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martedì 18 maggio 2010

Teologia delle porte chiuse - E se padre Mario Bellanca fosse il profeta dei tempi moderni ?

Non sappiamo se ridere o piangere
I contessioti continuano a pigliarsela con padre Mario Bellanca, il giovane prete di bell'avvenire, colui che del vescovo che lo ha ordinato sacerdote ne fa un baffo. Sappiamo che il suo referente, nel mondo ormai secolarizzato, è l'avvovato (non Gianni Agnelli, quello è morto da un pezzo), l'avvocato che gli ha suggerito di fare l'innovatore nella millenaria storia della Chiesa ... per essere alla moda.
Ebbene i contessioti dovranno ricredersi.
La teologia di respingere dalle chiese chiunque non sia "gradito" perchè di rito diverso o perchè prega con una lingua diversa dal ciancianese, sta facendo proseliti. Immaginate un pò in Vaticano, giorni fa il papa tedesco Ratzinger ha vietato l'ingresso a San Pietro a dei pellegrini coreani che volevano pregare in coreano. Il papa tedesco ha dichiarato: "o pregate in una delle sessanta lingue che io conosco o non entrerete nella Chiesa dove sta la mia cattedra. Nessun coreano può togliere l'autonomia alla chiesa assegnatami dal sacro collegio dei cardinali".
I coreani sono rimasti fuori dal portone di bronzo.

Giorni fà l'arcivescono di Palermo, Romeo, affaciatosi dal balcone della sua residenza ha notato alcuni nigeriani al seguito di un prete che pregava in una lingua equatoriale. Il presule ha disposto la chiusura dei portoni della cattedrale normanna ed ha fatto dire loro: "o seguite un corso a scelta vostra di italiano, latino, francese, ciancianese, o non entrerete mai in questa storica cattedrale di Palermo. Nessuno può usare lingue che mi impediscono un ruolo nella preghiera all'interno della MIA cattedrale".
I poverini sono rimasti fuori dalla chiesa.

Pure il parroco di Cianciana, giorni fà, ha visto un gruppo di contessioti guidati dai nostri concittadini Calogero e Nenè che volevano cantare nella chiesa del paesino dell'agrigentino il Christos Anesti; li ha bloccati all'ingresso della casa divina -con l'aiuto della forza pubblica- dicendo loro: "o cantate l'Allheluia alla maniera di padre Mario Bellanca, il nostro compaesano che trascorre giornate e giornate nelle prove di canto, o voi non metterete piede in questa chiesa. Nessuno può usare lingue e riti che sminuiscano la mia figura di proprietario di questo santo luogo".
 I poverini rimasero fuori dal tempio, senza rammarico però perchè padre Mario già da tempo ha fatto opera di evangelizzazione nell'insegnare come sopravvivere in mezzo alla strada. 

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