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domenica 4 luglio 2010

In merito ad un articolo apparso sulla rivista l'Araldo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
COMUNICATO DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE San Nicola e SS Annunziata 4.7.2010

Alla luce di alcune nuove vicende a cui stiamo assistendo con amarezza e disappunto, abbiamo deciso di intervenire chiarendo la nostra posizione e crediamo anche quella di tutta la comunità parrocchiale.
Ci riferiamo, in particolare, all’articolo pubblicato nel numero di giugno dell’Araldo (pag 9) che in questi giorni circola a Contessa e che, grazie ad una capillare opera di volantinaggio, si sta divulgando in maniera massiva.
A contristarci è l’ultima parte dell’articolo sui “parrini” di nome e di vocazione (non ci piace, infatti, utilizzare il termine professione che compare nell’articolo). E’ soprattutto l’ultima frase dell’articolo che sicuramente non reca luce alla verità. Leggiamo, infatti: “La tensione tra i due parroci non giova alla credibilità del loro ruolo di guida morale e religiosa”. In tutto l’articolo, poi, è lasciato intuire come tutta la gente di Contessa voglia vivere in pace e ne è impossibilitata dalle beghe tra i sacerdoti. Tale visione delle cose è una visione lontana dalla realtà, infatti, divide equamente a entrambi i parroci le colpe per tutto quello che è successo tra i due riti a Contessa. Di cosa possiamo incolpare il nostro parroco? Forse lo possiamo colpevolizzare per averci insegnato il valore del silenzio, della sopportazione e del perdono nei confronti dei tanti soprusi che abbiamo ricevuto? Tutti ben ricordiamo la vicenda di Lazzaro di qualche anno fa, quando fummo scortati dalle forze dell’ordine, oppure la forzatura del portone della cappella del cimitero, o ancora, i quindici giorni di Paraklisis fuori dalla chiesa della Favara. Come ha risposto padre Nicola? Silenzio, sopportazione e preghiera lo hanno caratterizzato e non ha usato quelle misure di forza che da noi venivano auspicate.
Chi, inoltre, può dimenticare il ruolo culturale e sociale che il nostro parroco ha nel nostro paese? Tutta la sua attività e la sua azione pastorale sono state rivolte sempre a tutto il paese di Contessa e non ha mai fatto discriminazioni tra fedeli greci e fedeli latini come, invece, è accaduto spesso dall’altro lato.
L’operazione, dunque, che si sta promuovendo con questa campagna informativa errata è a dir poco falsa, immorale e antievangelica. Si tratta, infatti, di insinuare nella coscienza dei contessioti che è la stessa cosa agire bene o agire male, tanto chi sbaglia e chi no vengono gettati nello stesso calderone. Non possiamo permettere, dunque, che tale mentalità penetri nella coscienza della gente e ci auguriamo che Contessa possa ritrovare la pace nel rispetto della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni e, soprattutto, nella verità, perché, come ha scritto Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in Veritate: “non esiste amore senza la verità”.
Il Consiglio pastorale parrocchiale

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