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mercoledì 22 settembre 2010

Ma la Santa Sede ha cambiato atteggiamento nei confronti dei greco-bizantini d'Italia ?

La Paraklisis della Madonna di Nicola Graffagnini

Se volessi tirare un bilancio delle mie vacanze paesane del mese di Agosto …potrei iniziare subito a raccontarvi delle mie Domeniche con la Messa greca ritrovata intatta, ogni anno , così come me la ricordo fin da bambino perché facevo il chierichetto a Papas Janni Di Maggio, e poi da Seminarista.
E racconto agli amici, quando ritorno a Palermo, che a Contessa l’esperienza della messa è del tutto particolare, intanto Papas Nicolino ha tirato su un bel coro di ragazzi e ragazze che ci credono nel canto bizantino e nella musica e la liturgia bizantina diventa qualcosa di impagabile, ma non solo, la figura di Papas Nicolino con quel suo atteggiamento pro-sociale, sempre aperto all’ascolto e col sorriso sempre pronto sulle labbra, mi ricorda quella del mio amato Parroco Papas Janni Di Maggio (ho saputo con sommo piacere che c’è il progetto di traslare la salma presso la chiesa greca …cercherò di tenermi informato… ).
La predica poi è sempre aderente al Vangelo del giorno con buoni passaggi biblici o della realtà quotidiana. E’ una predica che non stanca, anzi alla fine ne puoi trarre conferma che hai compreso parola per parola ed esserti arricchito di una lettura originale del vangelo.
Per questo quando gli amici, a Palermo mi chiedono notizie più precise dei fatti dell’Agosto 2010 e cioè del trasferimento di Papas Nicolino, dopo 26 anni di generoso e fattivo apostolato in paese, io resto senza parole e cerco dentro di me le motivazioni di un tale duro provvedimento che penalizza innanzitutto la famiglia del Papas (che io conosco bene perché siamo vicini di casa in Via Pietro Nenni) e poi i suoi alunni di Scuola media e i parrocchiani tutti specialmente i più bisognosi, i giovani artisti dell’Associazione teatrale e del gruppo folcloristico albanese.
Al termine della mia breve ricerca, prima di rispondere, realizzo che non vi è nulla di nascosto in questa vicenda, perché tutto è stato vissuto alla luce del sole, sul sagrato della Chiesa della Madonna della Favara.
La difesa strenua della tradizione plurisecolare della Paraclisis è al centro di tutta la questione, per questo alla Comunità albanese sembra del tutto semplice la ricerca della verità e della giustizia per il Vescovo che la voglia ricercare e se… le parole hanno ancora un senso il contrario, …..ossia …. ciò che è avvenuto …… a tutti è sembrato una grande ingiustizia e quindi una “inspiegabile” inversione di tendenza della Santa Sede che ha sempre considerato le nostre Comunità di rito greco-bizantino un ponte di dialogo verso le Chiese d’Oriente.
Padre Ermanno Toniolo, dell’Ordine dei Servi di Maria, nel corso di una intervista a Radio Vaticana informa che “A Roma nella Basilica di S.Maria in Via Lata, ogni giorno fino al 14 Agosto viene officiata la Paraclisis, con preghiere e canti bizantini tradotti in lingua italiana. Sono ormai trenta anni che la Quindicina dell’Assunta e la Paraclisis, il rito antico di supplice invocazione alla Madre di Dio, al quale il Papa Giovanni Paolo II° ha perfino concesso l’indulgenza plenaria, che si svolgono nella Basilica in comunione con le Chiese d’Oriente……è noto che Papa Benedetto XVI° sogna l’unità delle Chiese d’Oriente”.
Nel corso di una visita alla Congregazione Orientale nel 2007, Papa Benedetto XVI ha raccontato di aver intrapreso, sulla scia dei suoi predecessori, un pellegrinaggio ideale
verso “il cuore dell’Oriente”, per questo ha assunto il nome di un Papa : Benedetto XV° che circa 90 anni fa istituiva la “Sacra Congregazione per le Chiese Orientali”.
E’ dunque notorio a …tutto il mondo che il mese di Agosto è il mese mariano per antonomasia della Chiesa Bizantina e delle altre Chiese d’Oriente e dal momento che la questione dibattuta è la celebrazione del rito della Paraclisis sul “sagrato della nostra Chiesa” , non si percepisce a maggior ragione il senso della decisione Vescovile e del Delegato Pontificio.
Al Delegato Pontificio, Mons. Tamburrino mi permetto di ricordare il contributo della piccola Comunità albanese di Contessa alla causa dell’ecumenismo.
Sotto il Pontificato di Leone XIII, l’Abbazia di Grottaferrata fu oggetto di “speciali attenzioni” per il ripristino del rito e della disciplina monastica orientale.
Fu il Pontefice in persona, Leone XIII a richiedere il 4.10.1882 alle Comunità albanesi meridionali l’invio di giovani seminaristi all’Abbazia greca.
( Sito dell’Abbazia di Grottaferrata )
L’invito papale venne raccolto nel 1883 da un gruppo di giovani delle Comunità albanesi di Contessa Entellina: - Sofronio Gassisi, Cosma Buccola, Lorenzo Tardo e di Piana degli Albanesi: Basilio Norcia, Gregorio Stassi, Efrem Leggio e La Piana .
Questi giovani sostituirono la vecchia guardia latina e diventarono notevoli figure di paleografi e liturgisti e principali collaboratori del periodico : “ Roma e l’Oriente”( 1904-1921). Le figure di Sofronio Gassisi (fratello di mio nonno materno Gaspare), Cosma Buccola, Lorenzo Tardo e il loro impegno religioso e culturale vanno inquadrati nel contesto di un ruolo ecumenico che la Santa Sede attribuisce alla nuova Badia, per affidare loro un ruolo di mediazione e di contatto fra le due Chiese, la Romana e l’Orientale Ortodossa.
Mi ricordo, come se fosse ieri, la visita a Grottaferrata nel 1960 di Papa Giovanni XXIII, “il papa buono” come lo chiamavamo, erano gli anni del Concilio Ecumenico e ogni Domenica andavamo a S.Pietro.
Quel giorno, il Papa volle conoscere tutti i seminaristi, uno per uno, mi ricordo che mi mise la mano sul capo con mia grande emozione e poi si pranzò insieme nell’immenso refettorio con i Patriarchi Orientali presenti al Concilio, mi ricordo ancora della figura ieratica del cardinale Agagianan, Prefetto della Congregazione Orientale che molto spesso veniva in Abbazia per incontrarsi con qualche Patriarca Orientale.
Oggi non conosco i Padri che compongono l’attuale Congregazione Orientale, ma conosco la storia della Chiesa che è andata sempre avanti riconoscendo con coraggio gli errori del passato, vedi il Pontificato di Papa Giovanni Paolo, vedi la recente coraggiosa visita del Papa Benedetto XVI in Inghilterra che alla fine viene da tutti commentata, riconoscendo l’aperturismo della Chiesa di Roma verso le altre Chiese.
Ciò che in questi giorni di settembre leggo sui blog delle comunità albanesi d’Italia, sono invece notizie relative alle Diocesi di Piana degli Albanesi e di Lungro e all’Abbazia di Grottaferrata, poste sotto Commissariamento, sembrano iniziative di discontinuità dalla tradizione di protezione secolare della Santa Sede verso le minoranze linguistiche e religiose dei paesi albanesi d’Italia.
Vorrei tanto sbagliarmi sulla lettura della questione e nutro la speranza che fosse proprio S.E. Mons. Tamburrino a dimostrare che alla fine la ricerca della verità quando è paziente e scevra da personalismi diventa trasparente e giusta perché è semplice da ricercare, per questo io prego e confido con tutta la Comunità albanese di Contessa nel riesame del trasferimento del nostro carissimo parroco, Papas Nicolino Cuccia, con la speranza che la meditata decisione contribuisca al ripristino dell’ordinato sviluppo religioso e civile della nostra Comunità albanese di Contessa Entellina.
Nicola Graffagnini

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