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giovedì 30 settembre 2010

Il significato di "Papa" è identico al titolo con cui ci rivolgiamo ai nostri 'Papas'

Il papa sarà a Palermo il tre ottobre, ma il caos nel traffico cittadino è già iniziato e durerà fino alla partenza del capo della Chiesa Cattolica.
Papa è la denominazione più comune con cui ci si rivolge al Capo della Chiesa Romana, equivale al modo con cui i cattolico-bizantini di Sicilia e Calabria si rivolgono ai loro sacerdoti “Papas”. Papa e Papas non significano altro che “Padre”. Il termine “papa” deriva infatti da greco pàppas, o dal latino papa, padre. Il titolo “papa” è un privilegio esclusivo per riferirsi alla massima autorità cattolica, ma è sopravvenuto in epoca tardiva. Per qualche secolo esso ha designato tutti i Vescovi, quale testimonianza di affettuoso rispetto da parte dei fedeli. Nelle Chiese Orientali, come abbiamo visto, lo si attribuisce ai sacerdoti tutti, ma è detenuto pure in esclusiva, dal patriarca della Chiesa copta d’Egitto, il “papa” Shenuda III.
Solamente dal VI secolo, in Occidente, viene riservato solamente al Vescovo di Roma e poi imposto in esclusiva da Gregorio VII (1073-1085) perché “quod hoc unicum est in mundo”, perché il papa è unico al mondo.

Il Titanic (l'Italia) affonda e l'orchestra continua ad emettere le medesime note da venti anni

Note di attualità politica
Pillole di riflessione scelte dal dibattito alla Camera
Ieri era grande la curiosità di sentire il discorso che avrebbe pronunciato il Presidente del Consiglio, nella seduta tanto attesa da questa estate, per presentare nuovamente il suo governo e richiedere un voto di fiducia per superare gli esami imposti dal Presidente Fini.
Radio radicale (92 FM) in questi casi svolge un servizio pubblico veramente utile e anche in macchina o lavorando si possono seguire le ultime novità della politica.
Berlusconi ha parlato per 50 minuti esatti interrotto da 46 applausi, uno quasi ogni minuto, sembrava un clima da stadio, da curva nord, un modo spontaneo per canalizzare l’emozione della parte destra dell’emiciclo di fronte ad un passaggio così pericoloso per il governo.
Secondo Franceschini un discorso tragicomico pieno di promesse, come se non avesse governato nove anni negli ultimi dieci.
Per Di Pietro lanciatosi in diretta tv lancia in resta con un intervento aggressivo e troppo urlato è stato un discorso per mantenere il potere ed evitare i processi.
Per Vendola è stato un discorso scritto nel chiuso del palazzo e quindi lontano dalla realtà dei comuni mortali.
Per Castagnetti durante i 90 giorni dell’estate condizionata in modo totalizzante da una macchina da guerra mediatica composta da 2 quotidiani, 5 canali televisivi, 6 canali radiofonici, 3 magazine web ….che ci hanno tenuti appesi…. alla proprietà misteriosa di un appartamento di 60 metri quadrati di Montecarlo, senza il minimo senso delle proporzioni, ( in quanto tutti conoscono l’affare all iberian delle 60 società off shore di Berlusconi ).
Un sistema tecnicamente totalizzante che dalla mattina alla sera ti inseguiva con un martellante tam tam tanto da allontanare altra gente dalla politica o da costringerti a cambiare canale come nel mio caso, durante l’estate passata in paese.
Secondo Pezzotta l’ex Segretario della CISL, anche sul piano dei messaggi simbolici o delle battute di Ministri della Repubblica, non c’è da stare allegri, ormai siamo scivolati così in basso, tanto che il dito medio viene portato a simbolo di messaggio di un partito di governo, così come l’epiteto di “porci romani” rivolto ai cittadini della capitale, giustificato come battuta da campagna elettorale; …”il fondo questa Italia l’ha ormai toccato …. meno male che ancora abbiamo la Costituzione che regolamenta i poteri dello Stato”.
Anche la Chiesa si è sentita disgustata per l’Italia …( il Card. Bagnasco ha rivolto un appello sofferto alla nazione), e infatti sta emergendo una insofferenza generalizzata alle parole della politica, basti pensare agli scioperi dei precari in tutte le Regioni e con i problemi gravissimi dei 200 tavoli di crisi aperti al Ministero delle attività produttive, ancora sede vacante, per cui parlare di situazione esplosiva nel paese … sembra realistico e richiederebbe molta prudenza da parte di tutti, data anche la divisone in atto delle Confederazioni sindacali….che preoccupa.
Per l’ex Ministro Lanzillotta dell’API di Rutelli, il discorso sembra lo stesso che pronuncia… dal ’94 con meno riferimenti e più ripetizioni !
Bersani arriva a chiedere il nobel della Pace, sollecitando un sorriso di Berlusconi che durante il suo intervento non ha citato una sola volta Fini, anzi ne ha ricercato successivamente il contatto visivo alzandosi più volte e sollecitandolo a “richiamare” Di Pietro per il merito dell’intervento.
Secondo Bersani di fronte ad una economia in caduta libera, non bisognava togliere di colpo il credito d’imposta che dava ossigeno alle imprese e anzi bisogna mettere mano al più presto: ad una riforma fiscale sull’esempio dei paesi più avanzati che permettono al lavoro e alla famiglia di scaricare alcune spese; ad un progetto di opere cantierabili che diano la possibilità di lavoro … nelle zone con più disoccupazione; ad una maggiore attenzione ai conti .. .. che dal ’94 ad oggi .. sembrano fuori controllo.
Bersani conclude il suo intervento invitando il Presidente ad una visita a Napoli e l’Aquila che sono stati i due fenomeni comunicativi del governo degli annunci.
Nicola Graffagnini

Il Governo Regionale è appena nato: via al clientelismo a tutto spiano. Il pd deve recuperare

Il Fatto Quotidiano 30.09.2010
“Trinacria” di famiglia per assumere
Fratelli e amici alla guida della Onlus che dovrà stabilizzare i precari in Sicilia
di Giuseppe Lo Bianco
Il presidente della società, nominato da Raffaele Lombardo, è il capo del sindacato Cisal, uno dei membri del consiglio di amministrazione è Vincenzo Garraffa, fratello del senatore del Pd Costantino, vice-presidente della commissione Industria del Senato, un altro si chiama Dell’Utri, ma è solo un caso di omonimia: dopo la “temibile” prova dei test d’ingresso per i precari da stabilizzare (“fare una fotocopia, ove possibile fronte e retro”) dal cilindro della fantasia siciliana in materia di lavoro salta fuori la Social Trinacria onlus, un altro carrozzone costituito qualche giorno fa per assorbire 3.200 lavoratori ex Pip alimentando i serbatoi del voto clientelare. Sarà infatti la onlus ad assumere i precari, a pagargli lo stipendio con i soldi messi a disposizione della Regione mentre l’assistenza tecnica e contabile sarà delegata ai funzionari di Sviluppo Italia Sicilia.
LOMBARDO, nonostante dagli schermi de L’Infedele di Lerner abbia giurato “basta con la fabbrica delle illusioni”, il suo quarto governo a braccetto con il Pd parte con il piede sbagliato, almeno sui temi del lavoro. L’onlus è infatti un parto della direzione delle politiche sociali guidata da uno dei suoi potenziali assessori tecnici. Maria Letizia Di Liberto, poi sostituita per un’incompatibilità. All’Assemblea regionale l’opposizione insorge chiedendo una commissione d’inchiesta.: “Ci troviamo di fronte ad una situazione gravissima che rischia di creare altro precariato –dice Salvino Caputo, Pdl- sono contento che i Pip di Palermo ottengano un riconoscimento e che finalmente possano essere inseriti nel circuito lavorativo. Ma tutto ciò deve avvenire senza intermediazioni”. Da qualche giorno, invece, su Facebook, il burattinaio palermitano dei precari, Mimmo Russo, ex An passato all’Mpa in campagna elettorale sollecita tutti i lavoratori ad andare alla sua segreteria di via Scinà 66, al Borgo Vecchio, per compilare il modulo di adesione alla onlus promettendo “contratti a tempo indeterminato”. Anche se i fondi (100 milioni di euro) bastano solo per tre anni.
E TRA gli stessi lavoratori, che l’altro ieri hanno picchiato un dipendente regionale negli uffici dell’assessorato al Lavoro e sono consapevoli di essere utilizzati come carne da voto, la tensione è alta. Il Pd tace, con la sola eccezione di Pietro Apprendi. “C’è il rischio di un nuovo caporalato”. Il riferimento è a un possibile allargamento degli elenchi con la creazione di un nuovo precariato. Un trucco che Mimmo Russo si affretta a smentire: “sto facendo stampare 3200 cd con la lista dei nomi degli ex Pip. Neanche una persona entrerà nell’associazione, oltre il bacino degli ex Pip”.

mercoledì 29 settembre 2010

Mario Bellanca. Il germe della "Teologia delle porte chiuse" risale al 2003; allora a restare chiuso è stato il Tabernacolo

ricerca d'archivio: articolo de La Sicilia 
La Sicilia 27 gennaio 2003

Contessa Entellina
No confessione, no comunione
Il parroco della Chiesa di Maria SS. della Favara ha riposto le ostie nel tabernacolo. Attoniti i feleli in fila per l’Eucarestia

Ieri Don Mario, giovane parroco della chiesa latina di Maria SS. della Favara, l’ha combinata davvero grossa. Con la chiesa strapiena per la messa domenicale nel momento più solenne della celebrazione decine di fedeli facevano la fila in attesa della comunione, lui serafico ha conservato il calice con le ostie consacrate nel tabernacolo ed ha annunciato semplicemente che quel giorno la comunione non l’avrebbe data a nessuno ed i fedeli sbigottiti sono rimasti per un lungo momento immobili, senza parole.
Poi, piano piano, sono tornati a sedere, scambiandosi lunghi sguardi. Ma a svelare il mistero ci ha pensato lo stesso sacerdote, “Vi sarete stupiti perché oggi mi sono rifiutato di dare la comunione. Vorrete sapere il perché ed io ve lo dico subito: nessuno di voi si è confessato. Qualcuno mi ha detto che lo fa fuori, con altri sacerdoti. Ma come certificati di battesimo, di cresima, di matrimonio li fate qui da me, lo stesso vale per la confessione. Fin quando non vi confesserete con me, io non darò più la comunione a nessuno”.
Una posizione intransigente dalla quale il giovane sacerdote originario di Cianciata, in provincia di Agrigento, pare non sia intenzionato a recedere. E le polemiche si sprecano “come si permette di negare la comunione ?” dicono alcune persone anziane; più maliziose alcune ragazze “la sua è solo curiosità morbosa di sapere i fatti nostri”. Ma c’è anche qualche voce che si leva in difesa del prete: “Don Mario ha il sospetto che tanti fedeli facciano la comunione senza confessarsi, e non è lontano dal vero”. Vero è che tanti sacerdoti non considerino assolutamente indispensabile la confessione prima della comunione, a Don Mario, però, sarà sembrato che i suoi parrocchiani ci abbiano preso gusto a sottrarsi a questo sacramento, da qui la sua decisione. E come spesso avviene a Contessa Entellina, dove le rivalità tra i fedeli di rito latino e quelli di rito bizantino non sono sopite, sono quest’ultimi a gioire per l’incidente.

Veltrusconi. Veltroni ha voluto la legge elettorale che ha eliminato la Sinistra dal Parlamento. L'Italia è l'unico paese in Europa che non ha una opposizione di sinistra. Solo una "l" distingue Pdl da Pd

Ci sono voluti cento anni (l’intero percorso storico del vecchio p.s.i.) da parte di milioni di lavoratori, dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, per ottenere le conquiste sociali sul campo del lavoro. E’ stata una fortuna che a guidare il mondo del lavoro in quei cento anni non ci sia mai stato un pd (figlio della volontà di una pseudo classe politica di voler imitare e copiare –con colorazioni differenti- il berlusconismo).
I tanti immensi sacrifici del movimento sociale che ha realizzato quelle conquiste oggi rischiano di essere calpestati, e con essi sono in pericolo le stesse regole della democrazia.
La Sinistra, quella vera e coerente, quella che non è mai stata comunista quando il comunismo era di moda, quella che non è pd oggi che gli inciuci all’interno delle aziende e nei governi Lombardo-quater consentono di piazzare nei posti di prestigio amanti, mogli, figli e clienti, oggi è fuori gioco perché i Veltroni hanno voluto che così accadesse, per poter imitare in tutto e per tutto il finto avversario Berlusconi e potersi rivolgere al medesimo blocco sociale cui il Caimano si affida -imprenditori, professionisti, Montezemoli, etc.-, ignorando il mondo del lavoro (sia quello autonomo che dipendente).
Come è stato possibile che in dieci anni il potere di acquisto dei lavoratori si sia ridotto di €. 5.453,oo senza che i finti oppositori Bersani, D’Alema etc. (che in questi dieci anni al governo ci sono stati abbastanza) si accorgessero di nulla ? E non si dica che sia tutta colpa della crisi economica degli ultimi due anni.
Chi avrebbe dovuto tutelare gli interessi dei lavoratori ? Sono stati gli stessi lavoratori a farsi ridurre il potere di acquisto ?
Tacco

martedì 28 settembre 2010

Il comunicato del Vescovo. Dal 22 Settembre Protosincello dell’Eparchia è il Rev.mo Arch. Papàs Vito Stassi

Il Vescovo di Piana degli Albanesi

Prot. 20/2010
Al Rev.mo Clero, alle Religiose, ai Religiosi ed ai fedeli dell’Eparchia.

Nel ringraziare il Rev.mo Arch. Antonino Paratore per il servizio svolto a favore della Comunità eparchiale con affettuosa dedizione dal 9 gennaio 1996 al 21 c.m., vi comunico che il 22 settembre 2010, ai sensi dei canoni 245 e 247 del Codice dei Canoni per le Chiese Orientali, ho nominato Protosincello dell’Eparchia il Rev.mo Arch. Papàs Vito Stassi, parroco di San Nicolò dei Greci alla Martorana, con tutti i diritti ed i doveri annessi a tale ufficio, ai sensi dei canoni 248, 249, 250, 251 del C.C.E.O..

Piana degli Albanesi. 28 settembre 2010

+ Sotir Ferrara, vescovo.
Il Cancelliere Vescovile
Papàs Eleuterio Schiada

Finalmente notizie incoraggianti dall'Eparchia. Da papas Vito Stassi -Vicario Generale- grandi attese

E’ papas Vito Stassi, da sempre parroco della Chiesa di San Nicolò dei Greci alla Martorana, in Palermo, (successore di due precedenti parroci contessioni: Papas Lino Lo Jacono e Papas Matteo Sciambra) il nuovo “Vicario Generale- Protosincello” dell’Eparchia di Piana degli Albanesi. Sacerdote colto ed attento, ha sempre rappresentato la risorsa preziosa, da cui tutti i fedeli dell’Eparchia si sono sempre aspettati i sostegni fondamentali per la continuità del rito bizantino in Sicilia.
Si è trattato di attese che adesso possono, anche attraverso il nuovo ruolo, trovare realizzazione.
A lui giungano gli Auguri di Buon Lavoro da parte di questo Blog.

Il pd siciliano visto attraverso la festa nella Villa Giulia, a Palermo

Note di attualità politica
Vi racconto alcuni dibattiti della Festa del PD a Villa Giulia: il nuovo governo quater Lombardo, la crisi della scuola in Sicilia, il PD spiegato da Franceschini
Quest’anno ho voluto partecipare più attivamente alla vita del Pd e pertanto ho seguito da vicino alcuni eventi in programma.
Il 17 Settembre ho assistito al “faccia a faccia” tra Raffaele Lombardo e il Segretario PD Giuseppe Lupo, interrogati da alcuni giornalisti della carta stampata.
Era il dibattito più atteso in città tra gli addetti ai lavori e in effetti la tenda dei dibattiti si è rivelata ben presto molto piccola per cui si sono dovute aprire tutte le ali fino ai tavoli, per fare assistere le persone rimaste ai bordi, ed erano tanti, più o meno interessati ad assistere in diretta ai primi vagiti del quarto governo Lombardo.
I giornalisti hanno messo sotto i riflettori la storia dei tre Governi per ricercare le linee di faglia che hanno prodotto successivamente i terremoti che hanno via via scaricato i lealisti di Leontini vicini a Castiglione e Schifani e giusto pochi giorni orsono il gruppo del sottosegretario Miccichè.
E come era prevedibile il Governatore si è messo a enumerare i punti di crisi evidenziati sul primo piano di riforma sanitaria di razionalizzazione dei posti letto, col taglio preventivato di almeno 5000 posti poi ridottisi alla metà e che il magistrato Massimo Russo ha dovuto mettere in pratica per consentire quelle economie necessarie a stare dentro i numeri assegnati da Roma e ad alcune economie di scala, come la spesa farmaceutica che ha comportato i vari distinguo dei gruppi parlamentari all’ARS …. non ultimo quello dell’UDC.
Quella sera Lombardo è sembrato più che mai deciso di intraprendere un nuovo cammino con una compagnia del tutto diversa da quella avuta durante la sua elezione e il Segretario Lupo, pur con qualche avvertimento sul Programma, è sembrato dare il via alla nuova formazione del tutto disomogenea dal quadro politico nazionale. Il 28 vedremo come finirà il voto d’aula.
L’indomani sera, il giorno 18 è stata la volta dell’ex Ministro Fioroni e nella tavola rotonda sulla Scuola, tema scottante del momento anche per lo sciopero regionale dei precari svoltosi in mattinata …..Maria Pia Labbita, Coordinatrice dei precari, ha acceso i riflettori sui posti di lavoro persi in Sicilia, a causa dei tagli del Ministro Gelmini, circa 20.000 unità suscettibili di variazioni in alto col prossimo anno scolastico, in una terra del 30% di disoccupazione vuol dire un destino segnato di “senza lavoro”. E qui l’Assessore della Scuola Mario Centorrino ha annunciato alcune iniziative tendenti ad istituire: progetti di tempo pieno per ridurre di alcuni punti percentuale il grave danno in atto a carico di docenti ed ATA e a proposito di questi ultimi, il prossimo ritiro dalla Scuola di alcune categorie di operatori GESIP, per ridare posto al profilo ATA perdente posto.-
Al termine, giunto il momento per tirare le somme della serata, Fioroni ex Ministro della P.I. del Governo Prodi rovesciato nel 2008, dopo avere ascoltato i numeri più precisi del danno riferiti dai sindacalisti della scuola presenti: Ciccio Scrima, Segretario CISL Nazionale, Vincenzo Granata, prov.le UIL e Giusto Scozzaro, segr, CGIL, ha provato a rifare la storia dei due anni del Governo Prodi, che aveva affrontato, da un lato il riequilibrio dei conti dello Stato e per la questione precari, l’impegno di spesa col varo del Piano di stabilizzazione del precariato, che prevedeva 75.000 precari nel primo anno e altri 75.000 precari da stabilizzare nel secondo col contemporaneo blocco delle graduatorie provinciali permanenti per mettere un paletto temporale e giuridico al sistema di reclutamento, e successivamente pervenire alle graduatorie ad esaurimento. Il nuovo ministro Gelmini ha sparigliato le carte e in discontinuità dalle Direttive precedenti, riapre le graduatorie bloccate generando una serie infinita di contenziosi tra nuovi e vecchi iscritti.
Ora la bomba temuta e cioè i grandi numeri che sembrano raggiungere le 200.000 unità , è esplosa in tutta la sua violenza nelle mani del Ministro che mentre discettava della necessità del grembiule bianco o nero, subiva da Tremonti dei tagli pesantissimi direttamente sulle poste del Capitolo del Bilancio dello Stato, per cui per rimettere le mani in quel ginepraio creatosi occorre innanzitutto trovare gli…. 8,5 miliardi tagliati in via permanente.
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Il 24 .Settembre ho seguito l’intervista di Dario Franceschini, rilasciata al valente giornalista Goffredo De Marchis, de La Repubblica.
Nonostante la pioggia torrenziale la tenda convegni era piena, numerose le testate televisive presenti che hanno fatto rinviare di almeno 30 minuti l’atteso evento, data l’iniziativa di Veltroni col Documento dei 75 e la posizione di Dario Franceschini, che aveva ribadito di fare scudo al segretario eletto Bersani, già all’indomani delle primarie.
In prima battuta il dialogo tende a partire dalla terra di Sicilia, qualcuno dice terra di laboratorio per vicende già viste, ma Franceschini taglia corto sul giudizio del Governo quater, nato come Governo di emergenza in seguito all’implosione della Destra vincente in Sicilia, col famoso 61 a 0 e richiama la presenza in Giunta di tecnici di rilievo anche nel campo della Legalità e dell’Antimafia come il Prefetto Giosuè Marino e a proposito delle possibili alleanze in campo nazionale, richiama l’esempio della liberazione d’Italia dal Nazifascismo e racconta con grande partecipazione … : "Quando i nostri padri e le nostre madri salirono sui monti per dare battaglia e impugnare i fucili avevano un solo nemico da abbattere e così il mio richiamo ad una Alleanza Costituzionale, tende a riferirsi ad una alleanza di Partiti che vogliono difendere la Costituzione ereditata dai nostri padri per mandare a casa Berlusconi e i suoi".
E qui… si è capito che non era un caso aver trovato su ogni sedia della sala, una copia della Costituzione.
Messo alle strette dal giornalista sul Documento dei 75 che viene a spaccare l’Area Democratica messa su da Veltroni e Franceschini, l’ex Segretario ribadisce quanto dichiarato in Direzione nazionale il giorno prima e cioè che data l’attuale momento di novità emergenti nel campo della Destra era fuori luogo il Documento per mettere in discussione la linea del segretario Bersani eletto con le primarie. Il PD sta dentro i parametri dei grandi Partiti europei e invita a guardare la nuova vitalità del Partito Socialista francese che con lavoro duro e silenzioso sul territorio è ripreso a volare nei sondaggi. Occorre quindi anche per il PD porre mano ad un Progetto di cambiamento del Paese realistico e condiviso per ritornare a dare una spinta a questa nostra società. Per questo occorre lavorare tutti, chi ha vinto e chi ha perso le primarie per riprendere il cammino, specialmente in questo momento di emergenza democratica di fronte ad una maggioranza in sfaldamento, nel prossimo Ottobre il PD lancerà una campagna nazionale su tre punti per l’azione unitaria:
1. La scuola per ripristinare i diritti dei precari, per investimenti strategici nella scuola e dell’Università per la ricerca, le uniche materie prime della nostra Nazione, che ha reso l’Italia forte nei secoli e la prima ad aver inventato le Università.
2. Il Welfare universale, infatti lo Stato deve aiutare chiunque ha perso il lavoro, dai precari agli autonomi …senza distinzione, così come nella Sanità il sistema si occupa di curare tutti, affinando la capacità di colpire l’evasione fiscale per finanziare l’apposito fondo che si valuta basterebbe un decimo delle tasse evase. (Ci ricordiamo che solo 77.000 cittadini in Italia dichiarano più di 200.000 € di entrate su 60 milioni di abitanti ?)
3. Una grande lotta per il ritorno della legalità da Palermo a Como senza distinzione degli stereotipi, Nord /Sud, ormai superati dal malaffare che si propaga ovunque.
Nicola Graffagnini

Satira. Tutti sanno della promozione e l'interessato non sa nulla. Pure a Scajola hanno comprato una casa e lui ignorava tutto.

Nenè: Hai saputo? domenica scorsa le pie e altri componenti del Consiglio Pastorale della Chiesa della Favara si sono precipitati in canonica con dolcini e mazzi di fiori per porgere gli auguri a padre Mario, neo promosso –con decreto di Mons. Sotir Ferrara- a Responsabile Unico dell’Azione Cattolica diocesana. Egli li ha gelati tutti ed ha imposto loro di fare finta di nulla. La cosa si spiega, secondo me, col suo carattere umile e modesto e perciò non si è voluto associare alla loro gioia.
Calogero: Capisco quello che vuoi dire; pero le cose non stanno come tu dici. Padre Mario ha saputo che il Blog ha diffuso copia del decreto di promozione ed ha saputo che tutto il paese è esploso di gioia e felicità. Immagina che “i greci, greci” pure loro hanno festeggiato mettendo a tavola quattro polli per famiglia. Tutto ciò al “teologo” puzza, sa di giochi da preti.
Nenè: Dove vuoi arrivare ?
Calogero: Padre Mario, uomo umile e lontano dagli orgogli personali, ama restare qui in paese, fra noi. Gli onori degli alti incarichi nella “Curia” non si addicono a lui. D’altronde tutti sappiamo che ha messo su casa e che finora ha ultimato il garage. Secondo me egli vuole giocare la carta che le “Poste Italiane” non funzionano e quell’altra che lui non legge il Blog. In questo modo sosterrà di non sapere nulla né della promozione né della “sede vacante”.
Nenè: In effetti per Natale, si per Natale, sta organizzando una commedia.
Calogero: Ecco, egli ama il gioco della commedia.

Antonio Messina strappa i manifesti che evidenziano come Sindaco, ViceSindaco e Consiglieri violino il divieto di sosta in Piazza e Nino Montalbano scrive a Sindaco e Consiglieri Comunali

LETTERA APERTA


Al Consiglio Comunale
del comune Contessa Entellina (Pa)

Al signor Sindaco del
comune di Contessa Entellina (Pa)
Da alcuni testimoni mi è stato riferito che, il Vice-sindaco del comune di Contessa Entellina (Pa), signor Antonio Messina, entrando nel bar in piazza ha strappato il volantino nel quale io facevo semplicemente rilevare come all’indomani del montaggio della segnaletica in piazza di un divieto di sosta dalle ore 8 alle 22, ci fossero posteggiate alcune auto di amministratori e consiglieri.
Oltre ad essere un libero cittadino che ha il diritto di esprimere i propri PUNTI DI VISTA, come lei sa il sottoscritto ha concorso alle scorse elezioni alla carica di Sindaco riscuotendo quasi il 30 % dei consensi.
Non potendomi esprimere in Consiglio comunale penso che almeno potessi farlo, a mie spese e con il mio personale impegno, nei luoghi pubblici e sulla rete internet, ma evidentemente non la pensa alla stessa maniera il suo Vice-Sindaco.
Conoscendo la persona e ritenendolo fermamente legato a certi principi e professandosi “uomo di sinistra” e vicino ad ambienti che contro la libertà di stampa e di espressione lottano giornalmente vorrei che lei facesse le dovute riflessioni al riguardo e che venissero fatte pubblicamente le dovute scuse.
Solo in questa eventualità considererò il gesto, come istintivo e non lesivo della libertà di espressione di tutti noi.
Nell’augurarVi un proficuo lavoro porgo i miei più cordiali saluti.
Contessa Entellina 26 settembre 2010

F I R M A
(Antonino Montalbano)

lunedì 27 settembre 2010

Il papa a Palermo. Il raduno ecclesiale regionale dei giovani

L’occasione della visita a Palermo – si legge nel programma ufficiale diffuso – è il raduno ecclesiale regionale dei giovani e delle famiglie. Si ritiene che per l'Eparchia di Piana degli Albanesi padre Mario Bellanca, responsabile da tempo della pastorale giovanile, abbia concorso incisivamente nell'organizzazione.
Il Papa arriverà all’aeroporto «Falcone e Borsellino» di Punta Raisi alle 9,15 e alle 10 sarà al Foro Italico di Palermo, per il saluto della cittadinanza. A seguire, nello stesso luog o, la celebrazione della Messa, con l’omelia di Benedetto XVI, seguita dalla recita dell’Angelus e dal saluto papale. Dopo il pranzo con i vescovi della Sicilia – previsto alle ore 13,15 nel Palazzo arcivescovile di Palermo – il Pontefice, alle ore 17, incontrerà i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi nella cattedrale, dove terrà un discorso. Il viaggio del Papa si concluderà con l’incontro con i giovani, alle 18 in piazza Politeama.
La partenza dall’aeroporto di Punta Raisi è prevista alle 19,15; l’arrivo all’aeroporto di Ciampino alle 20,45. Questa è la prima visita di papa Ratzinger in Sicilia.

A Contessa Entellina nel campo cultural-religioso tornerà il sereno ?

Rotazione parroci
Una domenica quasi ordinaria quella di ieri a Contessa Entellina sotto l’aspetto cultural-religioso. Padre Mario ha evitato di commentare, almeno in via ufficiale, la sua promozione a Responsabile unico dell’Azione Cattolica diocesana. Ha conseguentemente evitato di informare della data più opportuna, entro i prossimi quindici giorni, in cui lascerà la chiesa della Favara alle cure dell’Amministratore Parrocchiale prossimo venturo. In pratica il decreto eparchiale che dichiara la parrocchia della Favara “sede vacante” a decorrere dal sedici ottobre è apparso ai fedeli che seguivano le messe domenicali come se non esistesse. La spiegazione, verosimilmente, è da cercare nella circostanza che l’avvocato ancora non ha avuto modo di accertare se esiste o meno un buco, sia pure piccolo, dove agganciare una battaglia giuridica.
Papas Sepa Borzi, da parte sua, alla conclusione di ciascuna delle tre liturgie domenicali ha, in toni logico-dimessi, spiegato di essere stato comandato di lasciare Palazzo Adriano per Contessa Entellina e che a lui è stato affidato il ruolo di spianare, nella veste di Amministratore Parrocchiale, la strada ad un nuovo parroco per quando i prelati riterranno maturi i tempi.

Ed i fedeli ?
Nella cerchia di padre Mario è stato rilevato un certo fastidio per la diffusione, da parte del Blog, del decreto di promozione di padre Mario prima ancora che l’avvocato ne abbia metabolizzato la portata.
La stragrande maggioranza dei contessioti, greci o latini, ha invece emesso un sospiro di sollievo. La diffusione del testo è stato interpretato come segno di apertura, informazione, trasparenza dopo che da tre anni, avvolta nel più profondo mistero sulla volontà gerarchica, a Contessa Entellina, nel campo cultural-religioso, si è imposta la logica che nell’agosto 2009 è sfociata nella “Teologia delle porte chiuse”.
In tanti hanno cominciato ad intravedere un nuovo approccio di coinvolgimento (sia pure passivo) dei fedeli, dei “contessioti”, preludio auspicabile del ritorno -in quest’angolo di Sicilia- della Fede, della vera fede cattolica, scevra dalle porte chiuse.
Se questa interpretazione è corretta, ed essa è nelle aspettative di tutti, potrebbe portare all’apprezzamento delle mosse disposte da Mons. Francesco Pio Tamburrino, finora viste con diffidenza avendo esse colpito papas Nicola Cuccia, che della teologia delle porte chiuse è stato la vittima più diretta e la più immeritatamente presa di mira.
La gente continua ad essere guardinga ed indaga sullo spirito di ogni mossa che si va dispiegando.
Tutti, al 99% dei residenti, vogliono che nel 2010 le artificiose distinzioni in gruppi pseudo-religiosi -peraltro ricondotti all'interno del Cattolicesimo-, frutto dell’ignoranza, spariscano.
Speriamo bene.

Mons. Crociata, un siciliano che nutre speranza per la Sicilia

Mons.Mariano Crociata, Segretario generale della CEI .
Un siciliano che nutre speranza per la sua Isola e parla di Don Puglisi e della visita del Papa.
Mons. Crociata
Parla subito di Don Puglisi Mons. Crociata, nel corso di una intervista rilasciata a La Repubblica del 22. Agosto.
Il Convegno ecclesiale di Palermo nel 1995, all’indomani dell’assassinio rappresenta un punto di riferimento importante nel cammino delle Chiese in Italia per il suo richiamo alla testimonianza della carità….. Il suo svolgimento in Sicilia ha lasciato una impronta profonda nella comunità ecclesiale dell’Isola.
Dom.:Come vede oggi la società siciliana: intellettuali, classe politica , imprenditori, giovani leve ?
Risp.: Mi unisco ai Vescovi siciliani nel segnalare le preoccupazioni per la condizione delle difficoltà economiche, e non solo, in cui versano in tanti, soprattutto giovani e famiglie.
Credo ci sia bisogno da parte di tutti…. Una presa di coscienza del proprio dovere di cittadini ……si impone di necessità:
1 . la valorizzazione delle risorse materiali e umane;
2. il superamento dei gravi ritardi riscontrabili in diversi settori della vita sociale;
3. il passaggio dalla logica della difesa ottusa degli interessi di parte alla logica della crescita cooperativa di tutti e di ciascuno;
4. la crescita della cultura e della competenza umana e professionale;
Dom. : Quali caratteristiche hanno le diocesi siciliane rispetto al resto d’Italia?
Risp. : “Presentano peculiarità che le distinguono persino tra di loro e che sono rilevabili tramite lo studio paziente della loro storia: si consideri che alcune diocesi risalgono alle origini cristiane e qualcuna ha invece poco più di cinquant’anni. Ma ci sono anche caratteristiche comuni che vanno colte nel popolo cristiano, un po’ ovunque in Sicilia., impregnato di un profondo sentimento religioso che tocca tutti gli aspetti della vita personale, familiare e sociale, segnato dalla devozione a Maria e ai santi, attaccato alla Chiesa con un forte senso di umanità e di solidarietà.”……. “Come primate d’Italia il santo padre assolve al servizio di confermare i fratelli nella fede e conservarli nell’unità anche con le sue visite. E’ provvidenziale che a noi siciliani sia offerta l’opportunità di questo incontro, che a Ottobre ci darà l’occasione di ascoltare una parola rivolta a noi direttamente per accrescere ancora di più il nostro senso di Chiesa in questa terra. C’è una lunga costante nel magistero del Papa”.
Nicola Graffagnini

domenica 26 settembre 2010

Dal 16 Ottobre la Chiesa della Favara -sede vacante- avrà un "Amministratore Parrocchiale". Padre Mario Bellanca è adesso Assistente Unitario dell’Azione Cattolica Diocesana. Il decreto che riportiamo è stato reso pubblico

Il Vescovo
di
Piana degli Albanesi
Sotir Ferrara

Prot. /10
Al Reverendo Sac. Mario G. Bellanca
Salute e Benedizione nel Signore

La sollecitudine verso la gioventù è un dovere per tutta la Chiesa, tanto da considerarla una scelta preferenziale. Per far fronte a questa ineludibile priorità, nella nostra Eparchia, l’Azione Cattolica lodevolmente si impegna nella formulazione di un progetto educativo in ordine alla formazione cristiana dei giovani.
L’associazione diocesana di Azione Cattolica di Piana degli Albanesi si inserisce nella storia e nella vita della comunità cristiana che dal 1937 si ritrova intorno al Vescovo per annunciare, celebrare e testimoniare il Vangelo di Gesù Cristo.
L’Azione Cattolica si riconosce in questo cammino religioso ed ecclesiale della Chiesa locale, dono di fede, speranza e carità che ha trovato buona testimonianza in tanti laici, religiosi e sacerdoti. Si può ben dire che da tempo l’Azione Cattolica si è inserita nella vita della Chiesa eparchiale di Piana degli Albanesi per offrire un servizio alla formazione e alla missione dei laici.
Lungo questi anni, Tu ti sei lodevolmente e attivamente impegnato nella Pastorale Giovanile ed in modo particolare con i giovani e i ragazzi di ACR, come ho avuto modo di esprimerti a voce e di persona.
Pertanto, in data odierna, conoscendo la tua preparazione, le tue specifiche competenze, il tuo zelo e la tua disponibilità, perché Tu possa collaborare più strettamente con il Vescovo diocesano in questa opera di promozione e di animazione, per il bene della Chiesa di Dio che è in Piana degli Albanesi, a norma dell’articolo 7 comma 2 dell’ Atto Normativo Diocesano dell’ Azione Cattolica Italiana – Eparchia di Piana degli Albanesi -
nomino Te Assistente Unitario dell’Azione Cattolica Diocesana
Sac. Mario G. BELLANCA
(nato a Cianciana -AG- il 31 maggio 1968)
confermandoti nel precedente incarico di Direttore dell’Ufficio della Pastorale Giovanile.
Entro quindici giorni dalla ricezione del presente decreto dovrai assumere gli incarichi diocesani che ti sono stati assegnati, trasferendoti a Piana degli Albanesi.
A partire dal 16 ottobre 2010, la Parrocchia Maria SS. della Favara viene dichiarata giuridicamente vacante.
Sono certo che svolgerai questo ministero con dedizione e fedeltà per la maggior gloria di Dio e il bene delle anime. Mi Auguro che Tu voglia rispondere con solerzia e zelo alla fiducia manifestata con l’affidamento dei suddetti Uffici, dedicandoti allo sviluppo dell’Associazione nel rispetto della sua identità e missionarietà.
Che Tu abbia sempre a cuore la formazione dei soci per una loro qualificata presenza nella comunità parrocchiale e civile. “Essa offre alla Chiesa particolare, in cui è inserita, il proprio specifico contributo per la formazione di un laicato adulto nella fede, per la crescita nella comunione della comunità ecclesiale e per la testimonianza del Vangelo nella concretezza della situazione storica” (Art. 20 comma 2).
Al Padre senza principio, al Figlio Unigenito e allo Spirito tutto Santo, Buono e Vivificante, onore, gloria e adorazione nei secoli dei secoli.
Piana degli Albanesi, 24 settembre 2010
+ Sotir Ferrara, vescovo
Il Cancelliere vescovile
papàs Eleuterio Schiadà
Visto, il delegato Pontificio
+ Francesco Pio Tamburrino

Sicilia 2010: Disoccupazione come sempre, più di sempre

A Catania IKEA è un miraggio, in quarantamila domande per 240 posti .

Ieri una notizia in prima pagina su Repubblica nazionale porta in primo piano l’attenzione sulla gravità della crisi percepita in Sicilia, nonostante i risultati dei sondaggi Pepoli sulla Sicilia, pubblicati con roboante ripetizione in certe TV.
Concetto Vecchio ci racconta che l’IKEA in vista dell’apertura del nuovo sito in Sicilia, vicino Catania .. ha lanciato la ricerca di alcuni profili professionali.
Il sito internet ha rischiato di collassare per eccesso di invii di domande d’assunzione, 24 mila in soli 72 ore. E i posti di lavoro sono appena 240. C’è tempo fino al 10 Ottobre e di questo passo è stato calcolato che alla fine le richieste sfioreranno quota 40 mila.
Anche in passato, continua l’articolo, l’IKEA aveva conosciuto la grande fame di lavoro del mezzogiorno. Nel 2004, quando aprirono a Napoli, furono inondati da 23 mila curriculum. A Bari nel 2008 la valanga di aspiranti arrivò a 30 mila per 262 impieghi. A Salerno nel 2008 i candidati furono 21 mila per 210 assunzioni.
Benchè sia sufficiente esibire il diploma di scuola media superiore e vantare una certa esperienza nella grande distribuzione, moltissimi candidati sono laureati disposti ad accontentarsi di un lavoro purchessia a patto di sfuggire alla inattività. Contestualmente alla domanda va fatto un test online ed è il primo ostacolo ma i rallentamenti nella rete internet …stanno rendendo le cose più complicate …. Si dice che solo uno su quattro riesce a superarle.
Chi lo supera è convocato ai colloqui di gruppo per saggiare la capacità di lavoro in gruppo, in modo positivo, superato questo scoglio .. vi sono i colloqui individuali, detti motivazionali, ove si riceve un punteggio.
Alla fine di tutto se prescelti ci saranno percorsi formativi, è richiesto il lavoro nel wek-end e nei festivi e la disponibilità a fare i turni. Altri cento posti o di più salteranno dall’indotto. Altri 200 posti sono in previsione per Pescara ed entro il 2012 si pensa a un nuovo punto vendita nella periferia di Roma.
Nicola Graffagnini

sabato 25 settembre 2010

In piazza vige il divieto di posteggio. Chi viola la disposizione ? Sindaco, ViceSindaco ed un Consigliere di Maggioranza

Il manifesto di cui sopra, che purtroppo qui non rivela tutta la significanza, è stato curato da Nino Montalbano.

Il sindaco cambierà la giunta comunale che non gode del sostegno in Consiglio ?

Palazzo Municipale - lato Via Scanderbergh
L’ex maggioranza consiliare, quella che ha finora sostenuto il sindaco Parrino, ieri sera in Consiglio Comunale ha proposto una variazione di fondi, sul Bilancio Comunale, pari a €. 10.000,oo, per riportare a norma la cucina e relativi impianti necessari per l’esercizio della Refezione Scolastica, secondo le prescrizioni imposte dall’Ausl. La proposta è stata approvata grazie ai voti dell’opposizione.
La stessa opposizione ha poi illustrato un suo emendamento che partiva da un presupposto particolare che qui tentiamo di sintetizzare, e che è stato poi approvato a maggioranza:
a) Nel marzo scorso 200 utenti del servizio raccolta rifiuti hanno presentato ricorso alla Commissione Tributaria contro l’aumento del + 160% della Tarsu 2008 varato dall’Amministrazione Comunale;
b) L’Amministrazione Comunale disattendendo l’obbligo di legge secondo cui quando si dispone di dipendenti comunali che possono assolvere ad una funzione nell’interesse dell’Ente non è consentito affidare l’incarico a professionisti esterni, ha conferito, già in aprile, l’assistenza tributaria presso la Commissione Tributaria piuttosto che al capo della Ragioneria ad un legale palermitano. Producendo verosimilmente un danno erariale.
c) L’incarico conferito al legale esterno è risultato inoltre, giuridicamente, nullo perché sul bilancio comunale all’atto dell’adozione delle deliberazioni di Giunta Municipale non sussisteva la copertura finanziaria richiesta dal professionista (oltre 81.000,oo euro, a fronte di un potenziale imponibile da recuperare di 85.000,oo euro).
d) Solamente nella seduta di ieri sera l’Amministrazione Comunale ha pensato di stanziare le somme a copertura dell’incarico (ormai nullo), che l’Opposizione con l’emendamento presentato ha rappresentato, appunto, essere “nullo” e a rischio di produrre “danno erariale” stando che deve essere il funzionario comunale a difendere le ragioni del comune.
e) L’opposizione pertanto con i fondi che l’Amministrazione intendeva dare al professionista a titolo di parcella (nell’occasione scontata del 50%, ossia riportata a €. 40.000,oo) ha proposto invece l’acquisto di uno Scuolabus per i ragazzi della fascia scolastica iniziale.
f) La proposta è passata, anche perché ormai l’Amministrazione non dispone in Consiglio della maggioranza. Giusy Cannizzaro ed Anna Fucarino hanno inoltre rappresentato al Sindaco di evitare di portare in Consiglio proposte non concordate in appositi incontri con l’Opposizione per evitare la loro bocciatura. Allo stato attuale, hanno evidenziato, esiste una maggioranza differente da quella su cui il Sindaco aveva fatto affidamento.
Che il Sindaco sappia politicamente adeguarsi alla nuova realtà consiliare è tutto da vedersi. Lo esige però il buon senso e l’interesse del paese. Non c’è nulla di strano se l’attuale Giunta che non ha dato -in due anni e mezzo- alcun risultato venga congedata e sostituita da una nuova compagine.
Staremo a vedere.

L'Eparchia forse si accinge ad individuare la strada per raggiungere una nuova rivitalizzazione

Forse l’Eparchia sarà chiamata prossimamente a nuova vita. Si doterà -da quello che è dato ascoltare in questi giorni- di una Curia, ossia di un insieme di uffici e persone che dovranno aiutare nella vita pastorale e nella conduzione organizzativa l’anziano Vescovo. Sappiamo tutti, molto bene, che finora questa struttura è esistita più nella teoria, sulla carta, che nella realtà. E’ stato facile fino ad oggi, per ogni questione non risolta, o risolta in maniera discutibile, additare come responsabile delle negative conseguenze Mons. Sotir Ferrara. Fra lui ed i parroci, fra lui ed i fedeli, non c’è mai stato alcun altro soggetto. E se le figure prescritte dai canoni sono esistite, queste non disponevano di deleghe, di incarichi puntuali, o ne disponevano solo sulla carta.
La stessa designazione di padre Mario Bellanca a responsabile della pastorale giovanile e dell’Azione cattolica diocesana rientra in questo disegno di rinvigorimento dell’Eparchia.
Se fin’oggi, a cominciare da questo Blog, per evidenziare l’erroneo e immotivato trasferimento di papas Nicola da Contessa Entellina a Palazzo Adriano abbiamo ritenuto che si sia usata superficialità e/o opportunismo politico (far capire ai latini di padre Mario che l’Eparchia non guarda in faccia nè greci né latini) e si sia attribuita la poco ponderata decisione direttamente al Vescovo, da domani esisterà una Curia che effettuerà su ogni decisione opportune e meditate valutazioni, scevre da personalismi, che solo ad istruttoria compiuta verranno sottoposte alla decisione finale dell'Eparca.
Conosceremo nei prossimi giorni, o nelle prossime ore, anche il nome del nuovo Vicario, quella figura preposta a mettere a disposizione il suo aiuto, la sua esperienza e la sua capacità, al Vescovo stesso nel governo di tutta la diocesi, l’alter ego. In queste ore circolano più nomi su cui sarebbe caduta la volontà di Mons. Sotir Ferrara e di Mons. Francesco Pio Tamburrino, ma tutto lascia prevedere che si tratti di una figura forte, autorevole e capace di ridare respiro, fiducia all’intero corpo dell’Eparchia.
Il nuovo Vicario, il nuovo responsabile dell’Azione cattolica, e altre essenziali figure costituiranno la "Curia". Da domani sarà difficile attribuire tutte le disfunzioni dell’Eparchia a Mons. Sotir Ferrara. Anche per il Blog dovrà cambiare l'indirizzo per chiedere ancora "le motivazioni del trasferimento di papas Nicola" ed inoltre "cosa manca per riavere il proprio parroco, il parroco che aveva tanto seminato nel tessuto sociale di Contessa Entellina".
Queste due cose continueremo a chiederle. A meno che qualcuno ci spieghi le ragioni negative.

Un editoriale di Don Enzo Cosentino sulla rivista di Mezzojuso "Eco della Brigna"

Editoriale “Eco della Brigna” n° 77 settembre 2010
Insieme da cinquant’anni
L’8 luglio di cinquant’anni anni fa, con la bolla “Orientalis Ecclesiae” di Giovanni XXIII, le Comunità di rito latino di Mezzojuso, Palazzo Adriano e Contessa Entellina venivano accorpate alla giovane Eparchia di Piana degli Albanesi, dove i fedeli di rito latino sono parte integrante dell’Eparchia ed il Vescovo è l’unico Pastore per tutta la Comunità, caso unico nella storia della Chiesa (tranne Skopje in Macedonia).
Certamente alcune Comunità latine, specie Palazzo Adriano e Contessa Entellina (Arcidiocesi di Monreale), non accettarono di buon grado l’accorpamento alla nuova Eparchia. Le cronache del tempo parlano addirittura di disordini, che il quotidiano L’Ora riporta nella cronaca del 9/08/1960 e del 18/08/1960 con i rispettivi titoli “Incidenti fra latini e greci”, “Guerra di Religione a Palazzo Adriano”. Addirittura durante la celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II si era costituito un Comitato “per la difesa del rito latino in Palazzo Adriano e Contessa Entellina”.
Nel tempo la voglia di protestare e chiedere aiuto attraverso lettere indirizzate alle personalità ecclesiastiche più svariate o ai Dicasteri della Sede Apostolica ha contagiato tutti, greci e latini, creando addirittura delle scuole o correnti che non cito per decoro oltre che per mancanza di spazio. Un’autentica vergogna!
I nostri Padri hanno atteso secoli per realizzare il sogno di istituire le Eparchie in Calabria e in Sicilia. E’ veramente ammirevole il loro lavoro ed impegno. Il Servo di Dio P. Giorgio Guzzetta (1682-1756), con l’istituzione del Seminario Italo Albanese-Greco di Palermo, poneva le fondamenta per assicurare alla Chiesa di rito bizantino un clero ben formato spiritualmente e ben preparato per operare nelle colonie albanesi. Nel 1929 in risposta all’appello della “Rerum Orientalium” di Pio XI, sotto la guida illuminata del Card. Lavritano, sorgeva, nelle Comunità albanesi di Sicilia, l’Associazione Cattolica Italiana per l’Oriente Cristiano, con le conseguenti settimane di preghiere e di studi per l’Oriente Cristiano. Dopo la creazione della nostra Eparchia, nel 1937, iniziava il lavoro per l’organizzazione della nuova realtà ecclesiale e per il ristabilimento della purezza del rito. Dal 13 al 16 ottobre 1940 veniva celebrato un Sinodo intereparchiale. Il Card. Ernesto Ruffini, nel 1957, riprendeva il movimento per l’Oriente Cristiano: memorabile la VII Settimana di preghiere e di studi per l’Oriente Cristiano, con il discorso inaugurale del Patriarca di Venezia Card. Angelo Roncalli. E tante altre sono state le iniziative fino ai nostri giorni, non ultimo il 2° Sinodo Intereparchiale celebrato nel gennaio 2005, di cui gli atti saranno promulgati il prossimo 17 ottobre.
Oggi noi tutti, con il nostro comportamento ipercritico, con il nostro chiacchiericcio, con il nostro non riconoscere l’autorità del Vescovo, demoliamo giorno dopo giorno ciò che i nostri Padri con sacrificio hanno costruito. Non è corretto affermare che la Chiesa di Roma vuole latinizzare la Chiesa Italo-Albanese-Bizantina, siamo noi che non siamo capaci di esprimere una linea. Non siamo capaci di farci apprezzare per le risorse uniche e per le singolari peculiarità che contraddistinguono la nostra Chiesa. Gli italo-albanesi sono orientati ad un atteggiamento egoistico, disfattista e quasi autolesionista.
Fortunatamente a distanza di cinquant’anni, un cambio di mentalità ed una fra le più sentite attestazioni di solidarietà e di stima al Vescovo arrivano proprio da quella comunità di rito latino di Palazzo Adriano che nel 1960 aveva protestato violentemente, nel cui testo della lettera inviata al Vescovo si legge: “… la comunità parrocchiale fedele al S. Padre, alla Chiesa di Roma ed ai suoi rappresentanti, Mons. Tamburrino e Mons. Ferrara, a cui esprime piena solidarietà per gli irriverenti attacchi che stanno subendo in questo periodo, accetta le loro decisioni e si prepara ad accogliere il nuovo pastore per iniziare insieme un nuovo cammino di crescita spirituale”.
Se vogliamo salvare la nostra si piccola ma originale Eparchia, questa è la strada giusta da seguire: la collaborazione e il sostegno ecumenico alla Chiesa.

venerdì 24 settembre 2010

L'opposizione probabilmente è divenuta più forte della maggioranza che ha finora sostenuto il sindaco Parrino

  A poco più di due anni dall'insediamento il Sindaco Sergio Parrino ha perso, in Consiglio Comunale, la maggioranza che lo ha finora sorretto. La Variazione di Bilancio, il punto all'ordine del giorno più significativo della sessione consiliare svoltasi oggi pomeriggio è stata emendata in misura non qualificante dai sostenitori residui del Sindaco (5 consiglieri) e con l'apporto dell'opposizione (6 consiglieri). E' stato tuttavia l'emendamento dell'opposizione che ha significativamente alterato il documento presentato dall'Amministrazione, apportando incisive modifiche.
La Variazione, così emendata da entrambi gli schieramenti, è stata complessivamente votato dai sei consiglieri di opposizione e da quattro sostenitori del sindaco. Un consigliere si è astenuto ed un'altro era assente ai lavori.
Il dato politico che è emerso è che la Giunta ormai non dispone della maggioranza e che il Sindaco per proseguire nel mandato deve convivere, deve concordare ogni iniziativa, con l'opposizione, oltre che verosimilmente scaricare la Giunta attuale.
Daremo sommario resoconto dei lavori consiliari in appresso. 

L'8 per mille che fine fa ?


Situazioni che in Italia sono esistite

L’8 per mille nasce con la riforma del Concordato nel 1984, durante il governo Craxi. La nuova forma di finanziamento della Chiesa Italiana con l’8 per mille sostituisce la precedente forma della “congrua”, che come abbiamo visto in uno scritto precedente andava a “risarcire” il clero per gli espropri messi in atto dopo il 1860 dallo Stato unitario ai danni della Chiesa.
Il nuovo sistema di finanziamento ha finora funzionato bene per la Chiesa; gli italiani hanno massicciamente firmato (fra il 35 ed il 40%) l’apposito riquadro contenuto nella modulistica fiscale che ogni anno bisogna presentare. Stando alle notizie giornalistiche un calo potrebbe rilevarsi sulle denunce presentate nel 2010 sotto l’onda emotiva negativa prodotta dallo scandalo dei preti pedofili, per lungo tempo tenuto coperto dalle Autorità ecclesiastiche.
L’intero assetto del finanziamento della Chiesa Italiana è stato più volte oggetto di critiche e polemiche; conosciutissimo è il libro di Curzio Maltese, giornalista de La Repubblica, “Quanto costa la Chiesa agli Italiani”.
E’ da tenere presente che l’8 per mille non finisce alla Santa Sede, bensì alla Cei, Conferenza episcopale italiana.
A cosa serve questo 8 per mille ?
La retribuzione dei sacerdoti è uguale per tutti, poco meno di 1.000,oo netti al mese e meno di 1.500 euro netti per i vescovi.
La Cei ripartisce il flusso che arriva dalle casse del Ministero del Tesoro, circa un miliardo l’anno, con criteri oggettivi: metà in parte uguale fra tutte le diocesi (quindi la nostra piccola Eparchia di Piana degli Albanesi è favorita) e per metà in proporzione agli abitanti.
Piana degli Albanesi è pertanto da ritenere una diocesi ricca e le iniziative educativo-pastorali-culturali dovrebbero prosperare più che altrove, quanto meno per mostrare i tesori della spiritualità bizantina. Se giriamo per i nostri paesi non troviamo nulla che somigli a quanto fa Lungro, ove trimestralmente viene pubblicata una rivista di grande interesse. La storica rivista "Oriente Cristiano" quando quelle rare volte che raggiunge le tipografie contiene elaborati non provenienti dal territorio. Le nostre Chiese, sicuramente tenute con massimo decoro, non trasudano di ricchezze.
Che strade pigliano, in generale, i proventi dell’8 per mille ?
Il 20% deve essere destinato alla carità e alla promozione umana. La Caritas a Contessa Entellina sotto la guida di Papas Nicola ha operato abbastanza bene, sostituendosi ampiamente all'assenza dell'iniziativa comunale (guidata quest'ultima in modi molto criticabili). Il resto deve servire per il “culto” e gli “immobili”. Il sistema dell'8 per mille inoltre complessivamente assiste poco più di 35.000 preti.
Tutte le diocesi sono tenute, per legge, a rendere conto al centesimo di come hanno destinato la propria quota di 8 per mille. Tutte le diocesi generalmente pubblicano sulle loro riviste (Lungro) il rendiconto di ciascun anno. Magari per nostra distrazione su Piana degli Albanesi non ci è mai capitato di conoscere le finalità programmate, perseguite e raggiunte.
Presso ogni diocesi esiste un Consiglio per gli affari economici diocesano [CAED], organismo che coadiuva il Vescovo nell’amministrazione dei beni della Diocesi e delle persone giuridiche a lui soggette, con particolare riguardo ai profili tecnici, soprattutto giuridici ed economici.
Nell’esercizio dei suoi compiti il CAED deve tener conto che il fine proprio dei beni della Chiesa consiste principalmente nell’"ordinare il culto divino; provvedere ad un onesto sostentamento del clero e degli altri ministri; esercitare opere di apostolato e di carità, specialmente a servizio dei poveri" (can. 1254§2);
Il Consiglio per gli affari economici è composto da membri scelti dal Vescovo in ragione delle loro specifiche competenze, nel numero minimo di cinque. I membri devono possedere requisiti di comprovata competenza (can. 492 del C.J.C.).
(Continua)

giovedì 23 settembre 2010

In certi palazzi di Piana degli Albanesi il mondo si è fermato

I comportamenti dei due prelati che avrebbero funzioni di pastori anche per i fedeli di Contessa Entellina, ossia il loro silenzio, il loro lasciare intendere che hanno cose importanti cui dedicare il prezioso tempo, il loro non comunicare nulla sulla situazione venutasi a creare da quando la nostra terra, il nostro paesino, ha partorito grazie ad un sacerdote venuto da “lontano” la Teologia delle porte chiuse, lascia sgomenti tutti. Che i politici siciliani facciano gli affari loro ormai non indigna più nessuno, ma che due prelati se ne infischino delle petizioni, delle sottoscrizioni, non ricevano chi chiede di parlare loro, si tratti pure di sindaci etc. è davvero motivo di rabbia. Se poi la rabbia sfocia in forme di protesta inopportune i “prelati” fingono di indignarsi e incolpano tizio o caio che dovrebbero dissociarsi “fermamente”.
Si, dei politici, in particolare degli ascari siciliani, ormai abbiamo idee chiarissime; mai avremmo pensato che anche i “prelati” della gente, di coloro che hanno bisogno di capire, che hanno bisogno di motivazioni e spiegazioni, se ne facessero un baffo. Il sito dell'Eparchia in quanto ad informazioni si è fermato all'aprile 2005. In quel palazzo il mondo ormai non gira più.
Il bello di questi prelati è che osano attribuire ai sacerdoti, ai parroci, ai fedeli le difficoltà in cui versa l’Eparchia. Mai viene loro l’idea di interrogarsi se l’origine di tutti i disastri non vengano da piazzetta ...... (ci sfugge il nome), Piana degli Albanesi.
Indignatevi Monsignori, la colpa attribuiamola per intero a padre Mario e a papas Nicolino !. E’ più facile continuare così a ... sopravvivere.

Mons. Eleuterio Fortino, Arberesh di Calabria si è spento a Roma

E' scomparso ieri sera all'ospedale ''Tor Vergata'' di Roma, dove era ricoverato per un peggioramento del suo stato di salute, l'Archimandrita Eleuterio Fortino, sottosegretario del Pontificio consiglio per l'unita' dei cristiani. ''Arberesh'' (albanese italiano), di San Benedetto Ullano, Fortino era sacerdote dal 1962, e il primo aprile 1965 era stato chiamato al segretariato per l'Unita' dei Cristiani - fondato nel 1960 - dal cardinale Johannes Gerardus Maria Willebrands, dove per 10 anni e' stato responsabile dell'ufficio per le relazioni con gli ortodossi.
Per oltre 25 anni e' stato sottosegretario del Pontificio Consiglio per l'Unita' dei Cristiani. Riceve nel 2007 la ''Rosa d'argento'' a riconoscimento della incessante e proficua attivita' svolta nelle relazioni tra il Vaticano e le Chiese Ortodosso-Orientali. Nel 2009 gli e' stato consegnato, a San Demetrio Corone, il ''Premio Arberia''.
All'impegno ecumenico in Vaticano, ha unito un vivo e sensibile interesse verso il mondo italo-albanese, e con passione ha promosso e partecipato ad importanti iniziative culturali a difesa della tradizione bizantina e della cultura arbereshe.
Sabato 25 settembre, presso la chiesa di San Atanasio in Roma, verra' celebrato il trisaghion, mentre domenica 26 settembre si terranno i funerali nella Chiesa parrocchiale di San Benedetto Ullano dove mons. Fortino sara' sepolto.

Il sistema di sostentamento del clero precedente all'8 per mille

E’ di questi giorni la notizia su telegiornali e giornali che lo IOR, la banca Vaticana, è sottoposto ad indagine della magistratura italiana per attività di presunto riciclaggio. Si tratta ovviamente di ipotesi di indagini che dovranno ancora essere appurate.
Non è di questo che vogliamo comunque scrivere.
Vorremmo invece scrivere come mai la Chiesa, la Chiesa istituzione, dispone di banche, diplomazie, patrimoni etc.
Il compito che ci siamo proposto è enorme e procederemo quindi per ordine e per tempi, ma anche circoscrivendo l’indagine all’Italia e particolarmente alla Sicilia.
Potremmo iniziare dal dopo Costantino, ossia da quando l’istituzione Chiesa diventa inizialmente un organo dello Stato imperiale romano e poi gradatamente attraverso percorsi ora chiari ed ora meno chiari uno stato a sé. Tuttavia per un così lungo percorso rischieremmo di non arrivare in tempi ragionevoli al 1984, quando con la revisione del Concordato sono sorte:
-le offerte dell’otto per mille,
-gli istituti per il sostentamento del clero,
-il riordino complessivo dei beni ed enti ecclesiastici.
Prima di quest’ultimo assetto, lo ricordiamo tutti, c’era il “supplemento di congrua”, ma c’era anche il “beneficio” collegato all’ufficio dei chierici. Si trattava di un incarico (Vescovo, Parroco, Canonico …) che consentiva la fruizione di un patrimonio (il beneficio, appunto).

Le denominazioni dei vari benefici individuano anche i beneficiari:
-Mensa Vescovile,
-Beneficio Parrocchiale,
-Prebende per i canonici.
La sostanza del “beneficio” consistenva in un patrimonio di terreni, fabbricati, rendite varie, di cui il titolare pro-tempore poteva godere per sé con l’obbligo di prestare il servizio pastorale.
Questo regime ha funzionato in Occidente, nel mondo latino, specificatamente in Italia, da Carlo Magno in poi e fino alle leggi eversive dello Stato unitario italiano.
Attenzione, però: La disciplina ecclesiastica doveva spesso confrontarsi con la politica dei singoli stati. Era chiara comunque una distinzione fra il “clero in cure d’anime” ossia parroci e canonici, ben provvisti di benefici e “basso clero” che fino agli anni cinquanta del Novecento poteva contare solamente sulle elemosine della messa.
Cosa sono state le leggi eversive ?
Durante il periodo dell’Illuminismo (specie nella seconda metà del settecento) molti sovrani europei procedettero all’incameramento di parecchi beni ecclesiastici (gesuiti etc.). Leggi eversive comunque furono definite soprattutto quelle varate dallo Stato unitario italiano dopo il 1861.
Con la legge 3096 del 1866 fu deciso il disconoscimento da parte dello Stato degli ordini, delle corporazioni e delle congregazioni religiose regolari e secolari. Tutti i beni sottratti confluirono inizialmente nella “Cassa ecclesiastica” e quindi nel “Fondo per il Culto”, organo del Ministero dell’Interno, che come sappiamo è proprietario, fra l’altro, della Chiesa di Santa Maria del Bosco e del complesso ricettizio. Questi beni negli anni trenta del Novecento furono affidati –in uso- alla diocesi di Monreale.
Il 5 agosto del 1867 fu varata la legge 3848 che procedette alla soppressione di tutti gli enti ecclesiastici con l’esclusione delle parrocchie, e quindi dei capitoli delle collegiate, delle chiese ricetti zie, dei canonicati, delle cappellanie etc.
Tutte queste disposizioni di legge ridussero drasticamente in Italia il numero dei Conventi, dei Monasteri e delle Chiese ad essi collegate. Rimasero quindi in vita le Parrocchie ed i Capitoli delle Cattedrali, sui cui benefici fu applicata una imposta del 30%.
Come erano sorti i benefici ?
Erano dei privati che destinavano un loro patrimonio ad una Chiesa perché fossero celebrate messe di suffragio riservandosi il “diritto di patronato”, ossia la facoltà di indicare il chierico-beneficiario.
Per diventare sacerdote, nella pienezza del regime dei benefici, bisognava disporre di un proprio patrimonio. Il Vescovo poteva anche ordinare sacerdoti poveri, tuttavia doveva assegnargli un “beneficio” nella sua disponibilità. Generalmente i “benefici” erano invece nella disponibilità di famiglie private benestanti e/o delle Università (ossia dei comuni) ed erano costoro a stabilire chi, fra i sacerdoti, avrebbe fruito dei “benefici”.
Dalle leggi eversive si salvarono, abbiamo detto, le parrocchie che continuarono a mantenere i propri beni. Erano i parroci che godevano dei “benefici parrocchiali”. Il legislatore ha voluto salvaguardare i parroci per la loro grande influenza nel tessuto sociale dell’epoca. Al parroco nel 1866 lo Stato ha voluto anche riconoscere un supplemento di congrua per garantirgli una vita decorosa, ma non al resto dei sacerdoti. Il “supplemento” spettava se il “beneficio” parrocchiale non fosse “congruo” ad una vita decorosa.
Nel 1922 la congrua fu estesa anche ai Vescovi ed altre figure.
La congrua è sopravissuta al Fascismo ed alla Costituzione Repubblicana fino ad arrivare al 1984, quando col nuovo Concordato nascerà l’8 per mille.
(Continua)

Da noi i preti cattolici possono sposarsi

riceviamo e pubblichiamo
Nel 1990, Il Papa Giovanni Paolo II esprimeva ai Padri del Sinodo la certezza che il nuovo Codice dei canoni della Chiesa Orientale (CCEO) sarebbe stato ben accolto da tutta la Chiesa Cattolica, sia dalle Chiese Orientali [...] che da tutto l'episcopato della Chiesa latina nel mondo intero e sarebbe stato considerato come appartenente al patrimonio disciplinare della Chiesa universale al pari del Codex Iuris Canonici (CIC) che [...] ha valore di legge per la Chiesa latina.
I due codici, quello latino (CIC) e quello orientale (CCEO) devono costituire i polmoni con cui la Chiesa dovrebbe respirare.
La struttura del CCEO è decisamente diversa da quella del codice di diritto canonico della Chiesa cattolica occidentale (CIC). Mentre il CIC è diviso in libri, la principale suddivisione del CCEO riguarda invece i titoli (30 titoli) e non i libri e non segue nessun codice precedente nell'ordine logico dei suoi titoli.
Se il CIC della chiesa latina e il CCEO delle Chiese orientali hanno molte differenze strutturali, al tempo stesso, ci sono anche molti elementi in comune, come del resto dovrebbe essere, visto che ambedue appartengono alla stessa Chiesa.
Il CCEO si differenza dal CIC laddove l'Oriente ha una disciplina diversa rispetto all'occidente (ad es. per ciò che concerne il matrimonio dei chierici). In altre aree si è preferito adottare un criterio di uniformità o d'identità.
Mentre il CIC comprende 1752 canoni, il CCEO ne ha solo 1546.
Molti cattolici, che conoscono solo le discipline canoniche latine o latinizzate, identificano i sacerdoti sposati con i protestanti e gli ortodossi. Potrebbero quindi rimanere sorpresi leggendo nel CCEO che anche i sacerdoti e i diaconi della Chiesa cattolica possono scegliere liberamente il celibato o il matrimonio, ma prima dell'ordinazione.
In nove chiese cattoliche orientali il celibato del clero è facoltativo come lo è il matrimonio. I canoni 373-375 del CCEO hanno eliminato la discriminazione contro i chierici sposati, i quali testimoniano la continuità dell'antica tradizione dell'Oriente cristiano.

Vediamo alcuni canoni del Codice delle chiese orientali (CCEO) che riguardano la vocazione sacerdotale e il celibato.
Can. 373 - Il celibato dei chierici  scelto per il regno dei cieli e tanto conveniente per il sacerdozio, deve essere tenuto ovunque in grandissima stima, secondo la tradizione della Chiesa universale; così pure deve essere tenuto in onore lo stato dei chierici uniti in matrimonio, sancito attraverso i secoli dalla prassi della Chiesa primitiva e delle Chiese Orientali.
Can. 374 -I chierici celibi e coniugati devono risplendere per il decoro della castità; spetta al diritto particolare stabilire i mezzi opportuni da usare per raggiungere questo fine.
Can.375 - I chierici coniugati offrano un luminoso esempio agli altri fedeli cristiani nel condurre la vita familiare e nell'educazione dei figli.
Can. 376 - Si favorisca per quanto è possibile, la lodevole vita comune tra chierici celibi per aiutarsi vicendevolmente nel coltivare la vita spirituale e intellettuale e per poter collaborare più efficacemente nel ministero.
Can. 379 - I chierici uniti col vincolo della carità ai confratelli di qualunque Chiesa sui iuris, operino tutti al medesimo fine, cioè per l'edificazione del Corpo di Cristo e perciò, di qualunque condizione siano e anche se attendono a uffici diversi, collaborino tra loro e si aiutino a vicenda.
Can. 390-
§1 I chierici hanno diritto a un conveniente sostentamento e quindi di percepire una giusta remunerazione per l'adempimento dell'ufficio o dell'incarico loro affidato; remunerazione che, se si tratta di chierici coniugati, deve provvedere anche al sostentamento della loro famiglia, a meno che non sia già stato provveduto sufficientemente in altro modo.
§ 2. Inoltre essi hanno diritto che si provveda a loro e alla loro famiglia, se sono coniugati, una conveniente previdenza e sicurezza sociale, come pure l'assistenza sanitaria; affinché questo diritto possa essere applicato, i chierici sono obbligati a contribuire in quota parte, a norma del diritto particolare, all'istituto di cui nel can. 1021, §2.
Come si può constatare il CCEO venne promulgato tenendo presente, per quanto riguarda i candidati al sacerdozio, le due possibilità di scelta che essi hanno per esercitare il proprio ministero sacerdotale: quella della persona che si sente chiamata al sacerdozio, ma anche alla vita matrimoniale per cui sceglie di sposarsi prima di ricevere l'ordinazione sacerdotale, e quella che sceglie, invece, di vivere la propria missione sacerdotale in un progetto di vita celibataria.
Questa scelta dovrà essere fatta, tuttavia, prima dell'ordinazione sacerdotale, affinché il proprio matrimonio non sia nullo. Infatti "attenta invalidamente il matrimonio colui che è costituito nell'ordine sacro" (cfr. CCEO can. 804 e 805 e CIC can. 1087 e can. 1088).
Il Papa, parlando della formazione pastorale dei candidati al sacerdozio affermò che tale formazione deve essere adattata alle situazioni del luogo e del tempo, alle doti degli alunni sia celibi che coniugati e alla necessità dei ministeri ai quali si preparano (cfr. CCEO can. 352 §1), curando :
• la loro formazione intellettuale "affinchè gli alunni conseguano il titolo civile di studio per poter così proseguire gli studi anche altrove, se si arrivasse a questa scelta.." (cfr CCEO can. 344 §3);
• la loro formazione psicologica, pedagogica, affettiva in modo da non " diminuire in qualsiasi modo la libera scelta dello stato" (cfr. CCEO can. 344 §2);
• la loro formazione teologica per annunciare a tutti il regno di Dio e ripresentare l'amore di Dio verso gli uomini nel ministero della Parola e dei sacramenti, anzi con l'intera loro vita, in modo che tutti, amando Dio sopra ogni cosa e amandosi a vicenda, siano edificati e crescano nel Corpo di Cristo che è la Chiesa (cfr. CCEO can. 367);
• la formazione spirituale coltivando nello Spirito Santo un'intima familiarità con Cristo e cercare Dio in tutte le cose, affinché, spinti dalla carità di Cristo pastore, siano sollecitati a guadagnare al regno di Dio tutti gli uomini con il dono della propria vita (cfr. CCEO can. 346 §1).
Disposizioni canoniche attuali .
Una persona con la vocazione al sacerdozio ministeriale, si può sposare soltanto prima di ricevere l'ordinazione sacerdotale e le testimonianze ci confermano che ci sono eccellenti presbiteri coniugati. Dopo aver ricevuto l'ordinazione sacerdotale, il sacerdote non si può più sposare. Per poterlo fare è necessario chiedere la dispensa al Sommo Pontefice e qualora gli venisse concessa, il sacerdote perderebbe lo stato clericale e non potrebbe più esercitare il ministero, come nella Chiesa Latina.
Lo stesso presbitero coniugato, qualora restasse vedovo, o si separasse o divorziasse dalla propria moglie, non potrebbe più risposarsi una seconda volta.
I vescovi vengono scelti solo tra i sacerdoti celibi, oppure tra i sacerdoti che sono rimasti vedovi e che hanno figli ormai in età adulta.
Tuttavia anche la storia della Chiesa orientale registra, oggi come nel passato, molte discussioni sul tema celibato-sacerdozio e vede schierate opinioni diverse: alcune favorevoli ad un cambiamento, soprattutto tra i più giovani; altre contrarie al cambiamento, soprattutto fra i più vecchi.
Alcuni vescovi e teologi più eminenti ritengono che bisogna permettere ai preti di sposarsi anche dopo l'ordinazione. I giovani seminaristi e gli studenti di teologia che pure vorrebbero abbracciare il sacerdozio, sono costretti a ritardare l'ordinazione se non riescono a trovare la moglie che fa per loro. Nella chiesa antica il matrimonio non è mai stato un impedimento all'ordinazione, per cui i teologi pensano che i preti possono sposarsi anche dopo l'ordinazione, e ciò per motivi teologici, canonici e pratici. Per l'episcopato non mancano teologi favorevoli alla nomina a vescovi anche di preti sposati e non solo di preti celibi. Se da un lato il matrimonio dei preti dopo l'ordinazione potrebbe essere autorizzato senza troppe difficoltà da un sinodo pan-ortodosso, è innegabile che la questione dei vescovi sposati incontra seri ostacoli perché sono ancora numerosi i vescovi conservatori nella chiesa ortodossa. Tuttavia, la chiesa deve far fronte in tutta la sua gravità al problema della diminuzione delle vocazioni sacerdotali e della scarsezza dei preti celibi che possono essere consacrati vescovi.
il greco
(ricalca un lavoro di Nadir Giuseppe Perin )