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sabato 18 settembre 2010

Il diritto canonico e l'esecutività dei decreti di rotazione dei parroci

Molte diocesi d’Italia delle iniziative che stanno perseguendo danno la massima diffusione fra la gente, in pratica ammettono che la trasparenza sia un valore. Sui portali informatici delle diocesi, che spesso sono costati molte migliaia di euro attinti o da fondi pubblici o probabilmente dall’8 per mille, si possono leggere sia documenti di natura pastorale che documenti canonici. In un certo senso quello di pubblicare gli atti dell’attività in corso serve a non fare sentire pecore del gregge (nel significato pieno dell’espressione) coloro che vogliono o vorrebbero conoscere.
Nell’Eparchia di Piana degli Albanesi la trasparenza è per intero rimessa alla sensibilità dei singoli parroci che espongono, o meno, nelle bacheche delle chiese i documenti discrezionalmente da loro ritenuti idonei per i fedeli.
Padre Mario Bellanca, per dire, non ha esposto in bacheca il decreto di rotazione dei parroci del luglio scorso, ragione per cui per conoscere possibilità, tempistica e volontà di adempimento dell’interessato ci si affida a radio fante, alimentata come sempre avviene in questi casi dalle persone della cerchia a lui più vicine. Da queste fonti -spesso filtrate-, che peraltro nei piccoli centri, sono la fonte abituale sapiamo che il 4 settembre è scaduto un invito all’obbedienza che il Vescovo ha inviato al “teologo”; in pratica un invito ad adeguarsi al decreto dell’Autorità Ecclesiastica che dispone l’assegnazione della Chiesa della Favara alle cure di padre Giorgio Ilardi. Un altro invito all’obbedienza scadrebbe (a secondo delle fonti che lasciano filtrare la notizia) il 20 settembre, ovvero il 24 settembre.
Il nostro punto di vista è che chiunque abbia buone ragioni da far valere è giusto che si avvalga delle opportunità che l’Ordinamento giuridico offre. Anche padre Mario se ha ragioni che gli consentono di chiedere all’Autorità la riforma di provvedimenti ritenuti non coerenti con lo stato reale delle situazioni (che noi comunque, non conoscendo, non siamo in grado di valutare) è bene che le faccia valere.
Vediamo invece, in linea ovviamente teorica, cosa sono questi inviti all’obbedienza di cui si parla.
Il ricorso di padre Mario contro il decreto di trasferimento, che le fonti dicono sia stato corposo per volume di pagine, non sospende l’esecutività dello stesso e pertanto i “prelati” in attesa della sentenza definitiva conservano il diritto di insediare il nuovo amministratore parrocchiale, padre Ilardi.
E se padre Mario si attesta sulla posizione di voler attendere, prima di muoversi da Contessa Entellina, la sentenza finale ?
Sembrerebbe, in questa evenienza, che le sollecitazioni finora pervenutegli possano costituire elementi di una procedura che potrebbe, in teoria, sfociare in una decisione di ordine disciplinare.

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