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mercoledì 4 agosto 2010

Dalla "Teologia delle porte chiuse" alla "Teologia delle porte aperte e lotta continua"

Fiaccolata di solidarietà a Papas Nicola Cuccia
A Contessa Entellina nella fase storica che stiamo attraversando non ci sono nè anticlericali nè atei dichiarati. Esistono solamente poche persone che non si pongono i problemi che la fede sollecita, ma niente di più. Tutto ciò che viene raccolto dalle discussioni che si fanno nei bar, per le strade e in ogni dove non proviene quindi da persone pregiudizialmente avversa all’istituzione Chiesa ma da ambienti sociali con rapporti più o meno stretti con essa.
Riportiamo -per la valutazione che ognuno vorrà fare-, pertanto, la sensazione più diffusa e più semplicistica che circola fra la gente, che non legge né i comunicati, né le lettere, di questa o quella provenienza, in merito alla Teologia delle porte chiuse, recentemente aggiornata in “porte aperte e lotta continua”.

Il problema come è visto nei bar
Tanti sono coloro che sono convinti che se Padre Mario ha un obiettivo da perseguire, con tutto il cam cam che ha sollevato da alcuni mesi in quà, esso non è né di abolire il Chistos Anesti, né il canto della Resurrezione del Lazzaro, né la volontà di voler dire messa nella cappella del cimitero a costo di abbattere la porta, né di vietare la Paraclisis, né altro ancora che abbia a che fare con riti ed orazioni. Le discussioni da piazza semplificano il tutto in poche battute: vuole avere influenza nella gestione dei soldi del Comitato festeggiamenti dell’8 settembre. Su queste poche parole convergono la maggior parte delle opinioni paesane, con la esclusione e la perplessità delle poche persone pie che non vogliono ammettere che un sacerdote di Santa Romana Chiesa possa mettere in discussione la pace religiosa di un intero paese, non in vista dell'avvicinarsi al Mistero ma per le soddisfazioni ed i prestigi di questo mondo.
Sono quelle riportate le riflessioni da piazza, se si vuole sono riflessioni popolari, ma trovano amplissimo consenso, anche perchè a questa interpretazione spingono tante voci dal "contorno", come vengono definiti gli amici di Padre Mario. Secondo queste voci-sensazioni la Teologia delle porte chiuse non è stata messa in atto per meglio lodare il Mistero ma per conseguire soddisfazioni umane, materiali, miserabili.
Chi scrive rifiuta, nonostante il vasto consenso riscosso dall’ipotesi, che ciò corrisponda al vero. Esistono infatti più ragioni che mostrano come Padre Mario nel ‘comitato’ abbia abbastanza spesso avuto figure a lui vicine, di quelle che oggi siedono appunto nel suo Consiglio pastorale. Il Comitato, è risaputo, è sempre stato composto in forma più o meno paritaria da componenti dei due riti che volontariamente manifestano disponibilità a dedicare tempo ed impegno. D'altronde lo stesso Papas Nicola, presidente, ha sempre delegato il tutto ai laici.
Riteniamo pertanto infondata la voce ricorrente in paese tendente a dare quella spiegazione sull'insofferenza di Padre Mario. La ragione vera dell’insofferenza del personaggio ancora nessuno la conosce.

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