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sabato 17 luglio 2010

Il primo quadriennio della sindacatura Di Martino (1964-1968) -I-

Nel 1960, appena ventiquatrenne, Francesco Di Martino è il leader dell’opposizione di sinistra della nostra cittadina e in tale veste anima il dibattito all'interno dell'aula consiliare. Nel 1964, quando all'interno del Psi (partito di appartenenza), è già segretario regionale dei giovani (Fgsi), viene eletto dal Consiglio Comunale sindaco del Comune. L’elezione diretta del sindaco nell’ordinamento degli enti locali siciliani verrà introdotta, infatti, solamente nel 1992.

Quadro socio-economico di Contessa Entellina nei primi anni sessanta
Quando Di Martino si immette nel ruolo di sindaco, Contessa Entellina viveva in un isolamento quasi totale, come del resto la gran parte dell'interno della Sicilia. Le strade provinciali di collegamento con i paesi vicini non erano asfaltate e somigliavano tanto alle storiche trazzere dei secoli precedenti. Si pensi che il tratto di strada provinciale che attraversava il centro abitato dagli odierni garages delle autolinee Stassi fino alla pompa di benzina -oggi gestita dalla ditta Aiosa- era pure esso privo di asfalto e ricoperto, conseguentemente, da un manto di polvere con ripercussioni nella vita della gente anche di ordine igienico-sanitario. Con le strade in quelle condizioni era ovvio che gli unici –o quasi- mezzi di locomozione erano quelli trainati dai muli (con i carretti arrivavano in paese, per esempio, i rivenditori ambulanti). Esistevano alcuni camions di proprietà privata che assolvevano alle esigenze di trasporto collettive ed anche alcuni trattori (solo cingolati). C'era in paese comunque un discreto parco di lambrette (poi arriveranno le Gilere) e un limitato numero di utilitarie modello fiat 600, fiat topolino, giardiniere. La totalità della popolazione viveva della misera agricoltura. Anche i numerosi piccoli commercianti (vi erano oltre 50 licenze rilasciate dal comune), i muratori ed i manovali dell’edilizia arrotondavano i poveri redditi con la coltivazione dei terreni. Pochissime persone possedevano titoli di studio superiori (laurea, diploma) e l’emigrazione di massa era da qualche anno irrefrenabile. Ogni mattina la corriera della ditta Stassi, che partiva dal paese alle 5,30 per raggiungere Palermo attorno alle 9, portava, fra gli altri,  7-10 persona che dal capoluogo col treno avrebbero raggiunto la Germania, la Svizzera, il Nord Italia, la Francia ed anche il Belgio.
In quei primi anni sessanta del Novecento Contessa nel breve volgere di pochi anni perse qualcosa come mille abitanti. Le condizioni di vita erano davvero da terzo mondo ed il contesto ambientale non era da meno: all'interno dell'abitato esisteva la rete fognaria ma appena fuori dalla cinta urbana questa si immetteva, a cielo aperto, nei corsi secolari (vaddruna). L'acqua potabile in casa ed il vano bagno non si rinvenivano in tutte le abitazioni.
Le misere condizioni di questa parte dell'isola verranno rese note all'opinione pubblica nazionale, ed anche internazionale, solamente quando le telecamere della Rai mostreranno le macerie della Valle del Belice, nel dopoterremoto del 1968.

Prime iniziative di Di Martino
Appena insediatosi, grazie alla sua personale intraprendenza ed anche alla personale amicizia con l’assessore regionale al lavoro, l’on.le Bino Napoli, un socialdemocratico e di tanti altri assessori socialisti, attiva un sistema di opere pubbliche per l’ammodernamento di tutta la viabilità interna all’abitato mediante decine e decine di cantieri scuola. Scompaiono ovunque le scalinate e la quasi totalità delle arterie urbane diventa rotabile. Cominceranno lentamente e con notevole difficoltà ad essere asfaltate anche le strade provinciali.
Descritto così forse può apparire ovvio e facile ciò che in quegli anni cominciò a smuoversi nella secolare quiete del paese. Invece ovvio non è stato nel contesto sociale di allora. I cantieri scuola che venivano aperti in tutti i quartieri del paese  veicolavano concetti nuovi, o comunque non abituali nella vita della nostra comunità. La gente si ritrova con la retribuzione in moneta, in liquido, in luogo del secolare compenso in natura, con l'introduzione degli assegni familiari specialmente per i nuclei numerosi e soprattutto con la valorizzazione della “dignità”, la dignità umana. Queste elementari introduzioni di vita nuova crearono a Di Martino inimicizie e difficoltà con gli ambienti più “privilegiati” del paese. Si trattava di privilegi conseguenti ai rapporti di forza che si erano costituiri all'interno del contesto socio-economico locali, cosicchè alcuni ambienti del paese erano abituati a godere di prestazioni non pagate, o per meglio dire, non pagate decentemente all’esuberante manodopera esistente in paese. Costoro avevano un erroneo concetto del “rispetto” alla loro posizione e al loro ruolo. Mal tollerarono pertanto l'eccessiva consistenza di cantieri di lavoro che vennero attivati in paese fin dall'inizio della sindacatura. La manodopera preferiva -infatti- trovare occupazione nei cantieri dove la retribuzione sia pure non eccessiva era comunque garantita, piuttosto che andare a lavorare nelle proprietà agricole dei pochi benestanti del paese dove veniva compensata con “pani e tumazzu”. Fu in questi anni iniziali della sindacatura di Di Martino (ancora prima quindi che ci fosse stato il terremoto 1968) che Contessa Entellina vede delinearsi due schieramenti politico-amministrativi nettamente contrapposti e purtroppo quasi non dialoganti. Il discrimine fra essi era conseguente alla determinazione del neo sindaco di voler rompere lo stato di miseria diffusa fra la gente, priva di lavoro retribuito nel senso corretto del termine.
Esisteva infatti ancora in quegli anni, come abbiamo tentato di descrivere, la prestazione di lavoro per la pura e stentata sopravvivenza che sinteticamente e per darle senso definiamo del “pane e tumazzu”, espressione ben nota, ancora oggi ai nostri anziani.
Si, i primi quattro anni della sindacatura si condensarono nei cantieri scuola che diedero un assetto completamente nuovo alla viabilità interna (rendendola rotabile) e negli sforzi di far asfaltare, dalla provincia, le strade di collegamento con l’esterno.
Queste cose da noi riportate in forma generale e senza l'articolazione minuziosa oggi ci sembrano, ed effettivamente sono, ovvie; verrebbe da dire che chiunque si sarebbe mosso in quei termini. Eppure allora crearono risentimenti profondi nel corpo sociale del paese al punto da dividerlo come fossero due mondi senza relazioni. Il tutto perchè quelle "ovvie" iniziative scossero un assetto secolare. Quelle divisioni viste con gli occhi di oggi ci sembrano eccessive, ma allora la realtà politico-amministrativa era molto diversa dall'odierna fluidità valoriale.
Del primo quadriennio della sindacatura di Di Martino è inoltre da ricordare che egli non svolse egregiamente solamente il ruolo di sindaco, ma assolse per l'intero periodo -e poi ancora per qualche anno- le funzioni -di fatto- di segretario comunale. Allora questa figura veniva inviata dalla Prefettura (ed in effetti, per legge, rappresentava lo Stato). In quegli anni la Prefettura di Palermo a Contessa inviava giovani appena lauriati, li intratteneva per tre o quattro mesi e li sostituiva con altri giovani privi di esperienza.
Le Prefetture allora erano strumento del Ministero degli Interni, retto sempre da uomini politicamente avversi alle amministrazioni di sinistra. Di Martino, in questo frangente, trascorreva le giornate -e le nottate- di tutti i fine-settimana  chiuso nei locali municipali a scrivere relazioni e bozze di deliberazioni. Saranno state queste iniziali obbligate esperienze a fargli seguire, anche negli anni a venire, non solo al Comune ma anche alla Camera di Commercio ed in altri luoghi di responsabilità, in prima persona tutti gli iter amministrativi delle singole questioni.
Di Martino era sostanzialmente un amministratore, un politico ed anche un esperto amministrativo (conoscitore normativo). Non per nulla tutti i sindaci ed i funzionari dei Comuni del circondario telefonavano e richiedevano a Di Martino le copie delle deliberazioni preparate per il municipio di Contessa Entellina per poterle adattare al loro ente.
(Continua)

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