Il Consiglio è già scaduto quasi un anno fa: sarebbe tempo di rinnovarlo ?
-Quali poteri attribuire al nuovo Vicario Generale ?
-E’ il caso che esista una Curia dopo decenni di inesistenza, fino al punto che non si riesce più a capire se sia più importante occuparsi di un prete che butta fuori la gente dalla Chiesa (data: 1 agosto 2009) o andare a celebrare un matrimonio fuori diocesi, a centinaia di chilometri da dove i fedeli dell’Eparchia vengono “umiliati” ?
-E’ il caso di mandare nelle sedi che contano della Conferenza Episcopale Siciliana ed Italiana persone competenti, preparate culturalmente, che sappiano pure tenere le “pubbliche relazioni” con i fedeli ed i media, oppure è meglio che in quegli organismi ci vadano “ombre” che stiano zitte, ricevano ordini, e nascondano le peculiarità greco-bizantine dell’Eparchia ?
  Potremmo continuare, ma siamo certi che dopo decenni di inerzia manca la voglia di voler dire ai fedeli dell'Eparchia, ai Siciliani, agli Italiani, al Mondo, che il Cristianesimo, il Cattolicesimo non ha un solo approccio per cercare il Mistero, quello latino-romano.
 Ci siamo assuefatti, come credenti, a tutti i livelli: tutta colpa dell’8 per mille che all’interno di tutte le Curie d’Italia ormai occupa l’80% delle discussioni.
  Le Curie d'Italia come i Consigli di Amministrazione delle Società per Azioni, con le ovvie differenze …. di competenza in materia economico-finanziaria-giuridica.
 Quanto scritto non è per amore di polemica, come sicuramente verrà etichettato, è sofferta constatazione.
  La differenza comunque non sposterà di una virgola le cose. Ne siamo certi.

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