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giovedì 24 giugno 2010

NEO PATRIMONIALISMO, ovvero l'uso privatistico dei beni pubblici - Pigliamo spunto dal manifesto fatto stampare con stemma e denominazione del Comune


Il manifesto di propaganda "Comune di Contessa Entellina" ed Aquila bicipite
Abbiamo con molta severità contestato, da un paio di settimane in quà, il manifesto propagandistico diffuso dai cinque pensionati-amministratori comunali (sindaco e assessori) che per diffondere il grande orizzonte di sviluppo contenuto, a loro dire, nel bilancio di previsione 2010 del Comune, non hanno trovato di meglio che caricare sulle spalle di tutti (ovvero sulle casse comunali) il costo dell'autocelebrazione, facendo uso vergognoso della denominazione "Comune di Contessa Entellina" e dello stemma municipale in un fogliaccio "di parte". In nessuna realtà istituzionale la propaganda dei "politicante" è caricata sulle casse comunali, infatti per questo fine partitario ci sono, dovrebbero esserci, i partiti e le associazioni di supporto. Ad evidenziare la natura di parte e propagandistica del manifesto, caso mai ce ne fosse stato bisogno, ci sono l'elenco dei consiglieri buoni che hanno votato le inesistenti proposte dell'Amministrazione e quello dei consiglieri cattivi che, scritto in maiuscoletto, hanno VOTATO NO all'opera inconcludente dei cinque pensionati-indennizzati di carica.
Prescindendo da questo aspetto, ossia dall'uso arbitrario dei beni essenziali del nostro Ente (denominazione e stemma) la cui tutela dovrebbe essere di tutta la coscienza civica del paese, abbiamo, su un piano più politico, contestato la fondatezza dei contenuti ed in particolare l'insussistenza delle prime due voci di intervento contenute sul manifesto:
-Riqualificazione dell'impianto di illuminazione per €. 500.000,oo
-Ristrutturazione dell'asilo-nido per l'importo poco più consistente di €. 500.000,oo
Nessuna di queste voci infatti risulta disponibile, in termini monetari, all'interno del bilancio di previsione approvato la sera del 21 maggio dal Consiglio Comunale (la sera in cui il Sindaco Sergio Parrino, insensibile a quanto accade attorno a lui, informò che avrebbe assunto due ulteriori "precari"). La prima voce, per trasformarsi in numerario, abbisogna infatti che il Consiglio Comunale autorizzi l'accensione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, la seconda voce non esiste in bilancio se non per una cifra di poco più di €. 40.000,oo (a fronte del fabbisogno di 500 mila, che invece si trova nel bilancio della Regione Sicilia, che guarda caso pubblica la graduatoria il 28 maggio).

Manifesto propagandistico e manipolato, quindi, del bilancio comunale !
La manipolazione è avvenuta anche sulla voce "Manutenzione viabilità rurale" dove, per occultare il mancato inserimento di Contessa Entellina per inettitudine degli amministratori comunali nel perimetro dell'area di calamità-frane di cui al decreto della Regione Sicilia, si sono iscritti sul manifesto importi per quasi €. 100.000,oo, come se nessuno sapesse interpretare le loro disordinate carte che accompagnano il Bilancio e come se non si sarebbe mai evinto che €. 75.000,oo sono i proventi dell'autovelox che -per vincolo di legge- non possono servire per i viottoli e le trazzere di campagna.

Passiamo a capire come ragionano i "politicanti".
La cosa più grave di quel manifesto non è tuttavia la manipolazione propagandistica (che in Italia non è vietata, se fatta con i soldi dei partiti) è invece la convinzione psicologica sottostante al manifesto medesimo, che convenzionalmente chiamiamo del "Neo patrimonialismo".
A Contessa Entellina la lista che ha vinto le elezioni amministrative, col 37% dei consensi, è convinta di avere diritto a poter usare l'Ente (il comune di Contessa Entellina) non per il bene pubblico, a favore di tutti i cittadini, ma per l'uso politico proprio. A questo proposito è significativa l'espressione del sindaco nella seduta consiliare del 21 maggio, quando -più o  meno- asserì di non volere delegare i suoi assessori a rappresentare il Municipio nelle Unioni di Corleone e Piana degli Albanesi,  circostanza che avrebbe consentito di recuperare il costo delle indennità di carica, perchè ogni assessore costa "nulla", cifre irrisorie, e per "ragioni politiche" non meglio precisate.

La logica
Gli odierni "politicanti" ritengono che l'Ente sia un bene "conquistato" e possa essere usato come una clava contro gli avversari politici. Quando questi chiedono l'uso della SALA RAI (pochi giorni prima era stata liberamente usata per fini ricreativi) per lo svolgimento di una assemblea cittadina -dove trattare gli aumenti folli del + 160% in materia di Tarsu- essi, gli oppositori, non ricevono nessuna risposta che possa chiarire loro, per esempio, che quel locale in base alle vigenti disposizioni è idoneo ad ospitare solamente fino a 199 persone. Non ricevono nessuna risposta, nè scritta nè verbale, perchè il "padrone" ritiene gli avversari non meritevoli di riscontro.
Quando i componenti la Giunta pubblicano un manifesto propagandistico avvalendosi dei beni essenziali e distintivi della comunità, la denominazione e lo stemma, essi effettivamente ignorano che quei beni appartengono ai cittadini in quanto tali (indipendentemente se abbiano vinto o perso le elezioni).
Essi effettivamente ignorano che la fattura fiscale di quei manifesti (che, lo ripeteremo altre mille volte, fanno uso della denominazione "Comune di Contessa Entellina") non può essere pagata da altri che dal Comune di Contessa Entellina e che il Revisore dei Conti potrebbe avere più di qualcosa da obiettare, non essendo prevista fra le spese comunali il manifesto che possa "in maiuscolino" evidenziare il NO al bilancio dei consiglieri "cattivi", ossia degli oppositori.
La propaganda di parte si fa -infatti- usando lo stemma e il simbolo del partito di appartenenza.

Un pò di storia
Quando esisteva lo stato assoluto, quello che dall'Ottocento in poi ha ceduto il passo allo stato di diritto, il patrimonio dei feudatari, dei baroni, dei nobili, si confondeva, si mescolava, in un terribile conflitto di interessi, in una costante dilapidazione del bene collettivo e del bene pubblico; in questo modo veniva alimentata la crisi fiscale dello Stato e delle Università (cioè, dei Comuni).
Oggi, dopo la parentesi dello stato di diritto, siamo ritornati a una situazione percui ciò che dovrebbe appartenere ai cittadini, sovrani gestori di questi beni, è invece espropriato dalle classi dei politicanti (a Contessa dai "vincitori" delle elezioni amministrative).

Come dovrebbe funzionare e non funziona
Le classi politiche (o, dei politicanti) dovrebbero essere solamente chiamate a regolare l'uso di quei beni, così da riconsegnarli, ogniqualvolta  ce ne fosse il bisogno, intatti ai detentori della sovranità. Ma per far ciò occorre una cultura dei beni pubblici sostenuta da una vocazione alla politica vissuta come servizio al bene comune.
La realtà odierna è che i politicanti vivono di 'politica', intesa come percorso di carriera-indennità di carica e non di vocazione. Di qui la convinzione che il patrimonio dell'Ente (denominazione, stemma, aula consiliare etc.) sia loro proprietà privata da usare contro gli avversari. Da qui la diffusa dilapidazione, in Italia,  dei patrimoni pubblici, caduti in mano alle "cricche" ed ai "furbetti dei quartierini".
Da questi politicanti, che pensano di poter conseguire il consenso elettorale mediante i "manifesti" propagandistici posti a carico del Comune (nessun privato infatti potrà osare pagare l'uso della denominazione "Comune di Contessa Entellina"), non è possibile attendersi l'efficenza del bene pubblico, perchè essi espropriano ciò che è di tutti.
Ecco perchè abbiamo definito "Neo patrimonialismo" partitocratico l'uso dei beni pubblici per fini di propaganda di parte (Stemma, denominazione etc.); neo patrimonialismo che non ha nulla da spartire con la politica intesa come servizio al bene pubblico e con l'economia produttiva, intesa come valorizzazione dei beni per migliorare la qualità della vita di tutti.

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